[Jon Kasdan] Il Bacio che Aspettavo
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Carter Webb è un giovane aspirante scrittore, che in attesa di creare un capolavoro, scrive sceneggiature per film porno. Dal lato sentimentale le cose vanno ancor peggio dato che la fidanzata, una celebre attrice hollywoodiana, lo lascia da un giorno all'altro, facendolo sprofondare nello sconforto. Carter decide di staccare la spina e trasferirsi per qualche tempo nel Michigan, a casa della nonna con paranoie di morte, dove potrà non pensare alla sua vita, e magari dedicarsi a scrivere il progetto a cui pensa da anni.
Qui Carter farà la conoscenza dellle ragazze della famiglia che vive di fronte a sua nonna, grazie alle quali si addentrerà nell'universo femminile e troverà delle risposte anche sulla sua vita.
Ottima prova per la primissima opera di Jon Kasdan (figlio di Lawrence Kasdan, sceneggiatore di film come L'Impero colpisce Ancora, Il Ritorno dello Jedi, I Predatori dell'Arca Perduta, Guardia del Corpo, e anche regista di film come French Kiss o L'Acchiappasogni), che ci regala una piccola perla a metà tra commedia e dramma, con un equilibrio perfetto grazie al quale riesce a non scadere mai nel demenziale o nel melodrammatico. Questo film ha però il difetto (o forse vantaggio, per i botteghini) di essere penalizzato dal trailer, dalla locandina, e dal titolo italiano, che portano inevitabilmente a credere di trovarsi davanti a una commediola adolescenziale.
Ma il titolo originaleIn the land of women è sicuramente più calzante, perchè questa storia non parla di baci o di amori a lungo agognati, ma racconta del viaggio di un ragazzo, che diventerà uomo solamente ritrovandosi in un piccolo microcosmo dove conoscerà quattro diverse generazioni di donne, tre delle quali fanno parte della stessa famiglia.
C'è Paige, bambina fuori ma grande dentro, capace di far riflettere madre e figlia sulla propria vita con poche parole.
C'è Lucy, adolescente in perenne lotta con la madre, ma con una grande serie di paure che la affliggono.
C'è Sarah, madre di mezz'età che davanti alla malattia è costretta a fare bilanci e necessita di nuovo entusiasmo per trovare la forza di andare avanti.
E poi c'è la nonna di Carter, che ormai passa il poco tempo che le rimane vivendo già affacciata sul "dopo", invece che godersi il presente.
E queste quattro donne incroceranno l'esistenza di Carter, ragazzo che deve capire cosa fare della propria vita, lasciandosi alle spalle una vita sentimentale non del tutto chiara nemmeno a lui.
E sono questi cinque personaggi a fare il film.
Non una storia particolare, ma personaggi veri, sentimenti veri.
In questo il film è perfetto.
E il cast che c'è a supporto è davvero ben assemblato a partire dai tre protagonisti.
Carter è Adam Brody, il Seth Coen di O.C., che qui regala un interpretazione leggera e profonda allo stesso tempo (riesco a paragonarla solo all'Orlando Bloom di Elizabethtown) ma con picchi di comicità che neanche il suo personaggio nerd nel telefilm adolescenziale aveva mai raggiunto. Soprassedierò sui commenti da tifoseria delle ragazzine in sala durante il film, oppure dell'applauso quando è comparso il suo nome nei titoli di coda. Non che non se lo meritasse, ma era un applauso "in calore".
Lucy è interpretata da Kirsten Stewart (già vista in Zathura) perfetta per il ruolo di adolescente tormentata, che alterna scene di rabbia e disperazione a piccoli momenti che suscitano tenerezza.
Sarah invece è una rediviva Meg Ryan, assente dalle sale cinematografiche da ben 2 anni (dopo il flop di Against the Ropes), ritorna qui in versione più "matura" (traduzione: mammaaamiaaaa quant'è invecchiataa la Meg!) e con un paio di scene, senza voler anticipare di più, davvero impressionanti.
Insomma, una gradita sorpresa: ero entrato in sala credendo di vedere una commediola con Adam Brody che doveva anticipare la visione di un film al multisala che mi attirava ben di più, e invece ne sono uscito con la convinzione di aver visto uno dei film più interessanti dell'ultimo periodo.
Iper-consigliato.
uh, ma esce in questi giorni?
uh, ma c'è Meg Ryan?
uh, ma è del figlio di Lawrence Kasdan, lo sceneggiatore dal più bel nome di tutti?
quasi quasi...
però non credo che sopporterei le ragazzine ululanti... la guardia di finanza mi perdonerà se me lo scarico...
uh, ma c'è Meg Ryan?
uh, ma è del figlio di Lawrence Kasdan, lo sceneggiatore dal più bel nome di tutti?
quasi quasi...
però non credo che sopporterei le ragazzine ululanti... la guardia di finanza mi perdonerà se me lo scarico...
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
E' uscito giusto ieri, e c'è Meg Ryan.
Secondo me se vi ad un orario strategico non ti becchi le ragazzine urlanti (io sono andato il venerdì sera allo spettacolo delle 21, il giorno in cui è uscito il film)...
Vedi tu, se tu hai (o avresti) apprezzato vedere Elizabethtown al cinema, dovresti fare altrimenti.
Boh, più ci penso e più mi viene automatico collegare i due film, anche se sono nettamente differenti...
Secondo me se vi ad un orario strategico non ti becchi le ragazzine urlanti (io sono andato il venerdì sera allo spettacolo delle 21, il giorno in cui è uscito il film)...
Vedi tu, se tu hai (o avresti) apprezzato vedere Elizabethtown al cinema, dovresti fare altrimenti.
Boh, più ci penso e più mi viene automatico collegare i due film, anche se sono nettamente differenti...
l'ho visto, e il paragone con Elizabethtown, come tema, ci sta pure. Come qualità credo proprio di no. In Elizabethtown il tizio con i problemi è il protagonista, e il viaggio che intraprende serve a schiarirgli le idee. In questo film invece il protagonista va a schiarire le idee (più o meno) delle donne che incontra nel paese dove vive la nonna.
Comunque Meg Ryan NON è vecchia, nè lo sembra
Comunque2, non è una commediola, è un film drammatico con la sua componente romantica, ma non è un film fuori dalla norma, eccezionale, come lo era Elizabethtown (che era molto più divertente/ironico, fralaltro, e di un autore sicuramente più esperto di questo "figlio di papà" ). Però non è nemmeno un'operazione commerciale. Insomma, sì, l'attore di O.C. è sicuramente un traino, ma il film in sé è onesto, e questo gli fa onore.
Comunque Meg Ryan NON è vecchia, nè lo sembra
Comunque2, non è una commediola, è un film drammatico con la sua componente romantica, ma non è un film fuori dalla norma, eccezionale, come lo era Elizabethtown (che era molto più divertente/ironico, fralaltro, e di un autore sicuramente più esperto di questo "figlio di papà" ). Però non è nemmeno un'operazione commerciale. Insomma, sì, l'attore di O.C. è sicuramente un traino, ma il film in sé è onesto, e questo gli fa onore.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Non solo. Secondo me anche Carter si schiarisce le idee, dato che, lo dice a inizio film, parte proprio con quell'obiettivo.Elikrotupos ha scritto:In Elizabethtown il tizio con i problemi è il protagonista, e il viaggio che intraprende serve a schiarirgli le idee. In questo film invece il protagonista va a schiarire le idee (più o meno) delle donne che incontra nel paese dove vive la nonna.
E se le schiarisce sul proprio lavoro (mi piace pensare che quel libro per bambini sull'orsetto, iniziato per far piacere alla nonna, poi gli abbia portato successo), sul proprio passato (durante la chiacchierata con Meg capisce che anche nella storia con Sarah non era veramente innamorato ma aveva proiettato il suo ideale sulla ragazza) ma anche sulle ragazze in generale.
Conosce quattro differenti generazioni di donne, e quando se ne torna in città è pronto a godersi la bellezza dell'universo femminile, senza quell'idealizzazione da giovane romantico che aveva prima di partire. La natura romantica dentro di lui rimane sempre, ma ora è più consapevole delle sfacettature delle donne, io la vedo così, e mi sembra anche corretto pensarlo visto il titolo originale.
Bè, insomma, ci sono certe scene in cui si guarda allo specchio e ha delle mani che in confronto quelle della nonna di Carter sembrano più giovani...Elikrotupos ha scritto:Comunque Meg Ryan NON è vecchia, nè lo sembra
Sul fatto che Elizabethtown fosse più ironico, concordo, ma divertente non saprei.
Ci sono un sacco di scene che mi hanno fatto letteralmente scompisciare, come alcune con la nonna o quelle concernenti Colin Farrel, tanto per ricordarne alcune XD
E trovo Adam Brody un attore con una spiccata potenzialità comica, se si mette a fare un sacco di film e diventa bravobravobravobravo, per me potrebbe diventare una sorta di Bill Murray.
Sul fattore paragone qualità con Elizabethtown concordo sulla superiorità di quest'ultimo dal punto di vista della regia (e sulla colonna sonora, irraggiungibile), mentre per la sceneggiatura e la recitazione non saprei dirti...
Visto ieri con la mia ragazza... premetto che prima di vederlo avevo già letto i commenti di Deboroh e di Elik qui sopra, e quindi è con un occhio interessato che mi sono messo a vedere la pellicola. Non mi ha deluso per niente, anzi! Ci sono stati parecchi momenti in cui mi è partita una forte risata per via di certe battute di Adam Brody, e molte scene in cui la drammaticità la faceva da padrona e creava l'atmsfera giusta e consona alla vera dimensione del film.
Concordo grossomodo con tutto quello detto da Deboroh, anche sulla bravura di Brody, aggiungo solo che il finale mi è giunto inaspettato per velocità: è vero che tutti i nodi erano giunti a essere sciolti, ciononostante la scena finale mi ha spiazzato non tanto in sè ma per il fatto di essere l'ultima; per come è, potrebbe benissimo essere la scena iniziale di un altro film!
Ma forse ci sta, in un film così, un finale quasi aperto dato che Carter si apre a una vitan sentimentale con nuova consapevolezza dopo l'esperienza provata nel periodo da sua nonna. E anche se mi ha spiazzato perchè non mi aspettava che finisse proprio in quel momento, ragionandoci è stato adeguato.
Mi è piaciuto, e per il paragone con Elizabethtown non mi pronuncio avendolo visto solo una volta al cinema e quindi non ho un ricordo abbastanza nitido.
Concordo grossomodo con tutto quello detto da Deboroh, anche sulla bravura di Brody, aggiungo solo che il finale mi è giunto inaspettato per velocità: è vero che tutti i nodi erano giunti a essere sciolti, ciononostante la scena finale mi ha spiazzato non tanto in sè ma per il fatto di essere l'ultima; per come è, potrebbe benissimo essere la scena iniziale di un altro film!
Ma forse ci sta, in un film così, un finale quasi aperto dato che Carter si apre a una vitan sentimentale con nuova consapevolezza dopo l'esperienza provata nel periodo da sua nonna. E anche se mi ha spiazzato perchè non mi aspettava che finisse proprio in quel momento, ragionandoci è stato adeguato.
Mi è piaciuto, e per il paragone con Elizabethtown non mi pronuncio avendolo visto solo una volta al cinema e quindi non ho un ricordo abbastanza nitido.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...
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Più dal trailer, che vi obbligo a guardare nel caso non lo aveste fatto. Ho imparato a diffidare dai titoli dei film sin dall'orripilante "Se mi lasci ti cancello", che avrei perso al cinema se alcuni dei miei amici, amanti delle commediuole più leggere, non mi ci avessero trascinata. Buffo vedere poi il totale cambio di espressioni, mie e loro, all'uscita dalla sala. Ma vabbè, questa è un'altra storia. ù_ù Il trailer, dico io, il trailer: mi ha quasi ricordato quello alternativo di Shining (chi fosse interessato, clicchi qui), e come un pessimo montaggio possa far sembrare la trama di un film completamente diversa da quello che è. Insomma, dopo aver visto quello di "Il bacio che aspettavo" in tv, ho evitato accuratamente questo film credendolo la versione americana di "Ho voglia di te". Ergo, l'ho perso al cinema, l'ho visto solo dopo aver letto qualche recensione per caso, quindi sputo bile perché i titolografi e i trailerografi mi fregano sempre.DeborohWalker ha scritto:Questo film ha però il difetto (o forse vantaggio, per i botteghini) di essere penalizzato dal trailer, dalla locandina, e dal titolo italiano, che portano inevitabilmente a credere di trovarsi davanti a una commediola adolescenziale.
Insomma sì, come avrete capito, mi è piaciuto, per tutti i vari motivi già elencati: buona la prova del fratellino del regista di Orange County e Zero effect, più che ottimo Adam Brody, che anch'io ho apprezzato qui molto più che nel telefilm appena citato. Al di là delle battute su Colin Farrell, fanno sorridere le scene dove appare la figlioletta minore di Sarah, una piccola peste, o quelle in cui Brody improvvisa dialoghi per le sue sceneggiature porno; bellissima poi la scena in cui Carter [spoiler]guarda una foto odierna di un uomo che la madre amava da adolescente, non ricambiata, ed esclama: "Ma è un coglione! Avrei potuto essere il figlio di un coglione!" [/spoiler], o ancora quella in cui [spoiler]la nonna esclama qualcosa tipo: "Senti, io sono vecchia. Tra poco sarò morta e tu sarai ancora vivo. Non rompere le palle!"[/spoiler].
Comicità dai toni giusti quindi, che ben stempera quelli più drammatici ed introspettivi del film, non rendendolo pesante o comunque duro da digerire. Titolo inglese azzeccatissimo: questo viaggio proposto "nella terra delle donne", in quella di tre generazioni di donne, è delicato, fine. E sono d'accordo con Bramo: il finale l'ho trovato anch'io più che adeguato.
Coraggiosa la Ryan a mostrarsi senza trucco, e solo per questo apprezzabilissima: dei vari protagonisti, però, è quella che mi è piaciuta meno (sebbene il film non ne abbia risentito più di tanto).. in certe scene l'ho trovata un po' finta.
Il paragone con Elizabethtown però, non mi viene molto.. cioè, tra Brody e Bloom, come comicità un po' sì, in effetti. Ma come film no, le vedo come due cose completamente diverse.
Anche da parte mia, consigliato.