[Marvel] Daredevil

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
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    ComicUS ha scritto:Cover by Claudio Villa (disegni) & Gabriele Dell'Otto (colori)!
    Dopo i successi della versione cartonata nello splendore della mezzatinta; dopo che il pubblico di Lucca Comics 2006 ha consacrato “Devil/Capitan America: Doppia Morte” la graphic novel più gettonata della manifestazione; sbarca nelle edicole la versione internazionale a colori. Non perdetevi Devil al fianco di Capitan America intenti a impedire che il Seminatore di Morte, per vendicarsi proprio dell’Uomo senza paura, faccia collassare nientemeno che l’universo intero. Una sfida a tre nel cimitero di St. Stephen scritta e disegnata da due grandi autori del fumetto italiano: Tito Faraci, reduce dal successo di “Brad Barron”, e Claudio Villa, che per la prima volta abbandona Tex e le sue atmosfere western per cimentarsi con i supereroi Marvel.
    COMICS U.S.A. N. 18
    meglio questo a colori o quello in b/n?
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Grrodon ha scritto: Parrebbe quindi un'eresia fare del revisionismo e della retrocontinuity
    Ma anche no.
    Veramente del Seminatore di Morte non è che fregasse poi molto a chicchessia, non è questo grande evento...
    Cioè, mica come riportare in vita lo zio Ben.
    E' normale amministrazione per una storia del Marvel Universe.

    L'ho appena letto, nella versione a colori scroccata ad un amico, nonostante avessi da Lucca il volume in b/n ad attendermi.
    Per rispondere subito ad Elik, io preferisco la versione a colori, ma se fosse per me non ne consiglieri l'acquisto.
    La storia è piuttosto piatta, e a parte le solite introspezioni faraciane (che potete trovare ovunque, quindi perchè comprare un volume nel quale sono l'unico pregio?) c'è ben poco.
    La trama è insulsa, con una presentazione dei due personaggi, e una motivazione per far scontrare tra loro i due personaggi (con colonna sonora di sceneggiatore che si arrampica sugli specchi) decisamente ridicola: prima Cap che deve evitare la morte del Seminatore di Morte *perchè altrimenti il mondo implode* -_-
    E poi, per dare un motivo a Devil per scagliarsi conmtro Cap, lo si fa impazzire.
    Bah.
    E come se ciò non bastasse, arriva un nemico decisamente privo di appeal, e un finale che annulla tutto quanto si è visto nella storia, per il quale Devil e Cap avrebbero potuto starsene tranquilli negli USA a vivere ben altre avventure.
    I disegni di Villa però sono belli, una buona via di mezzo tra lo stile bonelliano, e il realismo dei comics, e le colorazioni di Gabriele Dell'Otto impreziosiscono addirittura le vignette.

    Quando si deciderà la Panini Comics a far realizzare una storia italiana dei Fantastici Quattro a Leo Ortolani?

    Risposta: mai.

    E allora continuiamo a farci del male.
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    Nel 1964 Stan Lee e Bill Everett creano Daredevil, l'ultimo dei grandi personaggi nati nella Golden Age (dopo Fantastici 4, Uomo Ragno, Hulk e X-Men) che hanno proseguito ininterrottamente le proprie avventure con una serie regolare fino ad oggi. Il protagonista è Matt Murdock, avvocato cieco che di notte si veste da diavolo e vigila su Hell's Kitchen con la sua identità segreta di Devil (il nome italiano dell'eroe).
    Dopo 15 anni in cui il supereroe ha affrontato criminali non particolarmente pericolosi e personaggi con superpoteri che o hanno inserito in trame abbastanza fantascientifiche, sulla testata arriva Frank Miller disegnatore (e successivamente anche autore della serie) che reinventa la serie in un ciclo di 33 numeri raccolti dalla Panini Comics in un volume Omnibus, che consente storie che si possono definire come "storia del fumetto".
    E' qui che Frank Miller, fino ad allora solo disegnatore di una storia dell'Uomo Ragno, raggiunge la fama e matura anche il suo stile grafico ben riconoscibile.
    E' qui che Frank Miller esordisce ai testi, creando storie di un certo spessore che iniziano un percorso che poi proseguirà nei suoi lavori successivi.
    E' qui che il personaggio di Dardevil acquisisce una caratterizzazione ben precisa, molto più particolareggiata rispetto agli esordi in cui era "solo" un cieco in calzamaglia.
    E' qui che Kingpin diventa un gangster molto più minaccioso.
    E' qui che Bullseye passa da essere un abilissimo cecchino e combattente a villain completamente pazzo.
    E' qui che vengono creati i personaggi di Elektra e Ben Urich, due presenze molto affascinanti dell'Universo Marvel.
    Tutto questo raccolto in un grande tomo che presenta il ciclo di storie più importante per Devil, la serie regolare che tuttora in casa Marvel è riconosciuta come la più "autoriale" e viene affidata ad autori e disegnatori con uno stile particolare e spesso lontano dai canoni del fumetto mainstream.

    Il blocco di storie più interessante è sicuramente quello nel quale compare Elektra, che avevo già avuto occasione di leggere, ma potersi gustare consecutivamente tutto il ciclo di Miller è sicuramente un'esperienza molto più ricca.
    Innanzitutto, dal punto di vista visivo, si può distinguere nettamente come Miller inizialmente disegni con uno stile molto simile ai suoi predecessori, per poi acquisire sempre più personalità evolvendosi fino a raggiungere un tratto che ricorda molto le sue successive opere come Sin City e 300; questa impressione viene rafforzata anche dall'inchiostratore Klaus Janson, che inizialmente arrotonda i disegni per cercare di omogeneizzare i disegni a quelli già visti nei fumetti Marvel, ma col passare del tempo impara a valorizzare le spigolature di Miller e le sue matite del tutto particolari.
    Anche la storia nei primi episodi non si discosta dalle tipiche prime storie degli eroi Golden Age, incentrate su combattimenti contro avversari come il Seminatore di Morte, il Dottor Octopus, il Gladiatore e Hulk, nemici piuttosto canonici; poi, Miller inizia ad acquisire sicurezza, e passando ai testi crea un suo microcosmo di avventure che si svolgono a Hell's Kitchen, una perfetta via di mezzo tra il proseguimento delle storie già viste, e una serie completamente nuova.
    L'approfondimento psicologico dei personaggi raggiunto e le suggestive atmosfere sono qualcosa che non avevano precedenti nell'universo Marvel, ma che segneranno un'impronta stilistica, soprattutto per Daredevil, ma anche per altri fuetti supereroistici che verranno dopo questo ciclo di Miller.
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  • Ammetto la mia pressochè totale ignoranza in materia (come, del resto, nel caso di praticamente tutti i fumetti di supereroi), dato che le mie conoscenze di Devil sono limitate al volumetto in questione, uscito con La Repubblica in concomitanza con l'uscita del film ispirato al supereroe cieco, che lessi e amai tanti anni fa.

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    Mi è piaciuto molto, come fumetto e come personaggio, molto meno spensierato del collega adolescente Uomo Ragno e sicuramente più tormentato, adulto e cupo. Gli episodi scritti da Miller con la parte di Electra (utilizzati poi per il film, che peraltro io ho gradito, a differenza del resto del mondo) sono sensazionali!

    Le mie preferenze vanno in primis all'Uomo Ragno e agli X-Men, ma sicuramente Devil merita, anche se molto meno conosciuto rispetto ai suoi colleghi...
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • Mike Haggar ha scritto:Gli episodi scritti da Miller con la parte di Electra (utilizzati poi per il film, che peraltro io ho gradito, a differenza del resto del mondo) sono sensazionali!
    Infatti in quel volume gli episodi su Elektra sono sicuramente i più belli, anch'io mi avvicinai al personaggio con quell'allegato di Repubblica...
    E ad apprezzare il film di Daredevil siamo almeno in due (ma non molti di più, è uno dei Marvel-movies più bistrattati, nonostante la Director's Cut uscita in DVD ad anni di distanza e con mezz'ora di scene aggiuntive al film sia molto più affascinante)
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    Dopo 5 anni, Frank Miller torna a scrivere per Devil, la testata che ha seguito per 2 anni infondendole una nuova linfa; stavolta però non si occupa anche dei disegni ma si limita alle sceneggiature, lasciando la parte grafica a David Mazzucchelli (futuro disegnatore di Batman: Year One).
    E' il 1986, non un anno qualunque: in quell'anno esce Dark Knight Returns, l'opera più conosciuta di Miller.

    Dopo aver creato Elketra e aver approfondito i personaggi di Matt Murdock, Kingpin e Bullseye, Miller trasforma un altro dei personaggi fondamentali della serie: Karen Page, la classica brava ragazza che all'inizio della serie ha avuto un lungo tira e molla col protagonista prima di fidanzarsi con lui (la Gwen Stacy di turno, per intenderci), per poi lasciarlo per tentare la carriera da attrice, dopo che lui le aveva rivelato la sua identità segreta.
    Miller la riporta in scena dopo diversi anni, e il personaggio appare molto più cupo di quanto non fosse mai stato: la sua carriera da attrice non è decollata, così Karen si è ridotta a fare film pornografici, cadendo anche nel tunnel della droga. Ed è proprio per il disperato bisogno di una dose, che Karen vende il più grande segreto di cui è a conoscenza, l'identità di Devil; questa informazione ovviamente viene acquistata dal peggior soggetto che potesse entrarne in possesso, Kingpin, che sfrutta la nuova scoperta per distruggere ogni aspetto della vita di Matt Murdock.
    Le sue azioni fanno piombare Matt nella follia, quasi alla stregua di Bullseye, ma il vero colpo di grazia che il capo della malavita cerca di dare è l'intervento di Nuke, un massiccio soldato Rambo-style che fa ampio uso di napalm, mitra e lanciarazzi nel tentativo di sbarazzarsi di Devil, in un infuocato scontro finale.
    Abbastanza straniante l'intervento dei Vendicatori, che in una pagina e mezzo riescono a mettere fine a ciò che aveva messo in difficoltà Devil, una sorta di deus ex machina la cui potenza è chiaramente superiore a quella di Devil; oggi ci siamo abituati a cameo simili, ma all'epoca era qualcosa fuori dalla norma, un espediente utilizzato da Miller per spiegare la differenza tra i supereroi "classici" e un personaggio più umano, come Devil.
    Altro elemento di rilievo di questa storia è la creazione di Maggie, una suora che starà vicino a Devil nei momenti più difficili, [spoiler]e che si scoprirà essere la madre di Matt[/spoiler].

    Insomma, un altro bel ciclo di Devil dall'autore che pare aver compreso il personaggio più di chiunque altro; oltre a una buona storia, vengono ridefiniti alcuni personaggi e si scoprono nuove sfaccettature del protagonista, che si conferma come il più interessante dell'universo Marvel, nonostante non abbia mai potuto contare del seguito di molti suoi compagni ben più celebri.
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  • Personalmente ritengo Devil un grande... Innanzitutto è uno degli eroi più "dialettici" della Marvel (ovviamente insieme all'uomo ragno), cioè uno tra quelli in cui sono presenti numerosi conflitti interiori: il legame tra legge e giustizia, la fede e il blasfemo, l'handicap e il "super", tutte cose che risaltano agli occhi anche per chi legge per la prima volta una sua storia, come è capitato a me leggendo "Il diavolo custode" adesso in edicola. Ed è un peccato che sia considerato da molti un supereroe di serie B, quasi un sostituto dell'uomo ragno, sia nel mondo "reale" sia in quello Marvel, perchè invece io lo ritengo uno dei supereroi più riusciti, proprio grazie a questi contrasti. Certo, magari non ha dei nemici al livello di quelli dei Fantastici 4, di Spider-man o dei Vendicatori, tranne alcuni (basta dire Bullseye e Kingpin), ma è un grande lo stesso!!!
    DeborohWalker ha scritto:E ad apprezzare il film di Daredevil siamo almeno in due
    E con me siamo in tre... :P
    "2 cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana... Ma della prima non sono sicuro..." A.Einstein
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    Il personaggio di Elektra, inutile dirlo, aveva letteralmente conquistato i lettori di Devil.
    La sua morte per mano di Bullseye è sicuramente uno dei momenti di maggior lirismo dell'intero ciclo di Frank Miller, e riprendere in mano il personaggio in un modo che non le rendesse giustizia sarebbe stata un'impresa catastrofica, alla quale evidentemente nessuno volle nemmeno avvicinarsi.
    Dopo quasi un decennio, fu lo stesso Miller a rimboccarsi le maniche e a raccontare una nuova avventura di Elektra; anzi, a dirla tutta l'affascinante ninja di rosso vestita non è la protagonista di questa graphic novel, ma il personaggio principale è Devil, l'uomo che ha visto morire tra le sue braccia il primo amore della sua vita. Nonostante ciò, improvvisamente Matt Murdock comincia ad avere visioni riguardanti Elektra e percepisce la presenza della ninja; anche quando il lettore la vede non è ben chiaro, e davvero lei o è solo un sogno?
    Tutta la graphic novel è permeata dello stile di Miller, con grandi tavole di ampio respiro che descrivono gli ambienti con più spazio a disposizione, o sequenze di tante micro-vignette che riescono a rappresentare in modo più efficace alcuni dialoghi dei personaggi. Anche il senso di tormento interiore di Devil, e il suo attaccamento alla spiritualità sono una chiara impronta stilistica, che ricorda altre opere dell'autore.
    Le scene d'azione non brillano per dinamismo, anche se qualche momento è interessante: in particolare l'attacco dei ninja nel cimitero innevato e l'assalto di Bullseye nell'obitorio sono momenti particolarmente azzeccati visivamente e come costruzione dell'atmosfera. I colori di Varley sono sicuramente particolari, personalmente non mi piacciono creando un'illuminazione fin troppo finta alle scene; l'effetto però rende bene nelle prime pagine ambientate in chiesa, specie per le vetrate che incorniciano l'edificio.
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    Non contento di aver reinventato Devil, Frank Miller torna sul personaggio per riscriverne le origini del personaggio, ampliando una narrazione che aveva accennato con qualche flashback durante il suo lungo ciclo sulla serie. Nel frattempo Miller è cresciuto, ha scritto Batman: Year One, ed è pronto a compiere un'operazione simile anche per il personaggio più oscuro dell'universo Marvel, degno contraltare dell'Uomo Pipistrello.
    E proprio come per Year One, qui viene riscritto il primo capitolo delle avventure di Matt Murdock, alla luce della profondità raggiunta del personaggio, e con atmosfere più vicine alla narrazione a fumetti degli anni '90; inoltre, Miller si permette di ripescare due dei personaggi che lui stesso ha creato (Stick ed Elektra) dandogli un ruolo importante nelle vicende che hanno decretato la nascita del Diavolo Rosso di Hell's Kitchen. La qualità dell'opera è elevata come gli altri lavori di miller sul personaggio, e contribuisce a trasformare sempre di più Devil nella serie più stilisticamente omogenea di tutte le altre dell'universo Marvel, e le solide basi gettate da Miller permetteranno agli autori successivi di svilupparne il futuro gestendo un cast e un universo narrativo particolarmente affascinante e ben delineato.
    I disegni non sono però di Miller, che ha lasciato i fogli bianchi e le matite a John Romita Jr., che qui si cimenta con un tratto più sporco dei suoi standard, adattatosi perfettamente all'atmosfera marcia di Hell's Kitchen. Nei suoi disegni si può in un certo senso riconoscere anche lo stile grafico di Miller, non si sa se per un ricercato tentativo di emulazione, o se per un'influenza che traspariva dalla sceneggiatura, che definiva le nette separazioni tra i colori e le figure presenti all'interno della tavola.
    E più si prosegue la lettura, più ci si convince che Devil sia il personaggio meglio sfruttato di tutto l'universo Marvel.
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    Nonostante le potenzialità del personaggio e la qualità infusa alle sue storie da Frank Miller, la serie Devil negli USA arrivava al massimo nella lista mensile delle 100 testate più vendute. Poi, nel 1998 la MARVEL decide di cominciare un nuovo corso della testata, con una miniserie disegnata da Joe Quesada e scritta da Kevin Smith. Smith era al suo esordio nel mondo del fumetto, ma conquistò un incarico importante come il rilancio di Devil grazie alla sua carriera di scrittore e regista di film come Clerks e Generazione X, profondamente imbevuti di cultura nerd.
    Il tutto disegnato da Joe Quesada, attuale boss MARVEL, all'epoca autore alle prese con la sua opera forse meglio disegnata.

    Una ragazza si reca da Matt Murdock affidandogli un neonato che ha partorito in seguito a un'immacolata concezione; il bambino pare essere il nuovo Messia giunto sulla Terra per salvare l'umanità, e Matt se ne convince quando la ragazza le dice di aver avuto una visione che le ha rivelato l'identità segreta di Devil.
    L'avvocato cieco è così costretto a prendersi cura del bambino, ma a complicare ulteriormente la situazione il giorno dopo arriva un misterioso signore che ritiene il neonato non un Messia, bensì il bambino predestinato a dare il via all'Apocalisse.
    Questa scelta porterà Devil di fronte a un bivio esistenziale, che sarà solo la punta dell'iceberg di problemi da affrontare, e che cambieranno in modo sostanziale la sua vita, in particolare nei confronti di un personaggio. Smith infatti recupera buona parte del cast della serie, dando quasi a tutti i personaggi un ruolo cruciale nella vicenda: Foggy Nelson, Karen Page, la madre di Matt, la Vedova Nera, Bullseye... ma soprattutto un villain che agisce nell'ombra e avrà un ruolo fondamentale nel finale, probabilmente l'utilizzo più affascinante che sia mai stato fatto del personaggio.
    Tra l'altro Kevin Smith imbastisce una trama complessa e con un livello di epicità che ricorda non poco Frank Miller e i vertici artistici che era riuscito a far vivere a Devil, sia dal punto di vista narrativo che da quello dell'impostazione di tavola; Quesada poi riesce a rendere in modo forte l'espressività di tutti i protagonisti, ottimo lavoro.
    Sicuramente una delle miniserie migliori del personaggio, in grado di competere alla pari con il ciclo di Frank Miller.
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    Il livello di profondità raggiunto dal Devil di Miller finora era stato raggiunto solo da Diavolo Custode, scritta da Kevin Smith e disegnata da Joe Quesada; proprio Quesada torna come autore completo sul personaggio, nonostante i numerosi impegni derivanti dal suo nuovo incarico di boss Marvel, per realizzare una miniserie realizzata al capezzale del padre morente e a lui dedicata.
    Una donna si reca da Matt Murdock per fare causa ad una società, che con le sue scorie chimiche le ha causato il cancro.
    Una sospetta violenza domestica tra marito e moglie.
    Un serial killer che strappa gli occhi alle sue vittime.
    Una banda di nuovi vigilanti in città.
    Questi gli ingredienti di una storia che non sarà eccellente ma rimane comunque molto interessante, soprattutto per un interessante colpo di scena che potrebbe portare a una profonda disanima morale per il Diavolo Rosso, ma purtroppo giungendo solo nel finale queste riflessioni vengono demandate al lettore.
    Tra le trovate meno ispirate ci sono di certo i Santeros, una banda di violenti messicani, e la divisa da samurai motociclista che Devil utilizza per affrontarli. Fortunatamente però c'è anche un'indagine ben strutturata che sorregge la storia, accompagnata da una disanima del rapporto tra Matt e suo padre, con rimandi al passato sorprendenti.
    Da notare come dal punto di vista grafico il tratto di Quesada assomigli per certi versi a quello di Miller, ad esempio nell'espressività facciale dei personaggi o nell'utilizzo fortemente scenografico delle ombre.
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  • Da questa pagina sembra che fra poco meno di due settimane esca la ristampa del volumone Omnibus di Devil, di cui Deboroh parla nel primo post di questo topic. Ora io chiedo proprio a Deb: se acquistassi quel tomo, avrei tutta la gestione Miller su Devil? Comprese le storie di cui hai parlato in post separati come Rinascita, Elektra Vive Ancora e L'Uomo Senza Paura?
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    Che non è poco, è tutto il ciclo di Daredevil di quando Miller era un ragazzetto sconosciuto e di poche speranze, che quando ha finito quello era il Dio dei supereroi.
    È come acquistare il ciclo Lee/Kirby dei Fantastici Quattro, è storia del fumetto (per me anche meglio degli F4).
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  • Devil: Giallo (Jeoh Loeb/Tim Sale)

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    Dopo essermi fatalmente innamorato della coppia formata da Jeph Loeb e Tim Sale sulle graphic novel di Batman The Long Halloween, Dark Victory, When in Rome e i tre racconti di Haunted Knight, ho deciso di iniziare a leggere anche le incursioni dei due autori nel mondo Marvel, che grazie alle loro "miniserie a colori" che ripercorrono i primi anni di attività dei supereroi di cui raccontano sono ottime anche per i neofiti.
    Se il buongiorno si vede dal mattino, direi che queste prove non fanno altro che confermare e rilanciare il talento narrativo di Loeb e grafico di Sale, che in Devil: Giallo forniscono un'opera sublime e commovente.
    Giallo è il colore della malinconia e la malinconia è il filo rosso che tiene insieme la storia, in cui un Devil ombroso e solitario rievoca la sua origine da supereroe, i suoi primi mesi di attività, ma concentradosi soprattutto su una ragazza, Karen, segretaria dello studio legale di Matt Murdock e di cui Matt/Devil si era innamorato, per di più ricambiato. Ma fin dalla prima tavola apprendiamo che la ragazza è ormai morta, e questo ritornare di Devil con la mente ai giorni in cui lui e Karen erano insieme è insieme un tormento infinito e un modo per guardare di nuovo al futuro, dopo essere scesi nelle oscurità del passato.

    I dialoghi, o meglio i monologhi interiori che la voce narrante della storia - quella di Devil - ci propone stanno lì a dimostrare l'abilità di scrittore di Mr. Loeb, veri e propri pugni nello stomaco, commoventi e delicati, che non lasciano indifferenti. Il commento grafico di Sale sottolinea la potenza narrativa dello sceneggiatore con splash-page maestose, chiaro-scuri intriganti e sfondi e ambientazioni di grande effetto per il saper restituire quell'atmosfera urbana e sporca che era Hell's Kitchen.

    Insomma, un'ottima storia che mi ha davvero segnato, che rileggerò quanto prima tanto mi è piaciuta per l'intensità emotiva che rilascia ad ogni tavola, e che mi spinge a recuperare anche le altre due miniserie a colori di Loeb e Sale.
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