Star Wars: Maestro e Apprendista

Il nobile sforzo di Panini per rimetterci in pari con la letteratura a tema Star Wars ha purtroppo messo a nudo uno dei problemi del publishing Lucasfilm, spesso stritolato tra l’esigenza di aggiungere preziosi tasselli al mito della Galassia Lontana e quello di allungare oltremisura il brodo editoriale. Poi però succede che tra una trilogia di Thrawn e una wave dell’Alta Repubblica spunti all’improvviso questo Maestro e Apprendista, scritto dalla bravissima Claudia Gray, che senza aver la pretesa di costruire un franchise nel franchise riesce invece a restituire senso a questo genere letterario. Il lato cartaceo del canone di Star Wars nasce infatti con l’idea di aggiungere dettagli, di rendere più profondo il contesto narrativo in cui si muovono i personaggi di celluloide, aumentando la fidelizzazione. L’appassionato di Star Wars al termine della lettura di un romanzo dovrebbe sentirsi premiato, percepire che il tempo speso è stato utile a capire le cose ad un livello più profondo, volgendosi quindi ai film con occhi nuovi, ancor più innamorati.


Maestro e Apprendista fa esattamente questo. Si colloca in un periodo decisamente poco esplorato, i primi anni di apprendistato di Obi-Wan sotto Qui-Gon, e rimette in scena il setting di Episodio 1, provando a dire di più e a dire meglio di quanto avesse fatto George Lucas nel 1999. Spazio di manovra ce n’è a sufficienza, punti oscuri da chiarire anche di più. Tanto per fare un esempio, il romanzo non si limita a raccontarci le origini dell’antipatia di Obi per il volo o della sua abilità nel cavalcare i varactyl (la lucertolona di Episodio 3), ma entra a gamba tesa in campi che si credevano… proibiti, andando a sviluppare un interessante discorso sulle percezioni del futuro e finendo addirittura per definire le parole esatte della profezia del Prescelto, su cui la Saga intera poggia. E non risparmia riferimenti a Dooku, il cui distacco dall’ordine Jedi viene accennato in una manciata di capitoli flashback.


Tutto questo interessante materiale viene messo al servizio di una trama verticale. Il duo, in un momento particolarmente difficile del proprio rapporto, viene inviato su Pijal per risolvere una crisi politica e istituzionale. Non si tratta di una vicenda particolarmente intricata o sorprendente, fatta eccezione per un paio di colpi di scena indovinati, ma la scrittura della Gray si conferma ancora una volta adattissima a creare un certo trasporto anche nei confronti di personaggi e vicende autoconclusive e destinate a non essere riprese. Questo perché non si limita a descrivere freddamente l’azione, ma sposta il focus su come venga percepita dai personaggi. Nuovi o vecchi che siano, ci si ritrova in qualche modo a provare qualcosa per tutti.


E ovviamente nel caso dei vecchi questa è una gran cosa, e ci riconnette allo scopo primario di questo tipo di letteratura d’espansione. Quei personaggi portati su schermo per due ore scarse da un Liam Neeson di passaggio e da un Ewan McGregor acerbo qui rivivono per davvero, mostrano lati nuovi, del tutto congruenti con quanto ricordiamo di loro. Lati che ci aiutano a ricordarli, lati che ci aiutano a capirli di più, lati che aiutano ad amarli e a percepirli un tutt’uno con le loro future iterazioni. E a differenza del cast della Trilogia Originale, sui quali viene da anni fatto un lavoro di “completamento” che ha il sapore posticcio della retcon, gli scenari della Trilogia Prequel sembra che non aspettassero altro che di “spiegarsi meglio”. E così risulta naturale tornare a veder prendere vita dalle pagine della Gray il consiglio Jedi, le discussioni metafisiche sul significato dei lati della Forza, sulle visioni, sulle privazioni e sul coinvolgimento politico da parte di un ordine monastico. 


Maestro e Apprendista è un libro di Star Wars… utile e ben scritto. Onesto nella sua concezione, profondo nel suo svolgimento, piacevole in ogni sua parte. In grado di dialogare con la saga e con il lettore e – nel caso di chi scrive – riappacificarmi con lo Star Wars di carta dopo mesi e mesi di inevitabile saturazione.