Serraglio Disney 2

Si torna a casa sazi da Zootopia 2, fortunatamente.

Non era scontato, ma in realtà si capiva già dal trailer. C’era sugna in serbo, e nemmeno poca.

Sugna narrativa, poiché il film espande il discorso sociale avviato nel 2016 e lo fa ancora una volta con eleganza. Razzismo, pregiudizi, oppressione legalizzata e sgombero facile, chiunque di recente abbia abbracciato una causa di qualche tipo troverà chiaramente attinenze. Allegorie generiche, e quindi universali, valide per tutte le stagioni, a partire da questa. Inoltre espande il mondo nel modo giusto: completa il tour di Zootopia includendo alcune aree rimaste fuori nel primo, e aggiunge un’intera categoria di animali, i rettili, di cui non si sapeva nulla. Lo fa scavando nel passato della città, e rivelando cose che ci chiedeva da anni. Insomma, qualcuno deve aver trovato il manuale su come fare un sequel di cui si sentiva il bisogno.

Sugna visiva, inoltre. Se in Moana 2 si aveva la costante impressione di muoversi in una bolla estetica dai confini ben precisi, qui ci sono sorprese. Nel design dei personaggi nuovi, negli ambienti inediti, nelle scelte cromatiche. Si vede che c’è stato un gran lavoro di sviluppo visivo, senza claustrofobia di alcun tipo: la palude, la zona montuosa, e via dicendo. Il sindaco cavallo e il serpente poi vantano una presenza scenica davvero notevole, e questo non è dovuto solo agli avanzamenti tecnici della CGI ma è questione di gusto: c’è stata la ferma volontà di portare in tre dimensioni un certo tipo di disegno squisitamente disneyano. C’è sempre stata in realtà e Nick ne è la prova, ma qui c’è proprio un compiacimento nel concepire buona animazione di per sé.

Vorrei dire anche sugna musicale, ma sappiamo che non è un musical. Fa comunque piacere che Shakira abbia composto un brano gemello e che questo brano sia presente nel film in una sequenza dedicata (anzi due, contando i credits). Questa cosa di inserire di straforo una canzone anche quando non si potrebbe è una piccola firma che i WDAS appongono da tempo (risale a Bolt, se non al Pianeta del Tesoro) e secondo me urla a gran voce “identità”.

Infine ci sarebbero le considerazioni generali su questa nuova epoca dei sequel cominciata l’anno scorso. Mi verrebbe da ipotizzare che adesso ogni nuovo WDAS verrà ragionato dalla trilogia in su, ma non vorrei guastarmi la serata. Mi limito a dire che se l’anno prossimo con Hexed non si faranno i numeroni sarà un problema grosso.

Quindi su, facciamogli fare i numeroni.

Che poi così fanno la trilog… ops.