[Zach Braff] La Mia Vita a Garden State

Una cartella dedicata a quel grande magico calderone che è il cinema e al fascino magnetico che lo schermo gigante continua ad esercitare ancora oggi.
  • Meno di una settimana prima del post di Deboroh avevo visto con la mia milgliore amica questo film, sebbene da tempo volevo gustarmelo per bene dal momento che Zach Braff è uno delgi atttori più interessanti sulla scena ameircana, e Scrubs è un telefilm che sicuramente ha tanto da dire (tanto che io ne sono un super-appassionato! :asd: )
    Non potevo esimermi, e il mio parere finale è decisamente entusiastico! Film davvero ben fatto, che fa capire che il buon Zach è un attore davvero dotato, che non se la cava male nelle sceneggiature, che anche come regista ci sa fare e che ha pure una discreta sensibilità IMHO per nulla ipocrita, ed è già un bel risultato di questi tempi...
    Molti dicono nei commenti che ho visto che non is riconosce il J.D. di Scrubs in quest'interpretazione di Braff, e in effetti è spiazzante il ruolo che si è cucito addosso. Ma per quanto JD è molto più spigliato, divertnete e sopra le righe dell'Andrew Largeman del film, i caratteri di fondo dei due personaggi sono simili, solo affrontati con cipigli diversi.
    Sono anni in fondo che vado in giro a dire che Scrubs non è solo una robetta divertente di 20 minuti per episodio, e che non è neanche solo il telefilm più divertente e geniale delgi ultimi anni ma ha una componente seria di fondo, e Zach Braffi IMHO interpreta il suo ruolo in Scrubs con la coscienza di questo, la stessa con cui ha scritto, diretto e interpretato "Garden State".
    In questo film tutto è perfetto, se non dal punto di vista tecnico da quello delle emozioni, conle battute giuste nel punto giusto e le entrtate in scena giuste nel posto giusto. (vedendo i due amici che scavano la tomaba al cimitero, mi sono venute in mente le faine alla fine del "Canto di Natale di Topolino"!)
    Inoltre, oltre a Braff che se l'è cavata egregiamente, un plauso anche a Natalie Portman che riesce benissimo a intepretare il ruolo della ragazza solare e stramba al punto giusto da dare la scossa alla vita di Largeman... l'amico di infanzia, che porterà lui e la Portman in una vera e propria caccia al tesoro - tema della seconda parte del fil, quello della "rinascita" - , è un perpsnaggio importante, e anche la figura del padre Ian Holm (Bilbo Baggins!!!) è fondamentaole come padre alla ricerca di auna felicità impossibile e distorta, personaggio che forse poteva essere usato un po' di più...
    Tutt questo è solo la base per construire una vicenda grottesca, che strappa risate mai fini a se stesse ma sempre tese a far rifelttere, e noi siamo con Largeman quando scopriamo cose del suo passato, gli siamo vicini e faccimao inievitabilemtne empatia con lui. Una vicenda che preetna situazioni assurde che sì ricordano Elizabethtown da vicino ma a me IMHO anche Donnie Darko, per via della figura del protagonista con quella faccia specchio di un animo turbato...
    Il tutto condito con una colonna sonora spledida e azzeccatissima (comparsa del titolo con "Dont' panic" dei Coldplay e finale con "Let go" di Frou Frou che ci stanno tantissimo).
    Un bel film sensibile come se ne vedono sempre meno.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Ricordo che da buona fan di Scrubs, mi precipitai a guardare questo film non appena uscì. E il fatto che mi sia piaciuto davvero tantissimo non è per nulla una cosa influenzata da quanto detto prima. Il tema della "rinascita", del "risveglio" da quel torpore quasi dovuto ad una "rassegnazione" del protagonista son trattati con lucido disincanto ed adorabile umorismo. Il "viaggio interiore" di Andrew va di pari passo con quello fisico di ritorno a Garden State, ma si pone in una situazione di chiasmo con quest'ultimo, come se questo ritorno al passato costituisse un vero e proprio turning point per il suo futuro. Senza poi contare i piccoli simboli che ho visto nascondersi in certe scene, come quella della pioggia, e che a me piacciono tanto tanto. Una chicca, poi, è la scena della danza di Sam. Le inquadrature sono delicate, la telecamera non è mai invadente, si avvicina ed allontana in qualche scena quasi come a non violare l' "intimità" dei protagonisti. Bravissimo Zach Braff. Un piccolo cult, insomma.

    Per quel che riguarda Elizabethtown, a parte la storia di fondo che è sì praticamente identica, non me la sento di paragonarcelo troppo. In Garden State nulla è forzato o surreale come invece avviene per alcune situazioni nel film di Crowe. Senza contare anche la scelta degli attori: sarà che il ruolo forse lo richiedeva, ma Kirsten Dunst in Elizabethtown è davvero insopportabile, a differenza della Portman qui (cosa strana, giacché trovo la Dunst favolosa se diretta dalla Coppola).

    La colonna sonora (qui un po' indie), a cui quando guardo un film presto sempre tantissima attenzione, è davvero fantastica. Oltre alle tracce già citate, mi preme sottolineare la bellezza di "Such great heights" dei Postal service. :asd:
  • Una settimana, fa, dovendo decidere che musica mettere nel mio mp3 per un viaggio in treno, tra le altre cose ho ripescato la colonna sonora di Garden State, che non ascoltavo da almeno un paio d'anni. Ho ritrovato canzoni davvero stupende, tra gli Shins che la fanno da padroni, Coldplay (che non a caso è uno dei gruppi preferiti di Zach Braff), FrouFrou e altri pezzi suggestivi... da segnalare che alcuni di questi gruppi sono stati presenti nelle colonne sonore delle varie stagioni di Scrubs... ;)
    Anyway, per tutta la settimana ho ascoltato e riascoltato nella mia vita pendolare le canzoni assemblate da Braff per il suo film, e alla fine ieri sera me lo sono rivisto, spinto dalle sensazioni che le canzoni stesse mi trasmettevano, oltre che da un periodo in cui sono particolarmente sensibile a queste atmosfere.
    Ho ritrovato quello che ricordavo: uno Zach Braff ottimo, che interpreta perfettamente la parte dell'apatico problematico che torna dopo anni nella sua città natale con tutti i suoi demoni irrisolti; una Natalie Portman sbarazzina e adatta al ruolo di ragazza-pazza che "tira dentro" il protagonista; uno Ian Holm un po' troppo sottoutilizzato, per quanto la figura del padre di Andrew (il protagonista interpretato da Braff) aleggi per gran parte della pellicola.
    Ma soprattutto ho trovato una storia forte e drammatica sui fantasmi del proprio passato e sul modo di affrontarli, su come dribblare la vita e su come la vita, per ripicca, non si fa dribblare ma anzi contribuisce a incasinarti l'esistenza. Il bello è che tutto questo non viene solo dall'esperienza del protagonista, ma anche da quella di tutti i personaggi che Andrew ritrova, dall'amico scavatore di tombe che "non vuole spaccare il mondo" come invece vorrebbe sua madre al tipo che ha fatto i soldi con il velcro silenzioso, dal guardiano dello strapiombo infinito al fallito che rimane incastrato nelle truffe piramidali.
    Garden State (inteso sia come film che come città) racchiude un ampio ventaglio di umanità "deviata", nel senso di persone fuori dal comune sentire pur con una patina di normalità esteriore. A parte la Portman, ovviamente :)
    Si tratta di un film profondo, personale, poetico, drammatico e che non rinuncia a un velo di speranza sul finale, quel tanto che basta per tornare a pensare, poi, che in realtà certe esistenze continueranno così.

    PS: grande sorpresa quando ho incontrato un attore che non avrei mai immaginato di vedere, anche perchè quando vivi il film la prima volta non sapevo certo chi fosse: nella parte del ragazzo vestito da cavaliere c'era il mitico Jim Parsons, ora famosissimo nei panni di Sheldon Cooper in The Big Bang Theory!
    Cioè, nello stesso film dialogano JD di Scrubs e Sheldon di TBBT! Nerdgasmo :P Anche perchè il cavaliere, qui, parla il klingon! :D
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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