La Bestia, la Bella e il MCU Autunnale

Facciamo il punto sul MCU. Con cosa cominciamo? Con Werewolf by Night? Con She Hulk?

Partiamo dal lupo, dai. Ecco, il lupo. Diciamoci la verità, è stata una sorpresa, per diversi motivi. Tanto per cominciare perché nessuno sapeva che cavolo fosse, né era ben chiaro che dovesse uscire, almeno fino al trailer. Poi è stato una sorpresa per lo stile horror vintage del tempo che fu, che – diciamolo – fa tanto autoriale e quindi aggancia lo spettatore che ha voglia di giocare al cultore. E poi per il regista, che è… Giacchino, un compositore, e pure uno dei più grossi dell’ultimo ventennio. Tante cosettine interessanti, insomma. Poi il prodotto è uscito e si è confermato carinissimo. Non una roba spaccaculi, non la bomba autoriale che può arrotarti l’erre moscia, ma fa il suo dovere. Nota di merito per il mostrone Man-Thing, animato da dio e con un umorismo e una pantomima davvero molto Disney. Personalmente poi, sono rimasto colpito dal… formato. Werewolf by Night è lo speciale di Halloween del MCU, ed è un filmetto televisivo di 50 minuti che apre le porte ad un nuovo modo di proporre i contenuti Marvel. Una cosa intrigante e… tempo-sostenibile.

She-Hulk è strano invece. Coi suoi nove episodi è la prima serie MCU a proporsi proprio come una serie e non come un film fatto a pezzi. Personalmente ho gradito, è stato un appuntamento più che piacevole per tutte e nove le settimane, e ne ho amato diverse cose. Ottima la reinterpretazione comedy di personaggi come Abominio, Wong e Daredevil, ottimo Banner e in generale una bella prova per l’attrice protagonista, davvero simpatica. Qua e là ho trovato anche cose che invece non funzionavano, però. La scelta di puntare su un registro così frivolo in un momento in cui il MCU nella percezione comune si sta sfilacciando non mi è parsa la migliore delle strategie. Non tutta la comedy presente poi era allo stesso livello, a volte c’erano delle cadute, altre volte ho visto adottare soluzioni e linguaggi “di genere” che mi hanno dato l’idea di un MCU che insegue stilemi altrui anziché condurre. Non ho sempre creduto alla donna verde che vedevo su schermo, benché cmq la CGI sia migliorata molto dai trailer. E i momenti in cui si tentava di rompere la quarta parete mi parevano un po’ troppo troppo timidi, e forse lo erano perchè la serie aveva la consapevolezza del suo essere corta e quindi di non aver investito abbastanza tempo per potersi permettere cose così al limite. In generale penso però che il problema più grosso fosse in termini di worldbuilding, dato che attraverso l’umorismo la serie cercava di gabellarti come normale l’essere ambientata in un mondo pieno di supereroi e supercattivi, un concetto a cui puoi credere nei fumetti dato che oramai i personaggi non si contano più, ma non nel MCU dove ogni eroe è stato sempre trattato come un’anomalia da narrare e con un certo peso narrativo. Insomma, dopo che hai problematizzato l’esistenza del siero col dramma di Karli Morgenthau, magari una roba come Titania la super influencer che arriva a caso nella storia anche no.

Queste stonature non sono mai state troppo moleste al punto di rovinarmi l’esperienza, ma abbastanza da tenermi tiepido per svariate settimane. Senza farne un dramma, mi sentivo in bilico: ritenevo She-Hulk un prodotto audace ma riuscito fino a un certo punto. L’episodio finale ha aiutato a positivizzare parecchio il mio giudizio. La quarta parete viene aggredita non con un timido bussare ma con una violenta deflagrazione nucleare che ci porta a tutti gli effetti fuori dalla storia, dietro le quinte degli studi Disney. Non è metanarrazione all’acqua di rose, ma una cosa fatta molto bene, una riflessione approfondita sulla perfettibilità dello stesso MCU. E questa è a tutti gli effetti una cosa che alza l’asticella. Inoltre, e anche questo è un aspetto interessante, questo episodio riesce a bucare la quarta parete… anche nelle scene in universe, raccontando con precisione puntuale il fenomeno sempre più attuale degli hater del web, che qui si scoprono essere guidati proprio da un incel della peggior specie. E’ una dinamica reale, ancora poco sfruttata nella fiction, e ha senso che se ne inizi a parlare per benino, un po’ per farci la satira e un po’ per sensibilizzare sulla questione. E qui lo si è fatto molto bene.

Insomma, il MCU che conduce il gioco ci ha messo un po’ a tornare ma alla fine rieccolo qui, pronto ancora una volta a ridefinire le regole del genere. Ma il coraggio ha un costo, che è il rischio di incorrere in qualche stonatura strada facendo. L’importante è accorgersene e continuare a cantare, il tempo necessario perché la steccata venga scordata.