PK – Cronaca di un Ritorno

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Rieccoci ancora qui! Dopotutto si sa che chi non muore si rivede. Avete capito la battutaccia? Allora avete tutti i requisiti necessari per andare avanti: un pessimo senso dell’umorismo che -condoglianze!- vi certifica senza ombra di dubbio come pkers e un ottimo senso dell’orientamento che vi ha portati proprio al nostro Botta&Risposta su Cronaca di un Ritorno. E visto che quindi non avete bisogno di ulteriori spiegazioni, lasciamo il palcoscenico alle nostre due star, Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone.

cronaca

Valerio, Giordanduck: Domanda ormai di rito. Ci fai un bel making of generale di questa storia, partendo dall’inizio e toccando le differenti tappe “creative” a cui sei andato incontro? Quanto rispetto alle tue idee originarie concepite ai tempi è stato modificato per aderire meglio alla nuova PKNE? Immaginiamo che la famosa riunione di qualche mese fa, ben documentata su facebook, abbia costituito un momento fondamentale per l’intrecciarsi dei due filoni narrativi seguiti da te e Artibani.

Alessandro: Nonostante i subdoli nonché deliberati infingimenti sull’incertezza che a tornare sia realmente la nostra Xerbiana prediletta, ormai vi sarete fatti un’idea in merito e a giorni scoprirete la verità. Quindi tanto vale dirlo: certo che è lei. Più o meno. La faccenda ha avuto inizio in un remotissimo passato, tipo diciassette anni fa.
Scrivendo Sotto un Nuovo Sole, mi pareva che il sacrificio di Xadhoom avesse coerenza e dignità, tuttavia mi chiedevo come l’avrebbero accolto i suoi estimatori (in particolare gli ultras della Curva X, usi a esternare in modo radicale la loro disapprovazione), come pure la veneranda Casa Madre, perché non è che nelle storie Disney i suicidi siano esattamente frequenti, né apprezzati. In più la sua fine conteneva un possibile dubbio tecnico (di cui, se credete, discuteremo fra qualche settimana) e nel contempo apriva un’altra questione, sulla quale non tornerò fino – facendo un conto a spanne – al 2019.
Perciò preparai un’uscita di sicurezza, la misi da parte e alla chiusura delle vicende pikappiche ci accatastai davanti gli scatoloni della roba vecchia. Finché – circa un anno e mezzo fa – Valentina De Poli mi disse che per il ventennale le sarebbe piaciuto vedere qualcosa di significativo. Magari il ritorno di Xadhoom, benché lo sapesse impossibile. I desideri delle signore sono ordini, inoltre non era affatto impossibile. Anzi.
Il meccanismo allestito allora funzionava ancora, anche nel contesto di PKNE, e non ha richiesto modifiche. Integrazioni, quelle sì, e una collocazione nella nuova continuity, dunque la riunione del PK Team cui vi riferite è stata ovviamente indispensabile, seppure, grazie ai potenti mezzi che la modernità mette a nostra disposizione (tipo il telegrafo senza fili), Francesco Artibani e io siamo in grado d’aggiornarci a vicenda perfino senza incontrarci di persona! Il resto è storia. Questa qui.

Dapiz: Hicks informa Pikappa e il lettore che la probabile causa dell’ondata di gelo che ha investito la Terra è una rete di satelliti disposti intorno al sole: mi sembra proprio che si stia parlando di una Sfera di Dyson, peraltro nella sua versione “autentica” invece che nella sua più conosciuta interpretazione come un guscio solido. Ti sei ispirato proprio a questa idea o avevi in mente tutt’altro?

Alessandro: Esatto, è una Sfera di Dyson e mi congratulo per la tua competenza. Per chi non la conoscesse, la Sfera è un sistema ipotizzato da un astronomo inglese per sfruttare interamente l’energia di una stella, anziché quel poco che arriva ai pianeti, circondandola con una rete di stazioni di captazione. Ci ho aggiunto (lo vedrete nella prossima puntata) un piccolo extra per chi ha fretta e vuole tutto subito, basato sul principio che a mantenere in equilibrio le interazioni solari è sostanzialmente la gravità.

FearTear: L’astrocaccia evroniano che PK usa per infiltrarsi nel “mondo semovente”, oltre ad essere un ottimo espediente che rimanda al passato, è anche una citazione a Independence Day (in cui gli americani si infiltrano nell’astronave madre utilizzando una vecchia navicella precipitata sulla Terra molti anni prima) o è solo un caso?

Alessandro: No, è proprio così. Forse, più che una citazione, giusto una strizzatina d’occhio. Siamo tutti consumatori di fantascienza, compreso PK, anche se a lui il trucco non è riuscito altrettanto bene che in quel film.

FearTear: E’ un argomento su cui hai già risposto nei precedenti Botta e Risposta, ma il monologo iniziale ricorda da vicino altri celebri soliloqui delle New Adventures e quindi il paragone nasce spontaneo: come mai hai detto no al punto fermo e sì a valsoia? Non sentivi l’esigenza di un mood più “poetico” o credi che per quello vada bene anche il punto esclamativo?

Alessandro: Bella domanda. In effetti – come vi scrissi a suo tempo – ci stavo lavorando e avevo accuratamente preso nota delle vostre opinioni a riguardo, finendo per convincermi che sì, il punto fermo ci voleva. Perciò in CDUR ne ho usati a tutto spiano: nella prima tavola, per esempio, non c’era neanche un esclamativo, per trasmettere la sensazione di una voce atona e distante, amorfa nonostante dica cose solenni. Sennonché i miei punti fermi sono scomparsi, quindi immagino che la redazione sia giunta a conclusioni differenti. Chiederò lumi e intanto, dove vi sembra che ci starebbero meglio, siete liberi di metterli voi.

FearTear, generalezargon, Jacopo: Possiamo aspettarci che il riferimento a Raksaka sia parte del celebre (r)accordo con Artibani e che quel pezzo di storia spetterà a lui? E di chi è l’idea delle possibili conseguenze delle cinque dimensioni su noi poveri esseri quadrimensionali? Se è tua, puoi dirci di più? Se non puoi, ci puoi dire almeno perché Pk non è corso subito da un dottore bravo bravo… o a cercare il povero Raksaka?

Alessandro: Sicuramente potete (e possiamo) contare che Francesco porti avanti la questione Raksaka, dato che chiude il suo Raggio Nero ed è palesemente un gancio a sviluppi futuri. Qui, piuttosto che un raccordo strumentale, la sua assenza rappresenta un’ineludibile realtà di fondo: Raksaka non è più in cima alla Ducklair Tower e prima o poi PK doveva accorgersene. Che debbano esserci due gargoyle è altresì una necessità – lo sappiamo da Nella Nebbia – quindi Hicks, che del grattacielo sta studiando le funzioni a partire da quelle prioritarie, ha provveduto a sostituirlo.
Quella delle conseguenze è una sua teoria, poiché è logico che cerchi una spiegazione. Secondo me l’essere esposti a dimensioni aggiuntive non dovrebbe averne, tant’è che secondo alcuni fisici speculativi la realtà già le include, eppure stiamo benone. Idem a Paperopoli, dove Thala è ancora al suo posto, né la Ducklair Tower sembra averne risentito. Viceversa, credo che la “ricostruzione” di un’entità a quattro dimensioni intesa a dargliene cinque qualche effetto destabilizzante l’avrebbe e me ne sono servito per risolvere Topolino, Eta Beta e la Stampante Multi-D, che forse a qualcuno è capitato di leggere. Il tutto fatta salva la possibilità che nonostante la nostra convinzione d’esistere solamente su quattro dimensioni, le cose stiano diversamente… Questa però è una suggestione che tengo da parte per una prossima storia o per fondare una religione.
PK non corre in cerca d’un dottore perché in fondo un po’ di fiducia in Hicks gli resta, così suppone che se la sua sopravvivenza fosse in pericolo, l’I.A. glielo direbbe. Non va in cerca di Raksaka in quanto non ha modo di farlo, come pure perché Hicks non appare preoccupato. Per quanto ne sa, può darsi che abbia già preso le misure del caso e in effetti l’atteggiamento dell’altro pare dichiarare “sto facendo il necessario, tu stanne fuori”.
Infine (e soprattutto), sotto alla mascherina c’è pur sempre Paperino, che si sta incavolando di brutto. Il che lo pone al di là di ogni valutazione razionale.

Mightypirate: Mi sembra di capire che Pk abbia a disposizione solo lo scudo e stavolta la tuta sia rimasta in panchina. Ti trovi meglio a fargli utilizzare solo la sua arma storica?

Alessandro: Non mi trovo meglio o peggio, ho fatto una scelta guidata dalle esigenze del racconto e dalle sue premesse. In questo momento Hicks ha messo PK in panchina. Gli ha concesso lo scudo perché lo considera un gadget secondario (e perché senza di esso PK tornerebbe al livello Paperinik), però la tuta è un dispositivo di classe superiore, appartenente alla Camera Omega. Pur nell’emergenza, Hicks confida nella sua programmazione e non intende affidare all’alleato date armi finché non sarà indispensabile. Ciò definisce lo stato attuale del loro rapporto, senza contare che una risorsa della potenza della tuta avrebbe portato la narrazione a sviluppi del tutto diversi da quelli che mi proponevo.

Valerio: Pk sostiene che Xadhoom abbia distrutto Evron. Ma non è andata così! Xadhoom aveva scelto di lasciare il planetoide “in pasto” ai coolflame risvegliati, senza sporcarsi le mani (cfr il “Non ti fermi a distruggere tutto? Non riesco a crederci!” di Paperinik). Si trattava di una decisione piuttosto “matura” per il personaggio, e una reticenza assai raffinata per evitare di mostrare direttamente un genocidio. Non vorrai mica dirmi che ho frainteso per sedici lunghi anni??

Alessandro: No, tranquillo. È solo che uno “spiegone” sarebbe stato lungo e anche un po’ inutile. I PKers di lungo corso sono già al corrente dei dettagli, mentre a chi è salito a bordo solo adesso è sufficiente sapere che non esiste più un impero organizzato e capace d’andarsene a zonzo con un planetoide. Considerazioni maggiormente articolate avrebbero richiesto testo e spazio, a scapito del ritmo che in una scena abbastanza drammatica ho preferito tenere più serrato.

generalezargon: Sempre a proposito di quanto visto in Sotto un Nuovo Sole, nelle battute finali della storia vediamo Pk su un caccia iperspaziale con due xerbiani. Ma quindi non gli hanno dato uno strappo fino alla Terra? E’ Pk che ha preferito smarcarsi dopo che loro, per passare il tempo, hanno attaccato con il gioco degli indovinelli?

Alessandro: Gli indovinelli sarebbero stati il meno, è quando hanno iniziato a cantare in coro “Quel mazzolin di xaxxix” cercando di coinvolgerlo che PK ha dato forfait! Infatti, se lo guardi bene, quello del desinit di Sotto un Nuovo Sole non è un caccia, bensì una navetta di collegamento con cui gli Xerbiani accompagnano il nostro eroe a scegliere un mezzo adeguato al ritorno sulla Terra. Addirittura assomiglia un tantino a un torpedone e l’associazione inconscia ai rituali da gita scolastica dimostra che te n’eri reso conto 🙂

Mightypirate: Come mai Pk si preoccupa di coprire con il mantello la visuale per Hicks, anche dopo che è palese quello che ha fatto (“Argh! Sono allo scoperto!”)? E perché Hicks finge di non sapere dove si trova il nostro eroe? Ci spieghi meglio quel passaggio e come intendi il rapporto fra i due?

Alessandro: PK si tradisce in più d’una battuta (cfr.“Perciò nessuno noterà un astrocaccia in più!” o “Argh! Sono allo scoperto!”), ma è un tipo emotivo e certe frasi gli scappano. Peraltro non gli sembrano così esplicite ed è ancora convinto che Hicks ignori cos’ha fatto. Per parte sua l’I.A. non vuole ammettere di saperlo, è in una modalità di ostilità passiva e di non-comunicazione: “se non sei sincero con me, allora io non lo sarò con te”. Come ha osservato Portamantello sul Papersera, “sono due testardoni che hanno appena litigato” e per di più ciascuno ancora pensa di poter risolvere la situazione a modo suo. Dovrebbero fidanzarsi.

Hicks

FearTear: Curiosità estemporanea. Ci sarà mai occasione di vedere Xadhoom e Lyla nella stessa stanza in futuro? E se la risposta è no, avete mai ponderato l’idea di farle incontrare durante la prima serie?

Alessandro: Non ho una risposta, o almeno non la ho adesso. È una prospettiva che ha il suo fascino e in passato l’ho considerata, ma il mio modo di costruire le trame parte da un abbozzo generale della vicenda in cui assemblo gli eventi utili a portarla avanti, non da presupposti come “mettiamole insieme e vediamo che succede”. Di conseguenza, se sarò io a scriverlo, questo incontro epocale avverrà quando sarà necessario affinché altre cose accadano.

rayleigh92: L’abbiamo chiesto ad Arti&Pastro, ora tocca a voi! Qual è la vostra colonna sonora per Cronache di un Ritorno? Sorprendeteci! Mooooseca!

Alessandro: Direi György Ligeti (per esempio Atmospheres e Lux Aeterna) per le sequenze a Paperopoli e nello spazio. Per Stanley Kubrick ha funzionato, può andare bene anche per noi. Poi, quando entrano in scena gli Evroniani, delle polifonie Zulu, poiché trasmettono una potente sensazione di unità. Naturalmente parlando solo di questa prima puntata, perché dalla colonna sonora delle seguenti potreste intuire tutta la storia!

Mightypirate: Nella tavola con il titolo il maltempo paperolese forma la scritta “Sciami”. Ora, l’opzione più naturale è quella del messaggio subliminal-massonico, ma i complottisti insistono e parlano di titolo alternativo. Puoi illuminarci e spiegarci il perché di questo cambio a posteriori?

Claudio: Si è cercato qualcosa di epico come Gli Argini del Tempo, non una sola parola ma una frase che fosse evocativa al solo pronunciarla. Sciami era la prima opzione, si inseriva in un concetto più ampio, ma questa è un’altra storia… forse la prossima… ma visivamente era molto d’impatto vederla formarsi con le gocce di pioggia sul vetro, ed eccola ancora lì… subliminale o no.

Jacopo: Nel primo episodio si vede poco, ma è inevitabile parlare di Xadhoom e del tuo approccio ad un personaggio che non hai avuto modo di rappresentare spesso in PKNA. Cosa (e come) hai voluto cambiare rispetto ad allora e per quale motivo? Ti ritieni soddisfatto? Ti piacerebbe che i tuoi colleghi si adattassero al restyling?

Claudio: Non l’ho praticata molto anche se in Ombre su Venere era la protagonista in tutto e per tutto. Ritrovarla è stato un piacere e una sfida (per me) ho voluto darle un tocco di sensibilità in più: in fondo ciò che le sta accadendo la farà crescere ulteriormente, questa non è la saga in cui digrignerà i denti come in passato.

generalezargon: Sempre a proposito di restyling, gli evroniani di questa storia sono molto più caricaturali rispetto a quelli che disegnavi ai tempi. È un cambiamento dovuto all’evoluzione del tuo stile oppure è dovuto alle esigenze sceniche del loro ruolo più comico?

Claudio: Sono un’altra stirpe un’altra razza, Ale mi ha consegnato una sceneggiatura più comica rispetto alle percedenti, non caciarona, ma sicuramente in alcuni scambi c’è molta ironia negli scambi dialettici tra i personaggi, ed io in alcuni momenti ho semplicemente seguito il flusso degli avvenimenti.

Surprise

RedLas: Curiosità da studente disegnatore ad un professionista. Ho sempre particolarmente apprezzato il tuo stile, e senza ombra di dubbio i tuoi disegni per me sono il miglior manifesto visivo per quanto riguarda le “vecchie” serie, PKNA e PK². Da anni sei passato alla tavoletta grafica, e poco da allora è cambiato in quello che penso: di questa storia (sebbene sia solo il primo episodio) già non posso far altro che apprezzare la regia, per non parlare della recitazione dei personaggi e della loro espressività.
Finita la sviolinata, un punto dolente a mio parere c’è. Da quel che ho potuto capire anche da alcune foto su facebook (potrei sbagliare), la tavoletta grafica che utilizzi non è una Cintiq, o comunque non è una tavoletta con schermo integrato, bensì una comune tavoletta, anche piccolina, che usi accompagnandoti con lo schermo di un computer. Sebbene conosca bene i vantaggi del disegno digitale (anch’io ho una tavoletta grafica), conosco i limiti di quella specifica “fascia” di tavolette: i tratti risultano più “puliti” se dati più in fretta (se fatti con più calma, ciò che ne consegue sono spesso delle linee “tremolanti”), e ciò porta, volenti o nolenti, a spessori imprecisi, artefatti strani e innaturali, linee che non si congiungono… Insomma, a parer mio ciò che non ne ha giovato, nel tuo passaggio dai lavori “analogici” a questo tipo di strumento, è la precisione nei dettagli del tratto, tanto che alcuni disegni si potrebbe dire che abbiano un aspetto più “abbozzato”, meno pulito (ti prego, passami il termine). Al di là di quelli che possiamo considerare ovviamente cambiamenti dovuti ad un’evoluzione del tuo stile, quelli a cui mi riferisco sono tutti problemi che, con l’utilizzo di tavolette più “powerful”, verrebbero probabilmente a scemare! Insomma, in sintesi: perché non usare una Cintiq? Faccio osservazioni troppo da PRDQP?

Claudio: La dinamica del pennello è quella che fa oggettivamente la differenza, la tavoletta che sto utilizzando ora è di fascia un po’ più alta (cioè i livelli di pressione sono decisamente più elevati) ma se ti devo dire la verità non mi hanno fatto avvertire una sostanziale differenza, la postura di lavoro che ho assunto mi consente di disegnare anche per 15 ore al giorno senza subire forti ripercussioni al fisico e la Cintiq non mi soddisfa per una serie infinita di ragioni, tra leggeri dislivelli, calore, postura: è un’abitudine, forse la mia, ma perché me la si faccia cambiare deve succedere qualcosa di epocale che ancora non avverto.
Le imprecisioni che lascio sono volute e sono un ragionamento lungo 10 anni (da quando disegno in digitale) la naturalezza del segno è fondamentale, la dinamica che uso mi consente di entrare in dettagli minuscoli (volendo) e di poter lavorare il segno all’infinito (se volessi): bisogna sapersi fermare in tempo, il formato di stampa, la risoluzione del file e tutta una serie di fattori determinano le scelte che di volta in volta vado a sviluppare. E’ una continua ricerca di equilibrio, non esiste una soluzione univoca.
Il percepito dovrebbe essere quello del formato di stampa, una vignetta di 6 cm per lato una volta non la si poteva ingrandire come capita ora ad un’immagine pubblicabile su internet dove la si può ingrandire fino ai pixel: quando compravamo Topolino non usavamo la lente d’ingrandimento per leggerlo. Quando si è cominciato a scannerizzare le tavole su cartoncino, ingrandendole per colorarle, sentivo dire dai coloristi le peggio cose sulla mano tremolante di Tizio e Caio osservando le imprecisioni della china ingrandita al 300%, ma non avevano ben presente il prodotto finale. E’ la stessa cosa che sento dire da chi giudica “freddo” o al contrario abbozzato un certo disegno sapendo in principio che si tratta di un disegno digitale, ho visto tavole di colleghi considerate capolavori solo perché non avevano detto che era china digitale. Le “imprecisioni” ti assicuro che non sono dovute a un problema tecnico, almeno per me, in questo momento della mia carriera: ho fatto di tutto a mano, le tavole le ho rovinate, bruciate, stropicciate, tagliate, bucate e graffiate e continuo a maltrattarle anche in digitale.

Giordanduck: A proposito di digitale… quei balloon? Personalmente quel modello quadrato con le punte arrotondate lo trovo abbastanza bruttino. Non temi si perda un po’ di “naturalezza”?

Claudio: Non sono miei, io mi lamento del posizionamento. Nonostante li preveda in fase di layout, puntualmente vengono piazzati dove io non vorrei.

Jacopo: Nella prima puntata, il Paperino della penultima vignetta di pagina 13 ha un becco arrotondato evidentemente ispirato al capolavoro a fumetti del nostro secolo, ovvero l’agile e scattante Pikabbufo. Ecco, che ne pensa Sciarrone del Pikabbufo e, soprattutto, della sua spalla Sciarruno? Volevamo sapere se intendi adire alle vie legali, non per altro eh, è che ci sono scommesse in corso…

Claudio: I becchi semi aperti sono una delle mie risorse per variare le espressioni, i sussurri, le voci aggraziate o le frasi non sguaiate alle volte meritano quel trattamento visivo. Detto questo Sciarruno è eccezionale per me un traguardo e un riconoscimento della mia carriera. Non scherzo, esser parodiati, caricaturati, è prima di tutto un segno d’affetto che in questo caso mi ha veramente fatto felice. Prevedo del merchandise e magliette con l’effige di Sciarruno, ma quali cause legali, basta che facciamo a metà!

rayleigh92: L’abbiamo chiesto ad Arti&Pastro, ora tocca a voi! Qual è la vostra colonna sonora per Cronache di un Ritorno? Sorprendeteci! Mooooseca!

Claudio: Oddio io vivo con la musica nelle orecchie, mentre realizzavo la storia al galoppo questa estate avevo in cuffia sparati ad alto volume: AcDc, Linkin Park, Die Antwoord, Metallica, Fabri Fibra, Duran Duran, Guns n’ Roses, Imagine Dragons, Punkreas, Lenny Kravitz, Red Hot Chili Peppers, rigorosamente in ordine sparso.

Valerio, generalezargon: La rivelazione degli sciami ha un po’ sorpreso, perciò cerchiamo di chiarire qualcosa dalla già non limpidissima mitologia evroniana. Ma quindi il pianeta Evron che avevamo creduto di sconfiggere nella prima serie era solo uno dei tanti? O vantava comunque una sorta di primato o centralità (Xadhoom lo definì il “cuore” dell’Impero)? Non vorrai mica venirci a dire che per tutti questi anni è stata una vittoria di Pirro…

Alessandro: Naturalmente no. La minaccia di Evron era oggettiva e oggettivamente Xadhoom e PK l’hanno sventata, salvo il ritorno in scena di superstiti, sbandati e simili, i quali peraltro non modificano il fatto che l’Impero e la sua compagine sociale non esistono più. Oggi scopriamo che quella minaccia non era unica nell’universo e che esistono altri imperi evroniani… che probabilmente non capiteranno mai dalle parti della Terra, perché la galassia è grandina e perché i gruppi di organismi predatori come gli Evroniani tendono a non sovrapporsi sul medesimo territorio di caccia. Detto questo, se le termiti vi mangiano la casa ma riuscite a debellarle, la chiamereste una vittoria di Pirro poiché non avete anche estinto l’intera specie delle termiti nel mondo?

Astere: Non è un po’ troppo facile creare un Imperatore? Non perde d’importanza la sua figura tanto stimata dagli evroniani?

Alessandro: Non definirei esattamente stima quella che gli Evroniani nutrono per l’Imperatore. “Abbietta sottomissione”, semmai, almeno per le caste inferiori, mentre per quelle elevate si tratta d’una lealtà di comodo che mantiene in equilibrio una feroce competizione. Quanto al processo generativo dell’Imperatore, richiede una spora dalle caratteristiche ottimali fra quelle già selezionate per i ranghi superiori – lo sappiamo fin da PKNA – che ovviamente non sono abbondanti quanto quelle per produrre guerrieri generici o tecnici manutentori. La spora va sottoposta a un trattamento sofisticato, cui partecipano i capi della branca scientifica al completo. Ciascuno ne padroneggia solo una sequenza, poiché sarebbe destabilizzante se un singolo archiatra fosse in grado di creare quanti Imperatori vuole. Insomma, a me non sembra così facile.

generalezargon, rayleigh92: Come mai i planetoidi degli sciami evroniani da noi conosciuti (e che vediamo anche insieme nel secondo episodio) sono così diversi? Quanto può divergere uno sciame dalla società “madre”? Per esempio, oltre alla struttura in caste che è connaturata nel dna evroniano, il nuovo sciame presenta anche istituzioni come il Consiglio Imperiale?

Alessandro: Come sapete, per costruire un nuovo planetoide imperiale si demolisce parte d’un pianeta e se ne utilizzano i materiali (più quelli di eventuali lune disponibili, satelliti minori ecc.) nella fabbricazione delle sue strutture artificiali. Di conseguenza l’aspetto del planetoide è influenzato tanto dalle scelte dei progettisti quanto dalle materie prime disponibili. Al momento della separazione il nuovo Impero non si differenzia dall’originario, infatti non soltanto la stratificazione in caste, ma anche l’esistenza di quelle che dal punto di vista umano sono istituzioni – cioè letteralmente organi “istituiti” da una decisione volontaria – sono in realtà imperativi genetici e per questo gli Evroniani risentono tanto della loro assenza. Dunque la società evroniana potrebbe allontanarsi dal suo modello naturale solo a causa dell’evoluzione. Anomalie come quella incontrata da PK sono il prodotto di eventi catastrofici, cui gli Evroniani rispondono cercando di ripristinare la normalità come vediamo in CDUR, oppure accettando un Consiglio Imperiale composto da un numero minore di membri nel caso qualcosa abbia decimato le classi superiori o l’intera popolazione e così via, secondo necessità.

Astere, Sommo Zotnam: Visto che siamo in tema, approfittiamone per chiarire un punto controverso della mitologia evroniana, quello del Consiglio dei 111. Su Pk Il Mito si legge che “il Consiglio Imperiale è composto da 111 consiglieri bicefali” inferiori solo all’Imperatore stesso per forza, intelletto e via dicendo. Ma nella Trilogia di Xadhoom ed in Sul Lato Oscuro compaiono anche consiglieri senza la coda, evroniani “normali” per quanto di casta alta, e addirittura nel numero 0 lo schemino della gerarchia piramidale evroniana mostra il rettangolino del Consiglio Imperiale colorato a metà con il colore della casta alta militare e per l’altra metà col colore della casta alta scientifica, il che fa supporre che contenga entrambe le categorie. Ancora, in Fase Due un evroniano sospetta che un altro succhiaemozioni stia cercando di trarre gloria personale dalla distruzione di Paperopoli, dicendo “Sfruttandola adeguatamente, potrebbe addirittura prendere il posto del Sommo Zotnam!” e facendo intendere che una promozione del genere sia prevista o almeno ritenuta possibile. Com’è composto questo benedetto Consiglio Imperiale? Prevalentemente da bicefali salvo evroniani di alto rango che hanno particolarmente eccelso? Da bicefali e “senatori” di casta alta in egual misura? Il modello evroniano può essere uno spunto per superare il bicameralismo perfetto? C’illumini.

Alessandro: Il Consiglio è inevitabilmente composto da membri d’entrambe le branche, poiché gli Evroniani delle caste dominanti sono altamente competitivi e uno squilibrio sarebbe degenerativo. A quel livello, per quanto rigida sia la società evroniana, esistono possibilità di “mobilità” e di acquisizione di maggiore potere, connaturati e funzionali a mantenere gli individui alfa al massimo delle loro potenzialità e a selezionarli per il bene della specie. L’aspetto dei membri del Consiglio e dei gerarchi non è condizionante, le qualità che li rendono tali possono esistere a prescindere dalle manifestazioni fisiche esteriori, fermo restando che un ammiraglio non avrà mai la fisionomia di un soldato di truppa, poiché questo sarebbe confusivo per la catena di comando. D’altronde non dimentichiamo che la riscrittura del DNA è una specialità della branca scientifica, per cui, in caso di necessità, dotare un Consigliere d’una testa in più non sarebbe certo un problema. Detto in soldoni, il Consiglio è costituito da Evroniani creati per le posizioni di vertice, sia fatti sviluppare appositamente come Consiglieri sia per le altre massime cariche ed elevati a quel rango per avere primeggiato, sul campo… ma soprattutto in abilità nell’eliminare la concorrenza, i quali – nel rispetto dell’Impero e dell’Imperatore – continuano a cercare di farsi le scarpe a vicenda. A proposito del bicameralismo perfetto, credevo che già fossimo da sempre governati da Evroniani e con questo mi spiegavo un sacco di cose…

BonTon

Mightypirate, rayleigh92: Ma i vari sciami di Evroniani una volta che si separano quindi perdono ogni contatto fra di loro e ognuno si sviluppa in maniera completamente indipendente? C’è quindi più di un Imperatore? E che succede se s’incontrano? Si rivolgono al TAR evroniano? Esiste un ceppo principale?

Alessandro: I diversi sciami (ma un Evroniano preferirebbe chiamarli Imperi) quando si dividono perdono ogni contatto, così come gli alveari e i formicai, e ciascuno ha un suo Imperatore. Esistono in modo indipendente, però – a quanto ne sappiamo al momento – non si sviluppano differenziandosi, perché l’evoluzione è una faccenda che richiede parecchio tempo, anche per chi viaggiando nello spazio è sottoposto a radiazioni di ogni tipo, e perché l’Evroniano è un predatore vincente e quindi stabile. Ne deriva che il ceppo principale è quello che conosciamo da sempre, tant’è che gli Evroniani in cui PK s’imbatte in CDUR sono sostanzialmente uguali a quelli affrontati in passato. Mutazioni come gli Evroniani potenziati o con speciali peculiarità sono artificiali. Un caso eccezionale è quello in cui l’ordinamento naturale dell’intera specie sia stravolto (v. Grrodon), per cui i sopravvissuti tendono a occupare le nicchie utili a ricomporlo. Per gli scampati di un Impero distrutto è così naturale cercarne un altro nel quale confluire, tentando nel frattempo di preservare l’unità sociale e una relativa normalità. Altrimenti sono destinati a estinguersi. A oggi non è mai accaduto che un Impero tornasse a incrociarne un altro, in quanto, al momento della separazione, ciascuno prende una rotta che lo porti il più lontano possibile, in un differente settore galattico. Se dovesse succedere, forse tenterebbero d’ignorarsi: lo stesso meccanismo della suddivisione innescata dalla sovrappopolazione dimostra come gli Evroniani siano geneticamente programmati per evitare un eccesso di competizione sulle medesime risorse.

generalezargon, Portamantello, Sommo Zotnam: A proposito di relazioni fra sciami, nel tuo immaginario che fine hanno fatto Zotnam e la sua Nave Madre dopo la disfatta dell’Impero? Avevi intenzione di sviluppare maggiormente la sua sottotrama e il suo personaggio? Possiamo immaginare che, magari insieme ai sopravvissuti visti in Sul Lato Oscuro, sia stato assimilato in un differente Impero? Oppure si sono fatti uno sciame tutto loro, con blackjack e squillo di lusso?

Alessandro: Finalmente una risposta breve! Potete immaginare quello che volete, perché per adesso tutte queste linee narrative sono ancora secretate! Personalmente sono per l’ipotesi delle squillo di lusso. Da coolflamizzare.

rayleigh92, Portamantello, Sommo Zotnam: Il sistema degli sciami può spiegare il numero elevatuccio a cui è arrivata la dinastia imperiale? L’Imperatore Evron XI^5 non è espressione di una successione diretta (che non sappiamo nemmeno se esista -o se abbia senso- fra gli Evroniani) ma del numero totale di sciami precedenti? I 111 del Consiglio Imperiale possono essere considerati proxy dell’Imperatore e rientrare nel conteggio, avendo facoltà di sciamare per conto loro? In ogni caso esiste una casta occulta di evroniani PR che, poveracci, deve stare dietro a tutto ciò? 😛

Alessandro: Quella della casta occulta è una buona idea che sicuramente qualche Imperatore adotterà, perché ordinare a qualcuno d’occuparsi d’un compito improbo altrimenti guai a lui è nelle loro corde. I membri del Consiglio non possono sciamare per contro proprio, perché diversamente che utilità avrebbe creare un Imperatore per ogni nuovo Impero? Il nome dell’Imperatore non è necessariamente indicativo della sua collocazione nella dinastia e quello di XI^5 è molto popolare fra gli Imperatori. Avanthiunaltron e Gisellon invece non hanno avuto fortuna.

Portamantello: Ora che ci penso, un Impero nato da un sopravvissuto l’abbiamo già visto con Grrodon in Potere e Potenza. Può sicuramente essere che nel XXIII secolo sia rimasto solo lui come “ultimo evroniano”, ma come ci spieghiamo il suo progetto indipendentista? Semplicemente Grrodon era un po’ picchiatello?

Alessandro: In un certo senso sì. In una specie simile a quelle degli insetti sociali, l’ultimo rimasto, sufficientemente evoluto da non perire mentre cerca di capire dove sono finiti tutti gli altri, può essere spinto a comportamenti che in condizioni normali sarebbero del tutto impossibili e irrazionali.

Sommo Zotnam: Continuiamo a raccogliere “pezzi” di Evron lasciati senza un seguito nelle New Adventures e che ora possono essere visti sotto una nuova luce. Per esempio, che fine potrebbe aver fatto Zargon, il generale rimasto isolato sulla Terra in Le Sorgenti della Luna? E, soprattutto, hai intenzione di riprendere il Saggio-fra-noi visto in Sotto un Nuovo Sole, la cui (presumibile) vera identità ha sempre stuzzicato i pkers? Avevi già all’epoca qualcosa in mente per lui?

Alessandro: Già, dov’è finito Zargon? Non se n’è saputo più nulla, neanche una cartolina o gli auguri a Natale. É una di quelle tessere disperse per cui è lecito pensare che il puzzle evroniano sia lontano dall’essere completato, ma se ora dicessi d’avere dei progetti su di lui, mentirei. Nondimeno, chiedermi che ne è stato lo ha riportato nel mio orizzonte, quindi chissà. Quanto al Saggio-fra-noi, è uno dei segreti cui accennavo prima. Quando l’ho tirato in ballo ignoravo tutto sul suo conto – c’è un retroscena che magari prima o poi racconterò – né avevo idea di quale dovesse essere il suo destino, tuttavia potrei averla adesso. Vedremo. Per intanto posso solo scusarmi per la risposta insoddisfacente e pure un tantino omertosa.

Porphy

Giordanduck: Fermo restando che sappiamo bene come la parola “fine” non sia mai davvero definitiva, una delle caratteristiche di PKNA era l’aver dato un finale alla sottotrama di Evron. Ora che quello scenario è stato riaperto hai già in mente una possibile conclusione della lunga saga “Pk contro Evron”? Ed è possibile parlare di finale, quando può sempre spuntare fuori un nuovo sciame?

Alessandro: Seppure io continui a paragonarli agli insetti sociali, gli Evroniani sono più simili a quelle dermatiti di cui t’illudi d’esserti liberato, invece ogni tanto rispuntano! A prescindere dall’esistenza di altri imperi in giro per lo spazio, già ai tempi di Sotto un Nuovo Sole era lecito credere di poterli mettere da parte, viceversa hanno continuato a saltarne fuori. Quindi è fuor di dubbio che non smetteranno di creare problemi. Quanto al finale, sì, ne ho in mente uno, ma non riguarda loro.

rayleigh92: Un mago non rivela mai i suoi trucchi, ma… dobbiamo sapere! A quando risale l’idea degli sciami?

Alessandro: Riecco gli insetti sociali! Risale addirittura a prima di PKNA #0, poiché già allora continuavamo a usarli come termine di riferimento e chiamavamo le strutture con cui gli Evroniani colonizzano i pianeti “i favi d’invasione”. Non ne ho mai discusso con il PK Team (che a quel tempo, per la parte relativa a soggetti e sceneggiature, era composto in tutto da Ezio Sisto e da me), però mi sembrava evidente che come di alveari, termitai e formicai, non potesse esisterne uno solo.

rayleigh92, parolealvento: Ispirazioni particolari per le nuove razze aliene viste nel secondo episodio? I Rettificatori ricordano i Costruttori (Builders) della Marvel, antagonisti della saga Infinity di Hickman, mentre i robot della Condivisione En’tomek richiamano i Cybermen del Doctor Who, ma anche i Borg di Star Trek. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, ma vogliamo sapere di che fantascienza si nutre Sisti!

Alessandro: Sisti si nutre di quasi tutto quello su cui riesce a mettere le mani, fantascienza e anche no. Colpevolmente, non ho ancora acquistato (in associazione con la signora Sisti, la vera appassionata di famiglia) l’ultima stagione del Dottore. Solo perché me ne dimentico, magari lo farò appena finisco di scrivere questo Botta & Risposta, però ai Cybermen non avevo pensato. Riguardo ai Borg, s’è trattato di un’ispirazione inversa, nel senso che ho iniziato a costruire gli En’Tomek in base a ciò che mi occorreva per questa storia. Li volevo simili agli Evroniani, per dare a questi un po’ della loro stessa medicina: appartenenti anch’essi a una sorta di sciame dove l’individualità del singolo si annulla nell’unità collettiva, meccanici o biomeccanici, parassiti e colonizzatori con l’abitudine d’assorbire e integrare le vittime… A questo punto mi sono reso conto che erano Borg, perciò ho impostato la frase con cui si presentano sullo schema della classica “Siamo la collettività Borg. Voi sarete assimilati, la resistenza è inutile”. I Rettificatori dovrebbero altresì ricordare qualcun altro e avremo l’occasione di scoprirlo.

Mightypirate: Il Settore Dindon è una citazione a qualcosa? No, perché su facebook sta nascendo una specie di culto per il nostro signore e salvatore Andrea Fanton e vedendo un rimando alle sacre scritture ci siamo emozionati…

Alessandro: Sono desolato, ma il settore Dindon, localizzato in corrispondenza della principale area d’ingresso al planetoide, è una citazione del tradizionale campanello della porta, diffuso in tutto il cosmo civilizzato. Compreso Evron, dove però la risposta è una scarica di Evron Gun.

dinton

Astere: Il Supremo Assoluto F-F, con quella sua voglia di essere bacchettato, ha un che di sadomaso. Aggiungiamo che evidentemente gli piacciono pure i travestimenti… non sarà il caso di tenerlo lontano dai piccoli ed impressionabili evroniti? 😛

Alessandro: Vergogna! Per questa osservazione verrai rinchiuso nel primo Enthropiotron disponibile.

rayleigh92, generalezargon, Mightypirate: Nel concepire i Rettificatori ed i robottoni En’tomek, che hanno colpito più lettori per il loro feeling da fantascienza classica, ti sei ispirato a materiale specifico o è tutto frutto del tuo estro e delle ispirazioni del muso Sisti?

Claudio: È tutto frutto della descrizione di Sisti e della vena creativa del momento senza tante influenze. Gli En’tomek ragionano come una cosa sola, mi è venuto in mente -un po’ come per le sentinelle di Matrix (a cui sono particolarmente legato)- il connubio crostaceo-tentacoli-macchina.

generalezargon: A proposito di suggestioni, il design dei Rettificatori ricorda molto quello dei mostri evocati da Moldrock ne Il Raggio Nero? Strizzatina d’occhio? Casualità?

Claudio: No, sono in tutto e per tutto dei golem con una roba che non posso dirvi per via degli sviluppi futuri 😉

Valerio: Durante tutta la prima serie avevamo visto che gli “evroniani rossi” come Zotnam e l’Imperatore potevano parlare solo con la coda. Ora a quanto pare non è più così: il leader che vediamo nel flashback infatti parla normalmente, a meno che la coda non sia proprio in primo piano. Si tratta di un cambiamento consapevole oppure si tratta di una svista avvenuta in post-produzione, un po’ come i balloon del Razziatore ne Gli Argini del Tempo?

Claudio: I picanelli dei balloon andrebbero riposizionati (così come una parte dei baloon stessi nella storia).

Astere: Nei passati Botta e Risposta abbiamo chiesto a te ed ai tuoi colleghi come affrontate la sfida della gabbia libera, tipica delle avventure di Pk, all’interno del formato ridotto del settimanale. Ora ti chiedo: quanto il formato influenza, invece, la resa di certi personaggi? Ad esempio, questi evroniani mi sembrano meno gobbi rispetto al passato.

Claudio: In realtà, usando io molto i tagli orizzontali ad allargare la scena, avrebbero dovuto esserlo di più perché schiacciati dalla gabbia. Io li vedo molto ripiegati su loro stessi, ma ricordo degli evroniani di Alberto Lavoradori perfettamente eretti in verticale: non esiste una “regola” dipende dalle esigenze di copione, sono attori molto difficili da gestire.

Lei

Valerio: Sisti, leggendo la tua risposta sul consiglio dei 111 “composito” mi viene a questo punto da chiederti qualche info in più sulla razza rossa. Mi pare abbastanza chiaro che all’epoca si sia cambiato idea più e più volte sulla loro natura e il loro ruolo, usandoli come generici “evroniani importantissimi” oppure come consiglieri oppure come imperatori etc. A questo punto ti chiedo un approfondimento, un pk-project testuale su di loro, attingendo alla tua “bibbia” mentale. Qual è la storia “in-universe” di questa benedetta razza rossa, e qual è la loro storia “out-universe”, ovvero quella “produttiva”? Idee iniziali, retcon, cambi di idee, passaggi di mano, dicci quello che puoi dirci e facciamo un po’ di chiarezza filologica, orsù!

Alessandro: Partiamo dalla prosaica realtà “out-universe”: i disegnatori, si sa, sono Artisti (con la meritata maiuscola) e a volte hanno visioni di sublime potenza estetica, che trasferiscono sulla carta, senza spiegazioni né domande. Così è stato degli Evroniani rossi, apparsi con quell’aspetto senza relative indicazioni di sceneggiatura, sulla suggestione dei primi schizzi dell’Imperatore quando su PKNA le linee-guida iniziali correvano in parallelo a una certa spontaneità creativa. L’autorità della loro figura era manifesta e forse per quello non si è sentita la necessità di formalizzarla, bastando riservarli a ruoli appunto “importantissimi”. Per contro, l’organigramma della società evroniana s’è progressivamente focalizzato, definendo il bisogno d’una classe di vertice appena inferiore allo stesso Imperatore. Non parlerei allora di retconning, quanto di un raro caso in cui l’elemento grafico e quello narrativo sono stati concepiti separatamente, per poi andare a coincidere. “In-universe” gli Evroniani rossi rappresentano perciò la massima aristocrazia, costituita dai Consiglieri sviluppati come tali dalle spore per affiancare l’Imperatore, cui assegnare anche posizioni di comando operativo particolarmente nevralgiche, come la guida di avamposti cruciali o di flotte costituite da più squadre astronavali con i relativi ammiragli. Personalmente ritengo che alcuni siano ex generali o archiatri, che una volta elevati in Consiglio hanno ricevuto un upgrade morfologico. Non è mai stato raccontato, però potrei farlo.

Astere: Sempre riguardo agli ormai famigerati evroniani rossi, se non erro in origine dovevano essere capaci di compiere “tecniche che sfioravano… il trascendente(?)”. Sono ancora canoniche o erano solo un idea non più messa in atto?

Alessandro: Quantomeno è un’idea dimenticata, dopodiché bisognerebbe capire cosa sia “trascendente” nel novero delle facoltà evroniane. Se parliamo di poteri magici o di capacità paranormali, sul genere di quelle padroneggiate dai grandi iniziati di Dhasam-Bul, francamente la ritengo un’ipotesi sgraziata nell’ottica del racconto (allora mettiamoci pure un Evroniano che mangia una nocciolina e diventa super!) e inadeguata a una specie troppo radicata agli aspetti materiali del reale per aspirare a qualsiasi trascendenza… anche se immaginare degli Evroniani Sith ha un suo fascino! D’altra parte sappiamo l’imperatore in grado di scagliare folgori senza ricorrere ad armi tecnologiche, il che è abbastanza trascendente e non escluderei che questi benedetti rossi conoscano qualche trucco del genere.

Astere: Continuando a prendere spunto dalle precedenti risposte, ci hai detto che gli Imperi non tendono a essere molto diversi l’uno dall’altro e che il gli evroniani, essendo dei predatori perfetti, non mutano il loro Dna. Però nel PkProject di PKNA #5 vengono rappresentati dei possibili evroniani evoluti dal ceppo principale (per meglio resistere ad accelerazioni sempre più brusche nei loro viaggi) in “soli” 300 anni. Certo, la genetica evroniana funziona in modi che “possiamo solo immaginare” e via dicendo, lo riportava anche il PkProject. Ma niente è come appare, no?

Alessandro: Le due cose non sono così contrastanti: niente è come appare, o magari lo è tutto! In natura esistono specie immutate da milioni di anni e altre inclini a mutazioni relativamente rapide, soprattutto in habitat circoscritti come le isole oppure i planetoidi Imperiali. Nella loro morfologia di base gli Evroniani “funzionano bene” e quindi non cambiano, tuttavia hanno palesemente un codice genetico piuttosto fluido ed essenziale, tant’è che i loro scienziati lo manipolano con discreta disinvoltura. Ne consegue che si adattino in fretta al variare delle sollecitazioni ambientali (anche questo è un tratto che li rende efficienti) e presumibilmente, se combattessero contro PK per qualche secolo, evolverebbero un perfetto fenotipo anti-pikappico. Il che ci riporta alla loro affinità con gli insetti terrestri, i quali hanno selezionato famiglie resistenti a determinati insetticidi addirittura nel giro di decenni.

Valerio, CatacombKitten: Abbiamo tutti notato come la Paperopoli di PKNE sia più integrata con il cast classico rispetto a quella delle vecchie serie. Frutto di una decisone consapevole e coordinata tra te ed Artibani o semplicemente frutto di un condiviso approccio sincretistico? Per quanto ti riguarda, questo modus operandi questo era ben chiaro sin dai tempi della Disney Parade, in cui avevi provato a fare ordine sulle infinite contraddizioni dell’universo disneyano. Ma all’epoca questo sincretismo lo notavano in pochi e c’era la percezione diffusa che PK fosse semplicemente “altro” dal classico fumetto Disney. Ci puoi raccontare quali erano le direttive all’epoca? E ora, invece, intendete dare un ruolo più incisivo al cast classico?

Alessandro: L’approccio sincretistico – almeno nelle nostre intenzioni – c’è sempre stato. Il difficile è renderlo evidente e concreto, specie nella rinnovata continuity di PKNE, che per vari aspetti sta ancora prendendo forma. Per ciò che mi compete, fin dal numero Zero ho creato PK chiedendomi come Paperinik avrebbe reagito a situazioni più severe e proprio a causa di queste, recepite come “non-Disney”, in passato la richiesta aziendale è stata al contrario di considerare autonome e diverse le due dimensioni: PK non doveva essere Paperinik. Al presente la dicotomia pare superata, forse grazie al fatto che in vent’anni la Casa Madre s’è resa conto che una realtà non inficia né pregiudica l’altra. Tuttavia, nei miei propositi, la partecipazione del cast tradizionale è destinata a non espandersi oltre a quanto richiesto dalla congruenza della trama, affinché il registro del racconto non ne sia stravolto o – peggio – passi da una modalità all’altra. Ritengo che nessun PKer desideri vedere PK in difficoltà, perché mentre affronta una crisi galattica deve cercare un regalo di compleanno per Paperina! Al contrario, in CDUR, sapendo la Terra alle prese con una glaciazione, non farci domande sulla sorte di Qui, Quo e Qua avrebbe significato negare la quotidianità del Paperino che conosciamo, a danno della credibilità dell’universo Pikappico.

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FearTear: Ma quindi, se Xadhoom ha la capacità di trasformarsi da xerbiana in sole e viceversa a piacimento, e SE l’età biologica del sole in cui diventa riparte da zero ogni volta che si trasforma… significa che Xadhoom può vivere all’infinito? Oppure ho capito male tutto e Xadhoom semplicemente morirà di vecchiaia all’età di 5 miliardi di anni?

Alessandro: Ah, saperlo! Non è questione di capire bene o male, credo che perfino Xadhoom lo ignori. Qual è la durata di una stella così differente da qualunque altra e quale l’aspettativa di vita d’una creatura tanto unica e nuova? La nostra xerbiana è destinata a sopravvivere alle civiltà che conosce oppure, considerato che “la candela che brucia da entrambe le parti dura metà del tempo” (citazione a braccio, inutile che insegni a voi da cosa), a estinguersi prematuramente? Non lo so né me lo chiedo, anche se sarebbe mio dovere d’autore e creatore del personaggio. È un interrogativo che non mi pongo perché neppure Xadhoom lo faccia. Tutti – lei compresa – troveremo la risposta quando arriverà il momento.

generalezargon: Il fatto che Xadhoom esploda e si riformi rimanendo comunque “viva” ci dà modo di reinterpretare il suo ologramma visto in Nell’Ombra, che agiva di volontà propria ed aveva un legame diretto con Xaedus? Insomma, il disco era una “semplice” piastra di memoria o conteneva proprio la coscienza di Xadhoom mentre il suo corpo bruciava a temperature poco salubri?

Alessandro: Domanda interessante, tanto che me la sono riletta per esteso nei post del Sollazzo. Il disco era una replica della personalità e della memoria di Xadhoom, fondamentalmente inerte, ancorché reattiva grazie a una sorta di programmazione per assolvere ad alcune funzioni che abbiamo visto. D’altro canto si trattava d’un calco a definizione subatomica, ottenuto con la tecnologia Evron-Vaac (v. a seguire), e dunque ben più che una mera trascrizione. Nello stesso tempo, Xadhoom trasformata in stella non era pienamente cosciente – lei stessa parla di “un lungo e terribile sogno” – poiché la sua coscienza e la sua entità fisica erano espanse per l’intero diametro solare, impegnate a disintegrarsi e a ricostituirsi, anche questo fino ai livelli subatomici. Quindi no, il disco non poteva essere la sua “coscienza viva” e connessa al distante corpo materiale, tuttavia è credibile che fra le due parti si sia stabilito un nesso di entanglement.

Astere: E’ possibile che l’Impero visto in questa saga sia abbastanza giovane? Spiegherebbe perché sono così pochi. I poveretti scampati alla distruzioni sembrano letteralmente in mezzo a una strada. Nel vecchio Impero, se ti perdevi, almeno una nave madre riuscivi a trovarla.

Alessandro: A parte il fatto d’essere stato praticamente annientato dai Rettificatori, che già mi sembra una giustificazione della sua pochezza, è senz’altro possibile che in origine questo Impero fosse limitato, in quanto giovane o per una ridotta disponibilità di risorse. Questo mi porta a un’altra tua domanda, che ho letto giorni fa e che – se permetti – vorrei riprendere anche se non mi è stata riproposta, poiché la reputo valida. Per quale ragione un Impero sciama anziché crescere indefinitamente? Quello sconfitto da Xadhoom e PK sembrava più grande, esteso su una quantità di mondi al di là del planetoide Imperiale. E in effetti lo era, trattandosi di un Impero forse più antico, ma soprattutto più fortunato, poiché il suo territorio (la nostra fetta di galassia) era – come tutti i cultori di fantascienza sanno – straordinariamente ricco di specie più o meno intelligenti e appetibili per chi si nutra delle loro emozioni. Qui torna in scena il concetto di equilibrio fra popolazione e risorse, che gli Evroniani calcolano razionalmente e sentono istintivamente. Neppure nell’abbondanza le risorse sono infinite ed espandersi come se non ci fosse un domani equivale a rischiare prima o poi la carestia, oppure a trovarsi nell’obbligo di sconfinare nel settore di un altro Impero, trovandosi a competere. Cosa che, lo sappiamo, gli Evroniani evitano e dunque anche l’Impero più fiorente prima o poi non può che sciamare.

generalezargon: Come funziona l’Evron-Vaac? E’ disponibile in altri colori e quanto dura la garanzia?

Alessandro: Funziona benino, grazie. Lo fa avvolgendo l’encefalo del soggetto in un campo di vuoto quantistico (da cui il nome Evron-Vaac), che com’è noto non è vuoto per niente e di conseguenza funge da elemento di contrasto, sullo sfondo del quale i percorsi sinaptici e le fluttuazioni di potenziale sono rilevabili a livello subatomico. Tecnobubbole, però se ci pensate può funzionare. È applicabile selettivamente e con differenti intensità, per leggere una specifica sezione di memoria o l’intero contenuto, registrarli e, disponendo dei modelli di quegli schemi cerebrali, interpretarli. Intensificando il campo è inoltre utilizzabile per forzare i tracciati neuronali (non gli si può nascondere niente), anche se l’individuo scansionato ne esce un po’ malridotto, tipo che un coolflame al confronto è sveglio e sagace. L’Evron-Vaac si trova in tutti i colori più popolari, compresi il devastante orosa e il viola-Evron. In caso di guasti basta portarlo al più vicino centro autorizzato d’assistenza per avere la garanzia d’essere coolflamizzati.

CatacombKitten: Giunti alla terza puntata, puoi rivelarci la tua “colonna sonora” per le parti della storia che non sono coperte dalla precedente risposta a tema musicale?

Alessandro: Per il secondo episodio, cori dei tenores sardi nelle scene con gli Evroniani, legong balinese in quelle con gli En’Tomek e le Danze Polovesiane di Borodin per gli interludi terrestri. Nel terzo solo musica dodecafonica – senz’altro la Composizione con Dodici Note di Schoenberg, poi a piacere – fatta eccezione per il risveglio di Xadhoom, che va invece sul tema di “Shéhérazade: Il mare e la nave di Sinbad” di Rimskij-Korsakov. Per il quarto episodio (tanto ormai avete capito come va a finire), silenzio assoluto fino al climax conclusivo, la cui colonna sonora va prodotta sovrapponendo la habanera della Carmen di Bizet e “Rock around the clock” di Bill Haley and the Comets.

RedLas: Xadhoom è tornata. Gli evroniani, sparsi per la galassia, ci sono ancora. Di certo, però, qualcosa è cambiato nella nostra incandescente comprimaria, e già qualcosa lo abbiamo potuto vedere nella famosa Trilogia che segnò la sua – momentanea – uscita di scena in PKNA. Però qui vediamo qualcosa in più: non solo Occhibelli, visti i recenti sviluppi riguardanti il suo pianeta, deve evidentemente rivedere le sue friggenti priorità di vendetta verso la stirpe dei bellicosi paperi viola, ma vediamo un fatto inedito: prova riconoscimento verso uno di loro, Porphioolon. Ci ritroviamo così una Xadhoom priva di uno scopo, di un punto di riferimento, di un nemico, e persino, ora, di un’opportunità di redenzione che possa metterla in pace con sé stessa, visto che il sole che è stata, pur soffrendo, per tanti anni non avrebbe più nessuno (?) da riscaldare. Cos’ha da offrire, a Xadhoom (e a noi tutti, lettori e autori), questo nuovo – seppur desolato – scenario che si è aperto per lei in PKNE?

Alessandro: Altri aspetti della sua personalità che non abbiamo avuto modo di conoscere, poiché in passato la sua brama di rivalsa era così monomaniacale da eclissarli. Nondimeno Xadhoom non è mai stata solo cieca ferocia e credo sarete d’accordo se dico che il suo è un personaggio profondo e complesso, che coniuga quella terribile emotività che la rende intesa e drammatica a una lucida razionalità. Anche per questo, in prima istanza, il suo ritorno ha suscitato perplessità: non solo il suo arco narrativo sembrava completato, ma pure suo il percorso interiore, dall’odio disperato a un sacrificio maturo e consapevole, accettato quasi con gioia come vediamo in CDUR. Che ora Xadhoom appaia svuotata e quasi sperduta è innegabile, eppure proprio questa è la sfida più grande e tragica che le si sia mai posta. Varrà la pena di raccontarla.

generalezargon: Mi è parso che la storia sia stata risolta troppo repentinamente, con poche tavole conclusive. Avevi pensato a un finale con qualche tavola in più?

Alessandro: Sì, lo confesso. Sceneggiando il quarto episodio, credevo di potermi concedere quattro o cinque tavole oltre le quaranta dei precedenti: il finale lo giustificava e non sarebbe stata la prima saga di PKNE a superare le 160. Non avevo considerato alcune esigenze d’impaginazione che me l’hanno impedito, dunque ho dovuto asciugare certe scene, sia nella conclusione sia in altri passaggi, dove per fortuna i tagli sono meno evidenti. Magari un giorno, con la collaborazione di Claudio, avrò modo di allestire una versione “director’s cut”, esaustiva e catartica quanto l’avevo immaginata. Spero tuttavia che quella andata alle stampe non vi abbia lasciati toppo insoddisfatti.

generalezargon: Come può un evroniano essere “buono”? Non ho mai considerato cattivi gli evroniani, bensì molto coerenti con la loro natura di predatori: esseri senza emozioni che si cibano di emozioni, portati ad assoggettare le altre razze più per necessità che altro. L’introduzione di questo evroniano buono non svilisce un po’ la poesia del cambiamento di Gorthan in Mekkano, nonché la particolarità e l’unicità di questi antagonisti?

Alessandro: Gli Evroniani – almeno quelli di casta bassa – non saranno particolarmente brillanti, però paragonarli ai predatori inferiori, che si nutrono delle prede senza essere per questo moralmente giudicabili, fa perdere di vista il fatto che la loro è una specie culturalmente evoluta e capace di scelte etiche. Che la natura li abbia orientati all’aggressività non toglie che possano decidere quanta metterne in pratica – anche reciprocamente – così come l’aver prodotto emozioni sintetiche adeguate ad alimentarsi eppure, anziché renderle più appetibili, continuare a preferire la predazione, indica un atteggiamento in cui la volontà di nuocere prevale sul bisogno. Un’ulteriore conferma viene poi dalla scientificità con cui l’Impero coltiva l’inclinazione allo schiavismo, non necessario e sostituibile con la tecnologia. Dunque gli Evroniani, per quanto coerenti, in una visione duale che consideri il bene opposto al male al di là di qualunque relativismo di maniera, sono cattivi. In questo quadro l’eccezione conferma la regola e l’anomalia di Porphioolon sottolinea la norma dei suoi simili, nulla togliendole e semmai impedendoci d’abituarci a essa. Allo stesso modo, non mi pare esista ragione per cui la sua genesi e la sua caratterizzazione sminuiscano altri personaggi con le cui storie non ha alcun rapporto.

Astere, FearTear: Perché Porphilioon teme di essere ridotto a spora? Non gli bastava fingersi… “non buono”, invece di nascondere anche la sua intelligenza?

Alessandro: Come recita un antico detto di Dhasam-Bul, “i malvagi sono preferibili agli stupidi, perché ogni tanto si riposano”. Il senso è che la malvagità è una caratteristica attiva, che per essere anche solamente simulata va praticata: come avrebbe potuto esimersene Porphioolon, se il suo scalcinato Impero si fosse imbattuto in un mondo abbastanza indifeso da riuscire a invaderlo? Sempre a Dhasam-Bul s’insegna, “per non correre rischi fa’ lo scemo”. Tanto più che così nessuno sospetterà di te e all’occorrenza potrai sabotare i perfidi progetti dei tuoi dis-simili.

RedLas: In questa storia, ci hai fatto inevitabilmente amare gli sfortunati Evroniani del planetoide assediato, cesellando per ognuno di loro una personalità precisa e facendoci empatizzare con loro… Salvo poi farli bruciare tutti sul Sole, una volta tornati spore. Tutti, tranne uno. Ora, noi Pkers – seppur magari un po’ sconvolti – possiamo anche passare sopra a questo trionfo di omelette evroniana, ma cosa ne dirà il buon Porphioloon? È un evroniano buono, sì, ma quando ritornerà alla sua forma senziente, manterrà le sue inclinazioni pacifiste o piuttosto le scavalcherà, una volta venuto a sapere di essere stato salvato e portato su un pianeta alieno dagli stessi responsabili della morte di tutti i suoi compagni? Del resto lui stesso contava, con il suo “sacrificio”, di fermare gli altri evroniani senza nuocere loro. Mi faccio troppi problemi o se li farà anche Porphy e quindi glissiamo causa spoiler?

Alessandro: Per il momento non parlerei di spoiler, perché del futuro di Porphioolon ho solo qualche vaga visione. Che dirà di ciò che è successo? Scoprirlo sarà interessante, poiché per quanto egli possa comprendere la necessità per Xadhoom e PK di sventare il pericolo rappresentato dai suoi congeneri, potrebbe decidere che il modo in cui ci sono riusciti rende pure loro due dei cattivi…

Sporphy

rayliegh92, Astere: A proposito, dobbiamo dare Bonton e compari per spacciati? Dopotutto abbiamo già visto delle spore “volanti”… Ma quanto ti sei divertito a dare vita ad una scena del genere sulle pagine di Topolino? E quanto si sono divertiti gli evroniani?

Alessandro: Divertito? Io? Mh. Massì, giusto un pochino. Gli Evroniani in fondo sono carne da cannone. Le spore credo non lo abbiano apprezzato molto, perché non hanno senso dell’umorismo… né un apparato sensorio: griglia o freezer per loro fa lo stesso. Che si possa darli per spacciati però è garantito! Il sole è caldino e ci hanno fatto dentro un bel carpiato. Sono stati ridotti in cenere e quella cenere in cenere di cenere! Adieu, è stato breve, ma intenso. The end. Non ne siete convinti? Che c’è, vi ho mai imbrogliati?

RedLas: Ti chiedo una spiegazione tecnobubbol-ehm, SCIENTIFICA piccola piccola. L’onda di panico e la regressione a spora: come funziona questo processo di autodifesa evroniano e quando Xadhoom ne è venuta a conoscenza?

Alessandro: Nonostante la sua propensione alla brutalità, Xadhoom non può accantonare l’acutezza della scienziata per ciò che le accade intorno. Quindi ha scientificamente osservato un’infinità di volte le reazioni di Evroniani che, trovandosi – grazie a lei – senza alcuna possibilità di scampo, hanno istintivamente tentato di regredire in uno stato che quando la minaccia è determinata dalle condizioni ambientali, offre una minima speranza di salvezza. Svariati organismi semplici terrestri adottano la stessa strategia. L’onda di panico è l’equivalente elettromagnetico evroniano di quelle chimiche, a base di feromoni, che noi forme di vita animale emettiamo in condizioni di paura o repulsione e che Xadhoom, con la sua sensibilità per le dinamiche energetiche, non poteva non percepire. O almeno è così che tecnobubbolescamente me la sono spiegata quando ho pensato che lei avrebbe potuto sfruttarla.

generalezargon, Astere: Puoi illustrarci il ragionamento che ha portato Hicks ad agire solo in quel modo e in quel determinato momento? Pensava che Pk ci avesse lasciato, ehr, le penne? E come se la sarebbe cavata nel giustificare la scomparsa dello zio ai nipotini?

Alessandro: Come I.A., Hicks è un sistema esperto con funzioni difensive, finalizzato alla custodia della Camera Omega. In pratica, Rambo chiuso in una stanza con l’ordine di tenere la posizione. Ha una fiducia totale nella propria programmazione (né potrebbe essere altrimenti) e finora non aveva conosciuto altro. Per contrastare il ritorno di Evron ha perciò attivato una prassi predefinita, che non aveva ragione di modificare secondo i consigli di Paperinik. Allo stesso tempo, quando il papero mascherato ha preso l’iniziativa, non l’ha fermato perché non era sua competenza farlo, tanto più che per entrare in azione PK non ha sottratto nulla dall’arsenale Ducklair e qualsiasi risultato avesse ottenuto sarebbe stato un vantaggio strategico. Trascorso un ragionevole lasso di tempo in cui non ha visto PK tornare né ha ricevuto sue notizie, Hicks l’ha dato per disperso ed è passato allo stadio successivo della condizione di difesa, con un’incursione per valutare il potenziale nemico, poiché (da quanto ne sapeva) gli Evroniani intendevano congelare la Terra e dunque attendere il loro attacco secondo la pianificazione iniziale avrebbe portato alla sconfitta. Viceversa, i droni ED gli hanno mostrato un PK ancora operativo, per cui Hicks ha sospeso le operazioni in attesa di sviluppi, che sono arrivati nel giro di poco. Se il paladino paperopolese fosse invece caduto in battaglia, probabilmente il buon Sergione avrebbe detto a Qui, Quo e Qua «Ho una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che vostro zio era l’eroico Paperinik.» (Con i punti fermi, vi prego di notarlo.) Al che i tre – intuitivi! – avrebbero balbettato «E-era?» e lui «Questa è la cattiva». Ma a pensarci bene, non avrebbe avuto bisogno di farlo, perché gli En’Tomek avrebbero portato a termine il loro piano e tanti saluti ai nipotini e a tutto il resto.

rayleigh92: E che fine hanno fatto i caccia di Hicks dopo il loro intervento?

Alessandro: Li trovi su e-Bay. No, dai, sono risorse della Camera Omega e ovviamente lì sono tornati.

MIB86: Abbiamo parlato di sincretismo e standard character. Questo però da anche origine a tutta una serie di nuovi ed inquietanti quesiti, del tipo: mentre Hicks rifornisce i paperopolesi di stufe iper-tecnologiche, Paperone che fa? Compra tutte le piscine comunali per rivenderle come piste da pattinaggio o affitta a caro prezzo le sue stufe semi-nuove dei tempi del Klondike?

Alessandro: Paperone è un papero con il cuore al posto giusto e delle priorità chiare, che – anche se non l’abbiamo visto – in questo frangente sono state: primo, salvaguardare la famiglia. Secondo, salvaguardare il capitale in vista di un’eventuale glaciazione, perché se l’oro non teme il gelo, il resto del patrimonio e delle attività produttive potevano risentirne. Terzo, salvaguardare la clientela… pardon, la popolazione terrestre, per naturale umana solidarietà (com’è palese). Quindi possiamo essere certi che abbia allertato i suoi centri di ricerca nonché il solito Archimede, anche se la situazione era più complessa del consueto e comunque s’è risolta prima che quelli potessero portargli qualche risposta.

Sommo Zotnam: Ma il CD contenente la memoria Xadhoom, che fine ha fatto? E’ rimasto nei sotterranei della Ducklair Tower? C’erano piano in merito? Precludeva ad un eventuale ritorno “virtuale” di Xadhoom mediante clonazione o intelligenze artificiali?

Alessandro: Hai guardato su e-Bay? Se non c’è deve trovarsi ancora dove l’hai visto l’ultima volta, perché non ci sono mai stati progetti a lungo termine che lo riguardassero. Il ritorno di Xadhoom era già stato previsto, con le modalità che sapete, fin dal momento del suo sacrificio e non ha mai contemplato I.A. né cloni.

MIB86: La fine di Pkna/Pk2 aveva lasciato in sospeso un mucchio di personaggi: dal capitano Neopard (Plutz!) a quel distrattone di Xarion (“Questa volta sarà un viaggio molto più corto” aveva detto nel lontano ‘99), da Gorthan a Fenimore Cook… e questi sono solo i primi che mi vengono in mente! Possiamo aspettarci che alcuni di questi facciano ritorno nelle nuove storie o per le prossime avventure l’attenzione del neo-PkTeam è rivolta principalmente ai nuovi personaggi?

Alessandro: Non degradiamo Neopard, che come ogni comandante mercenario che si rispetti è un colonnello e non un capitano! I personaggi che citi sono parte integrante del’universo pikappico e perciò sì, di qualcuno è già in conto il ritorno sulle scene. Perché PKNE ha un passato non meno che un futuro.

manfroze: Gli En’tomek assimilano nuovi elementi per crescere, e non sanno fare altro. Che siano i Borg l’hai già detto tu. Io invece noto che hanno MEK nel nome e ci ricordiamo tutti di un certo personaggio che aveva sempre “Fa-MEK”. Insomma: gli En’tomek sono Mekkano? Sono pazzo io? Sono pazzi loro? Torneranno nelle prossime avventure?

Alessandro: Pazzi in fondo lo siamo un po’ tutti, a parte gli En’Tomek che al massimo possono essere guasti. Finora però si sono dimostrati efficienti, meritandosi di tornare prossimamente alla ribalta. Quando avverrà avremo modo di scoprire qualcosa di più della loro origine. Prima però non se ne parla: se fornissi tutte le anticipazioni che chiedete, perché dovreste continuare a leggere PK?

Appunto

rayleigh92: Sisti, questa è chiaramente una storia introduttiva! Ma a cosa? Hai per caso in mente un filone spaziale?

Alessandro: Esatto! È una storia introduttiva! A cosa? E chi lo sa? (V. anche la risposta precedente.) Tuttavia un sistema per scoprirlo in anteprima c’è, poiché il Sisti ha una malsana propensione agli aperitivi e alla prossima fiera fumettistica, dopo il quarto Negroni generosamente offerto, qualcosa potrebbe sfuggirgli… Oppure potrebbe soccombere al coma etilico e non scrivere mai il seguito. Mah.

Valerio: Sisti, andiamo oltre CDUR: ci fai una preview di quello che ci aspetta in futuro, pikappicamente parlando? Non chiediamo spoiler, ovviamente, ci basta solo una scaletta delle uscite e dell’alternanza fra te e Arti, in modo da fissarci sul calendario gli appuntamenti.

Alessandro: Fin qui non ho svelato nulla per puro culto della segretezza, però adesso ammetto che mi cogli impreparato. Al momento infatti sto seguendo altre cose la cui pubblicazione è calendarizzata prima del prossimo PK, né ci sono state riunioni del PK Team, per cui ne so poco più di voi. Quello che posso dire è che Francesco avrà sicuramente già tracciato le linee (almeno) della saga successiva al Marchio di Moldrock, così come a mia volta – credo d’averlo accennato – ho definito quelle delle prossime due e che dovrebbero alternarsi secondo i modi e i tempi consueti. Anche se sinceramente non garantisco neppure questo, dato che appunto entrambi abbiamo in pentola dell’altro. Insomma, tutto ciò che sono in grado di fare è promettere di tenervi aggiornati.

Valerio: Sisti, andiamo oltre Pk: quali sono i tuoi prossimi progetti? Disney, specialmente, ma non solo. Pensi che aver ripreso in mano Pk, risvegliando il tuo “drago dormiente” (cit.), possa avere un influsso sulla direzione delle tue prossime creazioni? Parlo infatti di applicare il metodo di lavoro pikappico a cose disneyane che Pk non sono, ovviamente.

Alessandro: Questione complicata. Da vecchio scribacchino (più o meno a metà del 2017 festeggerò i primi quarant’anni di servizio, sperando che duri) sono sempre alla ricerca di nuovi orizzonti e nella materia disneyana vedo, come tutti voi, molto cui dare una svolta pikappica, intesa non soltanto come metodo di lavoro, quanto come una poetica più articolata e adulta. La domanda è se questo sia il momento giusto per simili sviluppi e quale e quanto pubblico esista cui offrirli, perché in fondo noi – se permettete metto me stesso nel conto – siamo i “felici pochi, compagine d’eletti” di cui parlava il collega sceneggiatore Mimmo Shakespeare. Di sicuro ci sto pensando, non ho mai smesso di farlo (il mio drago, citazione apprezzata, soffre d’insonnia) e se son rose fioriranno. Nel frattempo ho poi in lavorazione alcune storie “mainstream”, che pur non avendo caratteri d’eccezionalità spero riusciranno a intrigarvi, un altro paio collegate a importanti anniversari in arrivo, un progetto di qualche importanza che affonda le radici nel passato e un’iniziativa (non destinata all’edicola) che seppure indirizzata a fini educativi, credo abbia una sua gradevolezza. Troppo vago? Penso sappiate che gli autori Disney firmano un accordo di riservatezza, la cui inosservanza mi farebbe probabilmente finire a Guantanamo. Ma visto che citi il non-Disney, pure su quel fronte, nei momenti liberi (Ah! Ah! Avercene!) coltivo qualche idea che sulle pagine di Topolino non potrei raccontare. Mi leggereste anche se i protagonisti non fossero topi & paperi?

Valerio: Sisti, andiamo oltre Sisti: in generale, ce la vedi un'”osmosi” creativa o un’evoluzione del fumetto Disney tradizionale che risenta in qualche modo del ritorno di Pk? Qual è il futuro ideale del fumetto Disney, secondo te? Cosa ti auspichi e cosa assolutamente non ti auspichi.

Alessandro: Questione MOLTO più complicata! Innanzitutto mi piacerebbe che la gente (di proposito non uso il termine “pubblico”) tornasse a leggere di più: per prima cosa il fumetto Disney, ma anche quello non-Disney, come introduzione a ogni altro genere di lettura, ossia a un medium che si fa fruire e consente di decifrarlo, di fermarti e di tornare indietro. Perfino di riflettere e di obbiettare. Tutti noi nativi disneyani siamo – chi più, chi meno – consumatori di differenti letture. Perché leggere è pensare, mentre lo stesso non può dirsi di altri media – compresi quelli digitali, oggi votati al prevalente consumo di video – che impongono i propri tempi e messaggi immediati e acritici. Suppongo che parlando di fumetto Disney tu ti riferisca agli Standard Characters – topi e paperi, magari segnatamente di produzione italiana e per noi tradizionali – seppure sulla scena globale ciò significhi altrettanto (o in maggior misura) l’editoria derivata dai Classic Characters cinematografici, da Cars a Planes e a Toy Story. A mio avviso il nostro fumetto Disney e il ritorno di PK, nonché la sua recente pubblicazione negli USA, possono fare parecchio, per mantenersi popolari come per ricondurre alla lettura, poiché offrono un’autentica narrazione e semplicità di fruizione, con livelli diversi in un medesimo prodotto. In pratica, dimostrano che leggere è per tutti e dà molto. La diffusione internazionale della formula italiana, basata su personaggi altrove riservati a serie televisive prescolari come Mickey Mouse Clubhouse, può evidenziare come anche con tanti altri caratteri – in grado di sostenere le trame articolate di lungometraggi – nel fumetto si potrebbe fare di più e di meglio. Viceversa, nell’impero Disney i fumetti sono sempre più un soggetto di nicchia ai limiti della visibilità. Dunque ciò che assolutamente non posso auspicare è che la loro scarsa rilevanza conduca a una progressiva edulcorazione e all’abbassamento del target, fino al completo svuotamento che prelude all’estinzione.