La Tana del Sollazzo @ Lucca Comics & Games 2016

Primo Giorno: Simokku ha una certa qual barba

Premessa. All’inizio di ogni resoconto lucchese (questo è il numero 11) mi lagno. “Quest’anno è stato difficile organizzare, più degli altri anni”, “Sto attraversando un momento un po’ così” “E’ un periodo schifoso” etc etc e poi finisce sempre che capitolo dopo capitolo partono pipponi su pipponi, e poi si conclude con un po’ di retorica positiva, di riflessioni sul domani, di aria fritta sui sentimenti etc. Quest’anno non dico che farò così, né che non lo farò. E dico anche che non ho molta voglia di scriverlo, quindi lo scrivo in fretta prima che il mio corpo e la mia mente si accorgano della violenza a cui li sto sottoponendo. Quindi potrei dire che avrete un flusso di coscienza, però vi dico anche che NON lo avrete, dato che dovrò purgare/censurare/alludere a miliardi di cose che in un resoconto PUBBLICO non si possono scrivere. Insomma, la vita è piena di sfumature e contraddizioni, e crescendo lo si impara. Ma proseguiamo: innanzitutto confermo la cosa che ho realizzato nel resoconto #9 (2014) ovvero che per me Lucca è il Klondike. Quando ci vado avverto la fatale convergenza di ogni elemento che conta della mia vita: amicizie, amori, lavoro, passioni e ossessioni (cit.), tutto crossoverato insieme in un lieve torpore da ubriacatura (ri-cit.). E questo ti scuote, eh. Nel bene e nel male, perché io ho un corpo e un cervello solo e gestire questa gigantesca mole di emozioni e sentimenti spesso opposti è davvero dura. Però se Lucca dev’essere il mio Klondike, io ho deciso di essere Paperone e quindi intendo cavalcare l’onda di questo scompenso emotivo e spendermi interamente. A costo di tornare a casa del tutto svuotato.

Nel dettaglio: quest’anno sono successe robe belle/brutte/interessanti. Un anno fa me ne sono andato di casa e da allora ho attraversato momenti difficili, ho lottato, ho perso, ho vinto, ho riperso, ho rivinto etc. Di certo qualcosa è avvenuto: ho terminato di pubblicare online il Compendium, consegnando ai posteri un lavorone unico che analizza TUTTO il corpus dei WDAS per la prima volta senza limitazioni. E poi mi sono riscoperto fumettista, ho comprato una tavoletta e mi sono inventato il Fumettazzo, ovvero un webcomic che narra la mia vita di webmaster, attraverso l’analisi di alcuni autori. Oltre a questo, il Sollazzo è molto cambiato e questo lo devo a Manfroze. Quest’uomo, più di un decennio fa, mi diede l’impulso per dare inizio all’avventura del Sollazzo. Poi fuggì, spaventato dal mostro che aveva creato. Il mostro però l’ha inseguito, l’ha afferrato e l’ha ingurgitato, ruttando forte e ridisegnando la sua stessa struttura molecolare. Per farla breve, io e froze ci siamo messi “in affari”, annettendo il suo gruppo Pkers alla nostra rete di chat Telegram. E questo ha portato a grandi cose: la community è cresciuta, sono sorti nuovi canali, abbiamo rifatto daccapo il sito e messo il Fumettazzo al centro di tutto questo. Non tutti gli utenti storici sono sopravvissuti al cambiamento, alcuni se ne sono andati, altri invece sono arrivati, e altri ancora sono tornati dal passato. La Tana Lucchese di quest’anno, allestita proprio da Froze, è un po’ il simbolo di tutto questo, nel suo aggregare persone nuove…o seminuove. Insomma, questa Lucca era cruciale per poter testare il Sollazzo 2.0 e raccogliere i frutti del paziente lavoro di semina che è stata la gestazione del Fumettazzo.

Così mi sono messo in viaggio con un BlaBlaCar, poi ho fatto tappa dalla zia che mi ha dato la mancetta, cosa che mi sembra del tutto normale per un ragazzino di 32 anni, e poi di corsa a Lucca. Dove trovo ad aspettarmi il vecchio Froze, con la sua voce buffa dall’accento siciliano ma non troppo, data la sua recente permanenza a nord. Un Froze un po’ creolo, ecco. Lucca però si sta già spegnendo, ed è il momento di metterci in marcia per raggiungere la Tana, che questa volta è a Viareggio. Laggiù troviamo ad attenderci Lello Arena, poi guardo meglio e non è davvero Lello Arena, ma è il Dottor Jacoby di Twin Peaks. Anzi no, è solo Simokku. Così conosco dal vivo questo nuovo sollazziere, che è lo stesso sollazziere che ha avuto il coraggio di guidare i miei primi passi nel mondo della tavoletta digitale. Un uomo con una barba pazzesca, vi dico. Infine arriva il vecchio morbidoso Elik, che dopo il Fumettazzo adesso è diventato Polemik, e che tenendo fede al suo nuovo nome inizia a deliziare la Tana con le sue opinioni variopinte. E poi si dorme. Prima sparisce Elik, poi sparisce Froze, e così rimango solo a chiacchierare con Simokku. L’argomento? Ovviamente il Dottore Classico. Non esiste niente di più adatto a conciliare il sonn….zzzzz….

Secondo Giorno: COSSA sono questi scleri, Valè?

Mi sveglio è c’è COSSA. Chi diavolo è COSSA? Un tizio che mica l’ho capito molto bene. Qualche mese fa mi piomba nel Sollazzo e decide che deve fare delle cose, e inizia a farle, e nemmeno male, va detto. Io non ho ancora capito se stia servendo il dio sollazzo, il gesù grrodoni o semplicemente la madonna della sbatta però oh, dati i risultati lascio fare. COSSA porta cose nuove: in primis la sua presenza fisica che mi era ancora ignota, poi sua moglie e infine… il fumettazzo in carne ed ossa. Sei fascicoli freschi di stampa che includono le mie prime due storie e che da questo momento in poi verranno diffuse presso alcuni eletti. Fra questi eletti ci sono io, che me ne accaparro subito una. Grazie COSSA. Meno cinque. Poi però mi giro e noto che manca Elik. Dov’è? Ma è chiaramente andato a Bologna, come chiunque si aspetterebbe da qualcuno in gita a Lucca. Mi pare una cosa normale e lineare, no?

Poi si va in fiera, che è sempre la solita fiera. Solo che sono io a non essere sempre il solito grrodoni, anno dopo anno. La profezia del crossover cerebrale si avvera e io impazzisco di ansia e sconforto. Fare acquisti, visitare la fiera, parlare con gli autori, diffondere il fumettazzo, imbattersi in amici, nemici, colleghi, amori, dolori e allegria. Tutto nello stesso momento. Non ce la faccio, non gestisco tutto questo convergere e confliggere di interessi. E a chi appigliarsi dunque? Ma a gianduja, che mi arriva alle spalle tranquillo e serafico. Costui è l’utente che fottesega di tutto, uno scoglio di neutralità cerebrale nella burrasca emotiva a cui tento di sfuggire. Ma mica c’è solo lui, ecco che arriva il giovane Mistura, l’autore del Pk-Bufo, che mi si palesa col suo tenero e bufo nasone e con la sua donna, a mio avviso non bufa bensì valida. Tutt’altro che valida è invece la barba di Diglio, la nuova rockstar del fandom pikappico, colui il quale riesce a trovare del pathos anche nel concetto di Iron Ciccius, mentre fuma con Labadessa. Ah, gli eccessi di questa nuova e sfrenata gioventù. E non dimentichiamo Zangief, che arriva, chiacchiera un po’, poi mi dice che il fumettazzo è una cagata pazzesca e se ne va al galoppo verso l’orizzonte, con una risata sardonica. S-Sniff?

A Palazzo Ducale c’è la mostra di Casty, e così ci andiamo. In questo modo incontro un’altra manciata di persone con cui mi fermo a chiacchierare, come Pacuvio, Catenacci o la Ballerani. E ovviamente Casty, che mi redarguisce subito dicendo che devo aumentare la produzione di vignazze e fumettazzi, buttando fuori roba come se non ci fosse un domani. Oh no, l’ansia da produttività mi coglie di nuovo! Devo produrre, costruire, realizzare, realizzarmi. Va a finire che colto da tutti questi pensieri arrivo al meeting dei Pkers organizzato dal Sollazzo e NON MI FILO NESSUNO. Un cagone, proprio. Giusto giusto Goldensun alla sua prima apparizione pubblica, proprio quello che aveva fatto i cartoni animati del Sollazzo con Flipnote. E poi scappo via, evado, seguendo gianduja, il mio canto libero. Arriviamo al Games, dove mi rendo conto che non ho nemmeno pranzato degnamente e così mi slurpo roba giappa a caso, mentre riempio i suoi testicoli di lagne e tristezze, prima di congedarmi da lui per un altro anno. Riposa, adesso (cit.)

E poi mi ripiglio, echeccavolo! E inizio con Froze la mia missione di diffondere i Fumettazzi stampati da COSSA. La prima copia non può che andare a Calcare stesso, che dopotutto è il protagonista del pilot. Poi già ai tempi la apprezzò e quindi va da sé che se la merita. Appena gliela dò lui MI DA’ UN BACINO e io mi spavento, ma poi mi ricordo che essendo io del nord e lui del centro è più che normale. E così colmiamo questo culture gap con una bella foto ricordo, che va ad aggiungersi all’altra foto ricordo scattata poco prima, con Markeno vestito da Superpippo. I miei eroi. L’altra non può che andare a Foschini, ovviamente. E così ne rimangono tre, da distribuire i giorni successivi.

E’ tempo di andarsene, ma prima faccio un acquisto, ovvero il primo numero di Monster Allergy EVOLUTION, che è l’altro grande rilancio della scuderia Artibani/Centomo. Eh già, mica solo PK è tornato in pompa magna, non ci dobbiamo dimenticare di questo enorme fumetto, porca bomba. Noi poi ci siamo un bel po’ legati dato che ha praticamente dato vita a questo posto. Ecco sì, le origini del Sollazzo, quale migliore occasione per riraccontarle daccapo? E così una volta tornati a Viareggio riunisco i poveri malcapitati intorno al fuoco (che sono io) e racconto loro gli eventi di quella Lucca di tanti tanti anni fa, eventi che portarono alla creazione del Sollazzo. E’ una cosa che faccio ogni anno, in verità, come un vecchio arteriosclerotico, come Paperone col Klondike. E ogni volta il racconto si arricchisce di particolari nuovi, o cose inventate di sana pianta a cui decido di credere pure io. Prima o poi dovrò chiedere a Don Rosa di stilarne la cronologia definitiva, così faccio piangere pure qualche ventenne. Non appena li ho fatti secchi tutti quanti, e non ne è rimasto nessuno ancora sveglio, mi rifugio sotto le coperte per leggermi il fumetto tanto amato, che ancora una volta riesce a sorprendermi e a insegnarmi qualcosa su come guardare al futuro. E conscio di questo mi addormento, ignaro che il giorno dopo sarà proprio il passato a bussare alla mia porta.

Terzo Giorno: Sciocco di un Orsetto…

E il passato bussa davvero alla mia porta! Mi sveglio e questa volta in casa c’è WAGO! Riemerso dal passato, dalle nebbie dei tempi, uno dei primi Pker storici, che aveva fatto perdere le sue tracce sin dai tempi dello SBONK!!1 La prima cosa che facciamo è perdere le sue tracce di nuovo, in modo maldestro. Il gruppo infatti si divide: da un lato ci siamo io, froze, Elik e i Cossas che tentiamo di giungere a Lucca in auto, dall’altro Wago e Simokku che prendono il treno. Non riusciremo a ricongiungerci tutti insieme MAI PIU’. Questa volta cerco di affrontare la giornata con più calma e cerco di fare tutto quello che devo fare senza ansie. E quasi ci riesco. Visito alcuni editori, parlando loro del Fumettazzo, dribblo l’obiezione – infondata – che il prodotto in questione contenga violazioni di copyright, poi faccio anche acquisti. Alla Panini infatti hanno messo in vendita la deluxe di Dracula, e dell’Isola di Quandomai di Casty, e già che ci sono mi accatto anche l’omnia della pezziniana I Signori della Galassia. Al carrello della spesa aggiungo il nuovo Rat-Man e il nuovo Darth Vader, e per oggi mi ritengo soddisfatto. A pranzo riusciamo addirittura a infilarci dentro un ristorantino in Piazza Napoleone per una pizza, cosa alla quale la folla mi aveva fatto rinunciare già da alcuni anni.

Quando la giornata volge al termine il passato torna a farmi visita, prepotente e dirompente. Perché mi ritrovo nuovamente davanti qualcuno che i miei ricettori neuronali percepiscono come rilevante. Solo che dai, non posso raccontare i cavoli miei senza alcun filtro, non posso continuare ogni anno a violare la privacy mia e delle persone che mi stanno intorno, solo per ragioni narrative. E’ per questo che mi vedo costretto a optare per un recasting, e rimpiazzare questa persona con un altro caro ricordo del mio passato, ovvero PELULINO, l’orsetto di peluche che tanto amai quando ero bambino.

E’ tanto, troppo tempo che non mi facevo una bella chiacchierata con Pelulino, e inizialmente lui me lo fa pesare. E’ un po’ offeso Pelulino, e ha ragione, perché negli ultimi anni non me lo sono filato di pezza (!). Poi dopo un po’ il gelo svanisce e finalmente ci ritroviamo a chiacchierare come ai vecchi tempi. E mi ricordo perché dopotutto è sempre stato Pelulino il mio preferito, perché con lui ci si capisce al volo. Tra me e lui è così: basta uno sguardo silenzioso che vale di più di mille goffe parole. Goffe parole che poi comunque sono costretto a pronunciare, per raccontargli un po’ la mia vita attuale, il mio presente, le mie lotte, i miei problemi. E poi tocca a Pelulino mostrarmi le cose che fa lui, peraltro di valore. E alla fine della fiera, dopo aver passato insieme un’ora che contiene tre anni di vita, io e Pelulino ci abbracciamo e ci salutiamo. C’è una certa serena malinconia da ambo le parti, e tanta consapevolezza in più. Alla prossima, Pelulino, non ti dimenticherò. Nemmeno quando avrò 100 anni, e tu 99, sciocco di un orsetto.

Conclusa la parentesi emotiva è il momento di capire cosa fare della serata. Prima che la fiera chiuda ci scappano due chiacchiere con Sio, poi bisogna radunare il resto del Sollazzo. Ma Elik è sparito, finito misteriosamente inghiottito ad una certa cena del Papersera della quale non sapevamo niente. Una cena con Casty, ma senza Casty. Perché quando c’è Elik, il paradosso tragicomico è di casa. Simokku pure è disperso, mentre Cossa e sua moglie sono tornati nel frattempo alle loro vite, concludendo la loro esperienza lucchese. Ci rimane Wago, però. Con lui e froze mi faccio un viaggetto in treno verso Viareggio, chiacchierando di fumetto e politiche editoriali, poi lo congediamo e raggiungiamo la base, alla quale piano piano ritornano anche Elik e Simokku. La serata trascorre così, come sempre a chiacchierare, poi sotto le coperte trovo Leo Ortolani ad attendermi, pronto a fottermi… le poche certezze di continuity che la sua saga di Rat-Man mi aveva lasciato. La storia volge al termine e l’intreccio si infittisce, e su questi confusi pensieri mi addormento sognando il Porcattivo, Sio, Pelulino, Wago e le mille emozioni conflittuali che questa magica fiera continua a volermi dare.
 

Quarto Giorno: Grroze

Il problema delle Lucche lunghe è che la gente sceglie sempre giorni diversi per pernottare, e così può capitare di non arrivare alla fine tutti insieme. Questo ad esempio è il giorno della morte di Simokku, che ci abbandona per andare a fare un torneo di traduzioni senza mai più voltarsi indietro. La sua Lucca finisce qui. La nostra no, perché c’è ancora molto da fare. Oggi infatti toccano le conferenze Disney: prima quella di Duckenstein con Celoni e poi quella di Pk con mezza Disney… che ovviamente rappresenta il clou. In questo frangente ecco arrivare il vippo della giornata, ovvero Mastro Sisti, l’uomo dietro l’imminente “Cronaca di un Ritorno”, di cui circolano già le prime tavole in anteprima. E l’atmosfera è già tanta. Fan del Compendium e – per sua stessa ammissione – del Fumettazzo, il Sisti si può dire un vero e proprio amico del Sollazzo, e lo dimostra lanciando un saluto via audio ai Pkers della nostra Tana Telegram, rimandandoli all’imminente Botta & Risposta. Poi per tutto il resto della giornata si rende disponibile per autografi e chiacchierate sollazzesche. A me elargisce preziosi consigli per la carriera, suggerimenti per diffondere il fumettazzo e altre utili dritte, mentre a manfroze regala un sacco di curiosità e retroscena da pikappero doc.

Ecco, parliamo di manfroze. Vorrei spendere due parole di elogio per questo buffo uomo. Sono quasi 12 mesi che mi rallegra con le sue facezie, spingendomi a perseguire i miei obiettivi, dandomi consigli che la mia mente è in grado di assorbire e capire, e aiutandomi a correggere la rotta quando faccio cazzate… ma pur sempre attraverso percorsi compatibili col mio solco. Non è una cosa da tutti, eh. In particolare durante questa Lucca il Froze si rivela uno zelante PR, presentandomi gente di ogni tipo. E non si tratta soltanto delle sue innumerevoli amiche, lui intende mostrarmi l’intera gamma umana che gravita intorno al FUMETTOMONDO. Autori, editori, indipendenti, amici, amiche e persino qualche imbonitore, nulla sfugge alla scuola di vita Manfredi Pumo. E quando andiamo a presentare il Fumettazzo in giro, la sinergia è perfetta: pestoni, pizzicotti e gomitate silenziose quando sbaglio, pacche sulle spalle e microscopici cenni quando faccio giusto e poi se proprio va male si sdrammatizza, due lollate e si va avanti. Bravo Froze. E così grazie a questa sincronia riusciamo a eleggere altri due portatori di Fumettazzo: Barbara Garufi della reda del Topo e nientepopodimenoche… Lupoi! Ci rimane solo un albo da donare, a chi andrà? Lo decideremo domani.

In tutto questo vagare mi imbatto svariate volte in Pelulino, che scorazza fra gli stand tutto trafelato.

<Valerio> Bella lì, Pelulino! Che ne dici di fermarti un attimo per un birrone?

<Pelulino> Eh no, scusa, devo scappare! Ho interviste, reportage, incontri e riscontri!…

<Valerio> Ma dai, ci fumiamo un sigaro cubano e ce la spassiamo come quella volta a Caracas…

<Pelulino> Quel tempo è finito, ora sono un orsetto impegnato, io!

<Valerio> Dannazione, Pelulino, dannazione!!

E così anche questa giornata volge al termine. Domani toccheranno gli addii, e avremo meno tempo a disposizione, dato che si tratta solo di mezza giornata. Non rimane che avviarci all’appartamento di Viareggio. Siamo io, Froze e un Elik che nel frattempo ha scoperto come superare il limite del Super Saiyan. E così la sera a casa ci ritroviamo a questionare con un Polemik di livello 100 sulle strategie editoriali migliori per rilanciare i nostri fumetti preferiti. Roba da chiodi!!1

Quinto giorno: Chiudere ogni sottotrama

Gente, ora parliamo seriamente. Ma che razza di merda è la giornata conclusiva di Lucca? No, sul serio. Ogni anno è sempre peggio. Sempre. Peggio. Ti svegli e SAI che hai il bagaglio, la casa da riconsegnare, magari dare una pulitina, qualche altra sbatta random qua e là, che ti farà arrivare in fiera TARDISSIMO. Poi? Poi come se non bastasse iniziano gli addii, con gli amici che se ne vanno scaglionati e scoglionati in orari differenti, e avverti la decimazione progressiva. E non scordiamo che poi il bagaglio PESANTISSIMO te lo devi gestire tu, non lo puoi lasciare in appartamento se poi partirai direttamente da Lucca. E quindi o te lo porti appresso in fiera o ti tocca ricorrere al deposito bagagli. Che è vicino alla stazione, e quindi se poi te ne andrai in treno ok, ma se invece hai un BlaBlaCar da tutt’altra parte allora la sbatta è totale. Poi non è che non ci sia la fiera da visitare, perché c’è e lo devi fare, conscio di tutte queste limitazioni logistiche ed emotive. Il risultato è che hai questa enormità di sbatte concentrate in una finestra temporale ridicola, perché se non vuoi arrivare a casa tardissimo almeno a metà pomeriggio devi chiudere l’esperienza.

Quest’anno non fa eccezione. C’è il triste addio di Elik che al risveglio se ne va, senza nemmeno una tappa in fiera. E poi la casa da sistemare col froze. Poi il treno per Lucca, l’arrivo verso l’ora di pranzo, una PANNOCCHIA in velocità ed eccoci dentro, per portare a termine la nostra missione e trovare l’ultimo designato possessore di Fumettazzo. Che è Recchioni, che incontriamo passeggiando. La tattica di marketing del froze ha dell’ammirevole:

<manfroze> tieni, qui c’è pure la tua faccia

<Rrobe> ah ok

E poi è il momento di chiudere un po’ di storyline. Così inizio il giro degli stand e dei saluti, a partire da Sisti. Fra una settimana ci rileggeremo grazie a Pk, al web, al Botta & Risposta, ma intanto devo dire addio al suo corpo fisico, alla sua spoglia mortale. E poi ecco, come posso dimenticarmi del mio orso di pezza? Trovo Pelulino vicino allo stand Panini e insieme ci concediamo una seconda chiacchierata, più lunga della prima. Premetto che, come spesso accade a Hollywood, il sequel non riesce a eguagliare la poesia e la spontaneità dell’originale, e si vede che è stato messo in lavorazione per soddisfare gli azionisti. Però, fra una chiacchierata e una pungolata, qualche concetto interessante emerge e quando arriviamo alla fine di ogni cosa l’orsacchiotto e il suo bambino non possono fare a meno di cingersi in un abbraccio forte, stritolante. Un abbraccio che contiene tutte le cose che si sono detti, quelle che non si sono detti e quelle che probabilmente non potranno dirsi mai più. Poi ci si lascia andare, io me ne vado da un lato, Pelulino dall’altro. Padova e la Terra degli Orsetti sono in direzioni opposte, dopotutto. Decido di non voltarmi indietro… ma lo faccio. E forse Pelulino se ne accorge.

E se pensate che tutta questa poesia concluda degnamente il resoconto, sto gran cazzo! E’ l’ultimo giorno di Lucca, ricordate? E’ il giorno delle sbatte!! Quindi tocca correre in stazione a ritirare lo zaino, farsi strada fra la folla, riattraversare le mura e il centro città, dato che ho il BlaBlaCar nella direzione opposta, e in tutto questo mi perdo froze. E allora tocca sentirsi, telefonarsi, darsi appuntamento, e un attimo che non c’è campo, dove cazzo sei, qui, no io sono là, ma io ero là prima, dove ci becchiamo?, va’ che ho poca batteria, oddio panico paura etc etc.

E poi finisce.

Sono lì davanti a froze, che mi ha scortato fino all’auto. La tentazione è quella di abbracciarlo, ma quei due etti e mezzo di virilità rimastami me lo impediscono. Però lui lo sa che dentro di me l’ho fatto.

Durante il viaggio sono perplesso. I sentimenti che si agitano dentro di me mi rendono un po’ assente. Sono malinconico per la fine dell’esperienza, emozionato per certi incontri fatti, terrorizzato per il futuro, triste per il presente al quale sto tornando. Il mostro dentro me si agita, non è tranquillo, è irrequieto. Potete ben capire quanta voglia ho di mettermi a fare il gioco DEGLI INDOVINELLI che il conducente buontempone mi propone. E quindi preferisco scambiare due chiacchiere con la soldatessa seduta al mio fianco. Una volta a Padova non vado subito a casa, ma corro da Dapiz & Giada, ai quali spetta tradizionalmente la versione brutta e confusa di questo resoconto, recitato a voce con grandi gesticolazioni, un po’ come Walt Disney quando spiegò per la prima volta Biancaneve al suo staff. Il Pipistronzo nel frattempo esce dal mio zaino nel quale si era infrattato per farsi cinque giorni di fiera senza pagare il biglietto… e per farmi il controcanto, evidenziando ovviamente ogni cavolata che ho fatto e detto in questi cinque giorni.

E una volta che Dapiz mi riporta a casa faccio i conti con la dura realtà. Ci sono ancora i piatti da lavare di cinque giorni fa. Il Porcattivo purtroppo non ha potuto pensarci, non è stato molto bene ultimamente, e aveva lasciato il compito al Coniglio Spumiglio che se n’è del tutto scordato. I miei smadonnamenti sono forti, fortissimi, e il pensiero che da domani ricomincia il solito tran tran non mi dà pace. Tuttavia, una nota positiva in tutto questo c’è, e per ricordarmene corro a tirare fuori dal mio zaino l’acquisto più importante di questi cinque giorni di fiera: The Moneyman, di Alessio de Santa. Si tratta della biografia a fumetti di Walt… visto con gli occhi di suo fratello Roy, colui a cui spettava l’onere di fargli quadrare i conti. L’approccio è senza dubbio originale, e l’intento dell’opera è nobile, così non potevo fare a meno di farla mia. Nelle ultime pagine del volume è presente un articolo in cui De Santa spiega alcune cose importanti per comprendere appieno il suo lavoro, e fra queste è presente una citazione alla mia persona e al Disney Compendium, da lui frequentemente consultato per documentarsi.

Grazie Alessio. Vada come vada, la riprova tangibile che quei due anni di lavoro non sono stati inutili me l’hai data. Forse è il caso di rimboccarsi le maniche, superare le difficoltà e mettersi al lavoro per costruire un altro anno di web ugualmente proficuo. Io sono pronto.

[FINE]