Dall’anno scorso Mondadori si è assunta l’onere di portare in Italia i romanzi canonici di Star Wars, incombenza precedentemente riservata a Multiplayer. Il lavoro fatto è stato buono e nel corso del 2018 abbiamo visto giungere Catalyst, l’ideale prologo di Rogue One, e i due romanzi su Leia Organa scritti da Claudia Gray, Leia – Principessa di Alderaan e Bloodline. Oltre a questi sono stati pubblicati anche gli adattamenti libreschi di Episodio VIII e Rogue One, tutti nella collana Oscar Fantastica. La scelta si è rivelata vincente: un formato snello e agile, che non occupa nemmeno troppo spazio in libreria, un vero toccasana per gli scaffali di chi aveva “sofferto” le dimensioni e la cartonatura dei titoli Multiplayer.
La scaletta del 2019 è ancora più ricca e impone un ritmo che dovrebbe portarci per l’anno prossimo finalmente in pari con gli USA. Apre le danze Ahsoka, di E. K. Johnston, un libriccino sotto le trecento pagine, che ci restituisce un tassello molto importante della storia galattica. Perché di questo parliamo: tasselli. Per quanto i romanzi di Star Wars possano essere apprezzabili in modo tiepido se presi singolarmente, è indubbio che la loro forza stia tutta nel mosaico che vanno a comporre con il resto dei prodotti a tema. Sebbene al momento della sua introduzione nel “film” che apriva la serie The Clone Wars molti avessero storto il naso di fronte al tentativo di George Lucas di conquistarsi il target delle bimbe inserendo dal nulla una padawan per Anakin, il personaggio di Ahsoka è stato in grado di imporsi all’attenzione del pubblico, dimostrando di aver parecchio da dire. La sua abiura dell’Ordine Jedi avvenuto poco prima della fine delle Guerre dei Cloni, in seguito al tradimento di Barriss Offee, rappresenta uno dei momenti più intensi della narrativa galattica. Il suo rispuntare a sorpresa alla fine della prima stagione di Rebels e il suo struggente combattimento con l’ex mentore hanno sorpreso un po’ tutti, dimostrando una volta per tutte la volontà da parte del Lucasfilm Story Group di fare sul serio. Ad oggi Ahsoka rappresenta quindi un personaggio chiave per la saga: la sua sorte rimane un mistero, e la sua equidistanza dai due lati della Forza sembrano voler preludere a nuove interpretazioni del concetto di equilibrio.
Mi sono sempre lamentato quando il materiale cartaceo a tema Star Wars si rivelava troppo “verticale” o irrilevante nel mosaico generale. Per fortuna non è questo il caso: il romanzo della Johnston fa da ponte fra le due fasi della vita di Ahsoka, spiegandoci in che modo la togruta è passata da Force User “cane sciolto” ad agente Fulcrum della Ribellione. Non una storia particolarmente sorprendente, va detto: Ahsoka sperimenta uno stile di vita “nomade” in piena clandestinità, fino a che il desiderio di salvare un pianeta dalle grinfie dell’impero non la porterà a incrociare la propria strada con quella di Bail Organa. Non mancano però elementi di interesse, a cominciare dai sorprendenti capitoli di interludio, che interrompono la vicenda ogni cinque capitoli per portarci altrove.
Ci si ritrova quindi a rivedere flashback di storie (al momento) non ancora narrate, come l’assedio di Mandalore contro Maul, ultimo incontro tra Ahsoka e Anakin prima degli eventi di Episodio III. A imbattersi in interessanti chicche come l’entrata in scena dei primi inquisitori, la finta tomba del clone Rex e soprattutto la spiegazione di come funzionano i cristalli kyber che riposano all’interno delle spade laser dei Jedi. La rivelazione che il colore rosso dei Sith sia una forma di sanguinamento dovuto alla “violazione” sofferta dal cristallo stesso è affascinante e assolutamente fondamentale per chiunque si sia mai interessato al franchise. E il fatto che Ahsoka riesca a risanare due cristalli facendoli diventare però bianchi, e quindi del tutto neutri, sembra dar voce a chi vedrebbe nella togruta un primo indizio del superamento della dicotomia Jedi/Sith a cui si allude anche ne Gli Ultimi Jedi.
La scrittura della Johnston è scorrevole anche se lontana dalla profondità e dall’arguzia di una Claudia Gray. Il romanzo in ogni caso funziona a prescindere dal grado di immersione del lettore in questo universo. Ma ovviamente, per riuscire a trarne interamente il succo è necessario stare al gioco, conoscere i personaggi, interrogarsi sui misteri e sui vuoti narrativi di questo straordinario progetto crossmediale che è il canone di Star Wars.