Macerie Prime – Sei Mesi Dopo

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E niente, è bello. Se ci si aspettava lo sconquasso, o anche solo di essere in qualche modo spiazzati da una svolta autoriale di qualche tipo, niente da fare: Macerie Prime – Sei Mesi Dopo è esattamente ciò che era stato promesso. Non un sequel di Macerie Prime, ma la sua seconda parte. Sono lo stesso libro diviso in due pezzi, pubblicati con sei mesi di iato l’uno dall’altro, e quindi ogni considerazione già fatta a suo tempo sul percorso autoriale di Michele, sulle tematiche e sulla sua maestria nel saper rendere commestibile quella che difatto è la sua biografia a fumetti andrebbe riproposto paro paro. L’ottavo libro (non ottavo e nono, precisamente l’ottavo) di Zerocalcare si rivela essere un parto creativo coerente e compatto: dice quello che deve dire, arriva esattamente dove vuole arrivare, lo fa bene e insegna a stare al mondo.

Sì, ci si potrebbe soffermare sul fatto che il finale, che alterna di continuo sequenze metaforiche action e scenario quotidiano, pur sensato strutturalmente, risulti un po’ anticlimatico. Verissimo, ma sticazzi: conta decisamente di più il contenuto che veicola. Oppure si potrebbe obiettare (come ha fatto Recchioni) che l’appartenenza calcariana, concetto che alla fine risulta risolutivo, non valga proprio per tutti e che l’esito risulti meno universale dei dilemmi che costituivano il punto di partenza. Probabilmente vero, ma nessuno ha mai detto che Zerocalcare debba per forza parlarci di cose universali, anzi, è la sua anomala eccezionalità a rendere una storia degna di essere narrata.

L’unico vero difetto è secondo me la suddivisione in due parti, che non funziona benissimo come dovrebbe. Pur avendo voluto “stare al gioco”, seguendo le istruzioni dell’autore e evitando possibili recap del primo libro (avere la percezione del tempo che passa e del perdersi di vista), al momento di ripiombare nell’azione c’erano troppi elementi che non ricordavo benissimo. E la stessa processione di demoni che sottraggono ai personaggi delle parti di loro, risulta spezzata a metà, sicché non ricordavo assolutamente chi fosse già stato “derubato”, da quale demone e cosa questo significasse. Vabbè, suppongo che in futuro la BAO non si farà sfuggire l’occasione di pubblicare tutto in volume unico eliminando difatto la cesura.

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Ultima cosa: due punti decisamente positivi, che sicuramente sono già stati sviscerati altrove, ma che mi sento di dover sottolineare pure io:

Zerocalcare te lo bevi. Scorre giù nel gargarozzo come succo di frutta, giuro. Con altri libri o fumetti questo non succede e mi trovo a dover spezzettare la lettura, diluirla, spalmarla o organizzarla con una certa pianificazione. E sto parlando di fumetti belli, eh! Con Zero ogni volta che c’è un nuovo libro BOM lo apro e lo finisco in uno, massimo due, tre giorni. A letto, in ufficio, al cesso, in auto, dove capita. Qui si è trattato di una serata unica, ad esempio. Probabilmente questa scorrevolezza, questo magnetismo è dovuto ad un equilibrio delicato e accidentale di elementi diversi come il linguaggio sciallo, l’umorismo, la tenerezza, la cupezza, l’immedesimazione, le metafore. Ma è in questo singolare incantesimo che secondo me sta tutto il motivo del suo successo.

Poi. Non che sia la prima volta che si nota, ma direi che Macerie Prime lo rende evidentissimo: a furia di disegnare spauracchi, di affastellare metafore e di esternarci la sua angoscia, Zerocalcare è diventato bravo anche a fare fumetto fantasy. La realtà parallela delle macerie che fa capolino tra una pagina e l’altra offre scenari post-apocalittici di tutto rispetto, che al netto dei collegamenti con la storia principale, hanno fascino anche di per sé. I mostri sono belli, suggestivi, mettono i brividi, e le immagini finali con l’enorme lupo nero che si sprigiona dalla terra sono potenti. E questo probabilmente è un signor traguardone, che libera Zerocalcare da qualsiasi etichetta limitante che i disattenti potrebbero affibbiargli. Non soltanto il fumettista esperienziale che racconta i cavoli suoi con fare identificativo, ma un illustratore orrorifico di tutto rispetto, un artista completo che sarà bene tenere d’occhio anche quando si sarà quietata l’onda di successo violento che l’ha preso alla sprovvista.

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