10 Anni di Compendium

10 anni fa esatti nasceva The Disney Compendium.

Traguardone, devo dire. Pensare che era partito tutto come una semplice “messa in bella” dei testi e delle liste che avevo prodotto nei miei primi 30 anni di vita. Ma, tempo una settimana, mi resi conto che ero stato troppo ottimista. Non puoi semplicemente mettere in bella materiale vecchio di decenni, perché tutto evolve, la scrittura, la prospettiva, la ricerca, tu. E così le correzioni diventano integrazioni, e le integrazioni diventano riscritture. Mi ritrovai quindi per le mani una bella gatta da pelare: quasi un secolo di storia da analizzare di nuovo. Chinai il capo e accettai le conseguenze di ciò che mi ero autoinflitto.

Quei primi due anni di lavoro la crew del Sollazzo se li ricorda bene. Ettore, Daria, Breda e molti altri si ritrovarono a far uscire una media di due schede al giorno, fino a coprire l’intera filmografia WDAS. E oltre alle schede vere e proprie vennero aperte sezioni, liste secondarie su documentari, fumetti, parchi. Ogni giorno il pubblico attendeva l’uscita di almeno due corti, e ogni giorno le relative schede arrivavano e nessuno rimaneva deluso.

Il periodo, e chi mi conosce lo sa, non fu certo uno dei migliori della mia vita. Ma andai avanti con forza, e ancora oggi mi chiedo cosa mi abbia dato una tale spinta, e che cavolo di fortuna sia stata avere uno staff in grado di dare corpo alla mia visione, sia pur tra mille tribolazioni. Se guardiamo oggi internet e quel che è diventato, sembra quasi impossibile che sia successa una cosa del genere. Ad animarci fu l’idealismo, la consapevolezza di star costruendo questo “giocattolo” un po’ per appagare noi stessi, un po’ per dare alla rete uno strumento in grado di rimanere, che potesse aiutare a divulgare un argomento che ci stava a cuore. Fu il nostro “momento Hyperion”, e se conoscete un po’ di storia disneyana dovrebbe essere chiaro quel che intendo.

Fu altruismo? Uhm. Non penso, o comunque non solo. Penso che anche l’atto di divulgazione più disinteressato nasconda un doppio fine. Perché divulgare significa anche alterare il proprio ecosistema culturale, in modo da renderlo più compatibile a noi. Più l’argomento è di nicchia e più questa necessità si fa sentire. E Disney, almeno per come lo intendo io, per una serie di sfortunati eventi di nicchia lo è diventato.

Però il Compendium ha fatto del bene, e questo è un dato di fatto. La gente mi scrive per ringraziarmi di quanto questo lavoro abbia migliorato le loro vite, dando loro nuove nozioni, nuove sensibilità e una maggior comprensione di cosa sia l’arte disneyana. Mi scrivono per segnalarmi il suo utilizzo nelle loro tesi di laurea, cosa che mi fa sempre un gran piacere. E ha avuto un certo riconoscimento presso storici, filologi e archivisti sia di settore che non. Marco Bussagli e Philippe Daverio ne hanno parlato a più riprese nel numero di Art e Dossier dedicato a Walt Disney, ad esempio. Inoltre, lo schema di analisi che ho adottato per il Compendium mi ha fornito la chiave giusta per affrontare l’altra mia grande impresa, quella di Pk Omnibus, le cui introduzioni alle storie seguono fedelmente quel tipo di struttura.

E quindi è bene che il Compendium vada avanti, aggiornandosi e riflettendo le evoluzioni che nel frattempo stanno investendo il mondo Disney. Non sarà mai davvero finito e finché avrò forza vedrò di aggiornarlo dove posso. Nuove persone, come Manfredi Pumo o Diego Bordessa stanno imparando a mettere le mani in quel database, aggiungendo voci, informazioni e dettagli vari. E ci sono piani per ulteriori evoluzioni. Ma, cosa più importante, da qualche tempo è stato avviato un nuovo ciclo di “messa in bella”. Gli studi degli storici di settore come JB Kaufman, David Gerstein e Didier Ghez proseguono, e anche grazie all’aiuto di Ettore, i loro testi accademici finiscono regolarmente ad arricchire la mia biblioteca. E ogni volta che ne leggo uno provvedo ad aggiornare l’area ad esso collegata. Accadde un paio d’anni fa, quando rimodellai le schede dei classici Disney dal 2010 a oggi, ed è appena accaduto di nuovo. Provate a farvi un giro nella Silent Era. Tutte le schede relative a Laugh-O-Grams, Alice Comedies e Oswald the Lucky Rabbit sono state riscritte e possono esser lette di seguito in modo da ottenere una trattazione completa di quelli che furono i primi anni di Walt, prima dell’avvento di Topolino.

Grazie per l’attenzione che mi avete riservato in questi primi dieci anni. Vi prometto che andremo avanti con passione genuina e soprattutto integrità. Questa materia se lo merita.