Ecco un paio di cose del nuovo libro di Zerocalcare che mi hanno colpito.
La Scuola di Pizze in Faccia del Professor Calcare probabilmente non verrà mai celebrato al pari dei volumi precedenti perché di base non è una graphic novel bensì una semplice raccolta di storie brevi pubblicate online. Si tratta della terza, dopo Ogni Maledetto Lunedì su Due e L’Elenco Telefonico degli Accolli. Solo che stavolta il libro esce direttamente in formato elegante, ed è parecchio più grosso del solito. Questo perché nel frattempo la produzione di Calcare è aumentata, specialmente quella per committenti esterni come Espresso, Repubblica, Wired e BestMovie (mentre sono diminuite le storielle tratte dal blog). Sebbene la lettura risulti difatto meno scorrevole rispetto alle altre due antologie, ho apprezzato la scelta di inserire questo materiale, senza curarsi troppo della sua natura eterogenea. L’ho apprezzata sul piano etico e metodologico, perché mi consente di avere una fotografia credibile e ordinata di questa sua fase produttiva. C’è tutto (credo) e non è nemmeno organizzato in maniera ipocrita o confusa, bensì in tre blocchi distinti. Nel primo troviamo il Zerocalcare spontaneo, quello day by day, quindi la maggior parte del materiale da blog, condito con qualche storiella su commissione, affine però al tono della sezione. Nel secondo blog troviamo il Zerocalcare impegnato, quindi le storielle extra apparse sulle riviste e che fino ad oggi non erano ancora state raccolte. Mentre nel terzo ci sono praticamente solo commissioni, recensioni e materiale su cinema e tv. A me è sembrato un modo intelligente e onesto per affrontare quello sfilacciamento produttivo con cui ogni autore di successo si trova ad avere a che fare ad un certo punto della carriera.
La seconda cosa che mi ha colpito è che sebbene a prima vista il materiale di raccordo che collega le sezioni questa volta sia più modesto, Calcare è riuscito comunque a dargli un senso. Le tre storielline che intervallano le sezioni ci mostrano un esercito di grilli parlanti che vogliono dargli lezioni su quale linea editoriale tenere, mentre lui si ritrova sballottato tra il desiderio di dedicarsi a cose leggerine e il suo impegno sociale. Nel suo libro più sfilacciato ed eterogeneo, Zerocalcare parla proprio del suo disagio nei confronti di questa molteplicità di voci, giungendo alla conclusione che alla fine l’unica cosa che conta è ignorarle e dire il cazzo che ci pare, senza censure e anche a costo di perdere il proprio pulpito. In seguito a questa epifania, il volume propone in coda la storiella bonus su Gaetano Bresci, realizzata tempo prima e rimasta inedita, probabilmente per via del suo contenuto scomodo. La sua pubblicazione è in un certo senso liberatoria e quindi si incastona alla perfezione nel discorso che il libro porta avanti, ed è un peccato apprendere che dopo questa prima tiratura l’editore la rimuoverà, rendendola quindi un’esclusiva della presente edizione. Mi auguro che la Bao ci ripensi, perché eliminare la storia che simboleggia la rinuncia all’autocensura di Michele, danneggerebbe il libro, indebolendone il messaggio.