PK – La Danza del Ragno d’Oro

Oggi vogliamo finalmente tornare a onorare le antiche tradizioni pikappiche. Dopotutto Il Ragno d’Oro ci è piaciuto, ed è stato un po’ come tornare a casa dopo tanto tempo. E così rieccoci di nuovo: autori e lettori, passioni e ossessioni, risposte ironiche e tecno-bubbole improvvisate sul momento, segreti e misteri svelati a grappoli. Insomma, è il momento di rispolverare il caro vecchio Botta e Risposta, da tanto, troppo tempo rimasto in letargo.

Abbiamo raccolto un po’ di domande captate qua e là fra gli utenti del Sollazzo nella nostra rete Telegram e le abbiamo proposte a Lui, Colui che tesse la tela del Ragno d’Oro e le trame del pikappero dal 1996, il Soave Alessandro Sisti.

Il risultato, come sempre, è da leccarsi i baffi. Buona lettura!

Sollazzo: Con “La Danza del Ragno d’Oro” viene introdotta una nuova minaccia che si può inserire nel filone “mistico” aperto proprio da te 22 anni fa in PKNA #38, “Nella Nebbia”, che si sa peraltro essere una delle trame da te proposte fin dal principio. Il filo tra l’avventura del 2000 e quella di oggi sembra tessuto anche dalla presenza sul finale dei monaci di Dhasam-Bul; dello stregone Ahrimadz invece non c’è traccia (finora…?). Che ci puoi dire della Soave Signora e dei suoi accoliti, senza spoilerarci nulla? Chi sono, da dove vengono? C’entrano qualcosa le potenti creature extra-dimensionali che cercavano di sconfinare in “Nella Nebbia”? E poi, si tratta di un’idea nata già ai tempi di PKNA come possibile seguito di PKNA #38, o più recentemente? 

Alessandro: Già, già, proprio così! Eh, non c’è più la mezza stagione… Sto tergiversando, perché della Soave Signora e del suo corpo di ballo non si può parlare senza svelare più del dovuto. Colpa mia, perché finora non ne ho detto praticamente niente e dunque qualsiasi cosa è già troppo. Vediamo quanto riesco ad aggiungere senza rovinarvi il piacere dell’attesa.

Personalmente aspetterei ad ascrivere il Ragno d’Oro al filone mistico. Il povero Ahrimadz (ho sempre pensato che avesse un po’ di ragione) la troverebbe un’affiliazione assolutamente indebita. Comunque lui non c’entra con gli allegri danzatori, anche se non è escluso che la sua strada e quella della Signora finiscano per incrociarsi. Sono troppo vago? È inevitabile, dato che appunto per portare avanti questa trama sto cercando di ridefinire il concetto di realtà e tutti i grandi quesiti esistenziali che comporta. Per citare Woody Allen “Chi siamo? Dove andiamo? Chi ha ordinato le scaloppine”? L’unico fatto assodato è che la nuova minaccia non risale ai tempi di PKNA ed è nata appositamente per l’attuale stagione pikappica. È uno spunto che avevo in mente e  quando i PKers, nel corso di svariate dirette e interviste (l’ho chiesto e magari c’è qualcuno che si ricorda d’avermi risposto), hanno dichiarato di desiderare storie che pur senza abbandonare il canone, proponessero delle novità, mi sono sentito autorizzato a svilupparlo. 

Sollazzo: Xadhoom e il nuovo “status quo”. La xerbiana mutante è ora sulla Terra, alla ricerca di un po’ di conforto dopo aver perso il suo popolo per la seconda volta. Questo ci dà l’opportunità di conoscerne nuovi aspetti (wow, i “fiumi di energia”!) e di vederla nell’inedito ruolo di paladina riconosciuta del pianeta accanto a PK, non potendo ora concentrare la sua vendetta su nessuno. Cosa ci dici di questa “nuova” Xadhoom? Cosa le prospetta il futuro? Quali altri lati di lei emergeranno? E quanto ancora lei, e noi, dovremo attendere prima di sapere cosa diamine sia successo agli xerbiani? Dici che ce la facciamo questa volta ad arrivare finalmente ad un bel traguardo per la sua storyline, in modo da non depotenziare in alcun modo il lirismo di “Sotto un Nuovo Sole”? (Ti prego, dicci di sì…)

Alessandro: Iniziamo dalla domanda sugli aspetti inediti dell’indole di Occhibelli: in effetti ciò che dovremmo chiederci è se averla per vicina di casa ci aiuterà a capirla meglio. Anche se la conosciamo da un pezzo, finora le contingenze ci hanno mostrato solo alcuni lati della sua personalità e giudicare una persona da come fa alla griglia i suoi nemici o da come porta giù la spazzatura non giunge per forza agli stessi risultati! La “nuova” Xadhoom in realtà è quella di sempre, incredibilmente intelligente e gloriosamente potente, ma soprattutto (ci avevate fatto caso?) spaventosamente emotiva. Tutto ciò che fa è dominato dalla passione, l’abbiamo vista odiare (gli evroniani) al limite della follia, per poi compiere un sacrificio più che estremo per amore della sua gente e l’ultima svolta della situazione l’ha lasciata col morale sotto i tacchi. Dunque non c’è dubbio che ovunque il futuro la porterà, sarà sull’onda delle sue incontenibili emozioni.  

Arriveremo finalmente a un bel traguardo per la sua storyline? Perché “finalmente”? Siete ansiosi di togliervela dai piedi? In ogni caso c’è un destino che l’attende e stavolta sì, è qualcosa che, insieme alla sua resurrezione, avevo già in mente mentre sceneggiavo “Sotto un nuovo sole”. Se sarà degno di quella – temporanea e illusoria – conclusione, sarete voi a dirlo. Per parte mia credo che sia così che la sua parabola debba chiudersi e almeno nella mia visione, non sarà un epilogo in tono minore. Tanto che mi chiedo se mi sarà permesso narrarlo… Altrimenti ve lo racconterò sottovoce davanti a un aperitivo.

Che fine hanno fatto gli xerbiani? Allarme spoiler: mi hanno mandato una cartolina da Bogliasco. 

Sollazzo: Ora che l’esistenza di Xadhoom è di dominio pubblico, qualche nodo di PKNA potrebbe venire al pettine. Come reagirà Mary Ann Flagstarr, che ha già avuto a che fare con lei? E il generale Westcock? E soprattutto, Angus Fangus ha riconosciuto in lei la “dottoressa Xado” che invitò ad una cena galante – per quanto subito bruscamente interrotta – in PKNA #28 “Metamorfosi”? Magari stavolta riusciranno ad arrivare al dessert? O si limiteranno al bicarbonato?

Alessandro: Qui siamo ai fili pendenti, che però non sempre sono stato io a lasciare in sospeso. Di certo ne riprenderò alcuni, ma rispetto a quelli elencati penso ce ne siano di più pressanti, poiché possono trasformarsi in altrettanti problemi per il papero mascherato. I rapporti fra Xadhoom e chi già l’ha incontrata sono parte della realtà di fondo della saga, nondimeno per l’avvenire vorrei che le imprese di Pikappa – per inciso, a me è sempre piaciuto scriverlo così – non si riducessero a un continuo guardarsi indietro. Il nostro eroe ha un grande futuro dietro le spalle (citando stavolta Vittorio Gassman), ma davanti ce n’è di più. Fino al 23° secolo e oltre.

Sollazzo: Dunque, gli xerbiani sono tornati in pista con una sottotrama a loro dedicata. Uno xerbiano particolarmente sfortunato è Xarion, superstite apparso nello Speciale 99 “La Fine del Mondo” e subito scomparso in un viaggio verso una nave di Xerba in orbita attorno a Saturno per recuperare dati sui punti deboli della flotta evroniana. Sarà stato catturato dai reduci di Evron? Oppure si è riunito “offscreen” con il suo popolo liberato dopo la fine della Trilogia, condividendone il destino? O magari, a sorpresa, il suo restare lontano dal suo popolo gli ha permesso di scampare a qualunque misterioso fato abbia colpito gli altri xerbiani, al punto che potrebbe rivelarsi fondamentale in una storia futura per aiutare Xadhoom a risolvere l’enigma?

Alessandro: V. la risposta precedente. Comunque (allarme spoiler bis) Xarion mi ha mandato una cartolina da Lignano Sabbiadoro, con scritto “Sai mica dove sono tutti gli altri”?

Sollazzo: Dunia Voyda. Imprenditrice visionaria e nuovo comprimario, sembra destinata a tornare. Un Everett Ducklair al femminile, viene definita. Ci dici di più su questo personaggio e la sua genesi? Che dobbiamo aspettarci da lei? Che costruisca armi contro la sua volontà e abbia figli ibernati in cantina?

Alessandro: No, in cantina Dunia iberna i fidanzati che non le piacciono più (quindi occhio, se pensavate di chiederle d’uscire) e va anche detto che quando ho creato Everett, ignoravo che fosse un alieno. È stata una sorpresa, perché personalmente ritengo che nelle pieghe e nelle contraddizioni dell’animo dei paperi del nostro pianeta – nonché degli umani e di qualsiasi altra forma di vita più o meno intelligente – ci sia materiale narrativo a sufficienza. Dunia Voyda nasce dalla necessità d’avere in scena qualcuno curioso dei segreti di Pikappa, in grado di capirli e con una volontà indipendente che può generare guai. È destinata a tornare e a restare, perché della sua personalità ancora non abbiamo visto nulla. E come per tutti i protagonisti del mondo pikappico, si tratta d’una personalità che sotto alle apparenze ha parecchi altri strati.

Sollazzo: Piccola deviazione dal Ragno d’Oro. Parliamo un attimo di Zona Franca, pubblicata sul Topo ad ottobre 2021. In questa storia ritroviamo, dopo 21 anni, Mary Ann Flagstarr, che nel frattempo ha fatto carriera ed è diventata Capitano. Forse è stata promossa anche per aver meritoriamente compiuto con successo la famigerata missione segreta di cui parlava l’agente PBI Malice Sturling in PK2 #5, magari addirittura in molto meno tempo dei 15 anni di missione originariamente previsti? Che le è successo nei restanti anni? La rivedremo incrociare la strada del vecchio mantello tarlato, magari appunto considerando il ritorno a sorpresa di Xadhoom?

Alessandro: Il territorio del capitano Flagstarr si sovrappone (in parte, lei nello spazio non ha giurisdizione) a quello di Pikappa, pertanto è più che probabile che tornino a incontrarsi. Perché è stata promossa? Perché se lo meritava, non siete d’accordo? È in gamba, tanto da risolvere molto più in fretta del previsto una missione teoricamente quindicennale. Quanto a quello che le è successo… be’, di tutto! Stiamo parlando di un’agente speciale della PBI e su personaggi del genere si scrivono intere serie, per cui proporrò al direttore Bertani uno spin-off. Si accettano prenotazioni.   

Sollazzo: Tra le due storie su Topolino del 2021, e “La Danza del Ragno d’Oro”, l’impressione è un po’ quella che si sia tornati ai tempi di PKNA: avventure autoconclusive seppure saldamente intrecciate alla continuity. Cosa è però diverso da quel periodo, oltre il numero di tavole a disposizione più risicato e l’assenza attuale di un vero team di sceneggiatori oltre te? Allora sappiamo che in redazione c’erano figure come Stenti, Sisto, Vitali e il direttore Cavaglione; quanto era importante il confronto con loro dal punto di vista delle trame e dello sviluppo “seriale” dei vari progetti? Chi teneva le “chiavi” della continuity e faceva sì che i vari sceneggiatori non se ne discostassero? Ora, invece, la direzione narrativa di PK è affidata esclusivamente a te o la discuti anche con altri?

Alessandro: Il bello di questo Botta & Risposta è che ciascuna domanda ne contiene in realtà a sufficienza per un’intervista completa. Allora:

Al presente Pikappa lo sto scrivendo io. Naturalmente discuto le mie idee con Alex Bertani e con Davide Catenacci, perché in ogni operazione creativa un confronto è fondamentale e perché così ho qualcuno cui dare la colpa di qualunque cosa non riuscisse ad accontentarvi. Io non l’avevo scritto così, me l’hanno cambiato loro! Ai vecchi tempi custodire le “chiavi” della continuity spettava alla redazione, infatti un mantra ricorrente era “Dove avete messo le chiavi?” “Sono lì, sulla scrivania di Stenti.” “No, quella è la chiavetta della macchina del caffè”!

Scherzi a parte, allora PKNA aveva assunto una dimensione collegiale, per cui l’interazione con il direttore, con i colleghi autori e con quelli della redazione era indispensabile per non perdere il controllo e organizzare le prospettive individuali in un insieme coerente. Confronto ad allora quindi è cambiato tutto… eppure in un certo senso per me non è cambiato nulla, poiché come nei giorni in cui sui primissimi numeri impostavo quello che sarebbe diventato un universo condiviso, racconto il “mio” Pikappa. Che è poi quanto in seguito hanno fatto tutti i compagni d’avventura, descrivendo ciò che accadeva al papero mascherato quando erano loro a guardare dalla sua parte.

La sensazione che si sia tornati a PKNA forse dipende dal fatto che io sono sempre lo stesso (un po’ invecchiato, ma quel papero no, lui è il mio ritratto di Dorian Gray) e che per quanto mi riguarda, le storie autoconclusive basate su un filo conduttore comune e “orizzontale” sono la formula adeguata a dare a chi legge qualcosa che lo soddisfi e nel contempo lo invogli a continuare. Se siete di parere diverso, consideratevi ufficialmente invitati a contraddirmi. Sapete che ne terrò conto. 

Sollazzo: Chiudiamo con un riferimento a quanto di più pikappico abbiamo trovato nel Ragno d’Oro: gli scambi e i battibecchi tra Paperino/PK e Uno. Poterne leggere di nuovi oggi ci ha fatto capire quanto ci siano mancati, e quanto queste interazioni siano stati parte fondamentale di ciò che rende Pk quello che è. Come è stato, per te, tornare a scrivere scambi tra questi due dopo 21 anni? E soprattutto: qual è, secondo te, allora come oggi, il cuore di PK?

Alessandro: Sono felice che abbiate gradito trovare di nuovo i battibecchi fra quei due. Non potevano mancare e scriverli per me è stato semplicemente come tornare alla Ducklair Tower ad ascoltarli, perché Uno e il suo socio biologico sono a loro volta sempre e immancabilmente loro. Crescono, scoprono altre cose, si rendono conto di mancarsi reciprocamente quando non si vedono e tuttavia non cambiano, perché sono personaggi veri e completi, insieme a tutti quelli che li circondano. Non sono “come li scrivo”, da qualche parte esistono e ve ne rendete conto anche voi, tant’è che più d’una volta, nel corso di questa conversazione, mi avete chiesto “cos’ha fatto il tale o il tal altro in tutto questo tempo”? Perché loro, anche se non li tenevamo d’occhio, sono andati avanti con le loro vite.

Il cuore di Pikappa è tutto qui.