La Svolta di Disney

Marvel: ecco la valanga di nuovi film in arrivo presentati al Disney  Investor Day 2020 | Hardware Upgrade

Il Disney Investor Day 2020 ha totalmente cambiato le carte in tavola, consegnandoci l’immagine di una Disney possente, un punto di riferimento effettivo per il settore intrattenimento. Dopo la notte degli annunci siamo tutti un po’ ubriachi e lo rimarremo a lungo, anche nei prossimi anni. Tanto è stato annunciato, tantissime le implicazioni di quanto è stato annunciato e ancor più grosso l’impatto di quanto annunciato sulla percezione popolare, che non potrà essere mai più la stessa. E oltre a tutto questo c’è stato anche altro, qualcosa che non è stato detto ma che ci è stato suggerito e fatto capire. Ovvero che negli anni 80 è stato commesso un grave errore comunicativo, a cui si è deciso di rimediare. Ma andiamo con ordine.

Disney+: annunciato il nuovo servizio Star

Star. A noi europei è andata di culo, ma davvero tanto. Niente bundle con altre piattaforme esterne, un servizio già integrato nella nostra al prezzo di pochi spicci in più. E da febbraio cambia tutto, in termini percettivi. Le millemila produzioni “non per famiglie” che prima erano rimaste fuori per motivi di policy potranno arrivare e renderanno D+ un competitor vero e proprio di Netflix e Amazon. Potendo attingere a piene mani al catalogo Fox (e al proprio, compresa la parte che prima veniva celata sotto altri alias) tante cose cambieranno e l’impatto di D+ sarà devastante. 

Amy Adams is Returning for Disenchanted, A Sequel to Enchanted on Disney+ -  WDW News Today


Live Action Disney. Tanti gli annunci, tra cui spicca il sequel di Come D’Incanto. Per il resto, rimane l’anello debole: tanti remake, tanti prodotti minori o trascurabili. Ma in mezzo a questo, salta all’occhio un dettaglio. Il marchio Disney per la prima volta associato a serie tv mainstream. Prima di Disney+ questo tipo di prodotti ricadeva sotto ABC anche quando erano “in policy” (Lost, Once Upon a Time) mentre al brand vero e proprio erano riservate le sitcom adolescenziali. Lo schema è destinato a variare.

Marvel Studios: svelato il futuro del MCU al Disney Investor Day 2020


Marvel Studios. Ecco, qui ho avvertito quel senso di panico da “troppa roba”. Notevolissimo Wandavision, notevole Loki, meno interessante Falcon & Winter Soldier, e sono fra quelli che non ha sgradito l’animazione ibrida di What If. Il troppismo è dovuto in primis all’anno di buco che c’è stato, per cui dovremo smaltire in un anno la produzione di due. Poi però c’è altro, molto altro. Direi che il concetto di fasi l’abbiamo allegramente superato. Capisco cmq che si voglia rassicurare gli investitori e pompare Disney+, ma per il futuro annuncerei meno roba alla volta.

Disney Investor Day: tutte le novità di Lucasfilm • MonkeyBit


Lucasfilm. Un tripudio, in grado di far cambiare idea anche ai più scettici sulla gestione Disney. Tanto per cominciare molto bene che abbiano chiarito che non c’è solo SW ma anche Indy, Willow e un nuovo franchise. Poi per quanto riguarda SW, bé. Madonna mia. Si tratta davvero della combo di scelte più felici mai fatte da decenni a questa parte. Ahsoka/Ranger/Mando visti come un corpus di serie sulla Nuova Repubblica, in grado di crossoverarsi e reggersi l’un l’altra. Poi Andor, Kenobi che rispolvera Hayden, ridandogli ciò che gli spettava. Lando come risposta al #makeSolo2happen. L’Accolito che minaccia di svelare i segreti dei Sith, dando spessore al sotto-franchise dell’Alta Repubblica. Non ci si aspettava davvero così tanto e così bene. C’è spazio anche per l’animazione con Bad Batch che si dichiara spin-off di TCW, la sperimentale antologia anime Visions e lo speciale sui droidi. Ma è chiaro che il nucleo creativo che aveva nobilitato le vecchie serie animate si è ufficialmente spostato sul live action.  Ah. Nessuna traccia di serie “per bambini” o di compromesso: il franchise punta ad avere una “voce unica”, con tanti saluti a scivoloni come Resistance. Il cinema rimane una vaga promessa futura, tra Rogue Squadron e quel suggerimento di ritrovare Taika Waititi su Mortis. In ogni caso, applausi a scena aperta. Hanno capito finalmente che la chiave che rendeva SW un cult era appoggiarsi ad una ricca lore, e l’approccio di Abrams è solo un brutto ricordo. Ma – opinione di chi scrive – in un franchise come questo ogni pezzo è importante e non ci si può permettere di avere brutti ricordi. Forse adesso è presto, ma sono convinto che presto o tardi la trilogia sequel debba essere sottoposta a una cura ricostituente, una recut “filoniana” non meno massiccia di quella a cui Lucas sottopose i film della Trilogia Originale. All’epoca le Edizioni Speciali vennero criticatissime, oggi si è costruita una cultura differente che potrebbe invece renderle una soluzione.

Pixar Recap of Announcements From The Walt Disney Company's Investor Day  Event on December 10, 2020 - The Main Street Mouse


Pixar. Docter specifica che la Pixar è in salute, e il fatto che lo debba specificare tradisce altro. La lineup però è valida: Luca e Turning Red sembrano voler portare lo studio in direzioni diverse, più affini ai corti (gli autori vengono rispettivamente da La Luna e Bao) con una spruzzatina di Ghibli. Lightyear intriga, ma la scottata di Toy Story 4 è ancora fresca e non so quanto fosse il caso di riprendere in mano la cosa, fermo restando che 20 anni fa qualcosa di simile era già stato fatto dalla Disney Television. Sul fronte televisivo ispirano fino a un certo punto i Pixar Popcorn o le serie di Dug e Cars. Molto più interessante la prima serie Pixar originale, ovviamente. E nessuna traccia di Monsters at Work che era stato annunciato ma non come produzione Pixar. Walt Disney Television Animation non ha avuto spazio nella presentazione, e unendo i puntini si iniziano a capire cose. Cose che diventano ancor più chiare andando a scrutare nella lineup WDAS.

Disney Investor Day: todos los anuncios de Star Wars, Marvel y Pixar - The  Couch


WDAS. Eccoci qua, alla svolta epocale. Ma epocale davvero, anche se nessuno se n’è accorto. Di Raya ed Encanto sapevamo, è interessante che non sia stato annunciato il successivo ma forse i riflettori erano tutti puntati sulle cinque serie Disney+ (Baymax, Zootopia+, Tiana, Moana e Iwájú) che costituiscono un precedente assoluto nella storia della company. Lasciando per un attimo da parte le implicazioni tecniche (Tiana implica un ritorno al 2D?), proviamo a fare un passo indietro, ovvero all’errore antico di cui parlavo all’inizio. 


Quando negli anni 80 Michael Eisner creò la divisione televisiva, il marchio Disney andò incontro ad una divaricazione percettiva agli occhi del pubblico. Di colpo c’era la Disney per tutti, che usciva al cinema, ma anche la Disney più economica, per un pubblico di soli fanciulli, destinata alla televisione. Si creò un’ambiguità nella comunicazione. Un’ambiguità che nel corso degli anni portò anche a cose molto pregevoli, ma ad una comunicazione più “sporca”. Quando poi negli anni 90 anche la Disney economica iniziò a creare lungometraggi, sfiorando pure il grande schermo, il caos non fece che aumentare. Negli ultimi anni si è tornati ad una “semplice” ambiguità, e la Disney Television Animation ha prodotto vere perle. Mi riferisco a Gravity Falls, Rudish, DuckTales, Rapunzel etc. Solo che i tempi sono maturi perché tali ambiguità cessino.


A colpo d’occhio, l’arrivo di Disney+ e l’esigenza di arrivare al massimo pubblico possibile sta spingendo tutte le etichette disneyane a ridurre il più possibile le ambiguità, le divergenze produttive, le ridondanze e l’entropia. Stiamo andando in una direzione ben precisa, molto cara a Walt: quella di un’azienda che finalmente parla con una voce unica, forte, potente e in grado di arrivare a più persone possibili con un singolo vocalizzo.


Tutte le etichette principali stanno eliminando il disordine e inseguendo questa voce unica. I Marvel Studios hanno annientato la Marvel Television. La Lucasfilm ha ucciso il concetto di serie animata per un altro target. E così Pixar e WDAS hanno iniziato a produrre le proprie serie animate, senza più alcuna distinzione qualitativa o di target.


Con questo non voglio dire che Walt Disney Television Animation sia un brand morto. Credo che la Company per un bel po’ lo terrà, riservandolo a produzioni prescolari, o serie molto stilizzate. Ma a conti fatti DuckTales è finito. Rudish continua ma non è stato menzionato. L’esistenza di una serie WDAS di Baymax sovrascrive la precedente serie tv di BH6. Monsters at Work non pervenuto.


È in atto un cambio di paradigma, perché a conti fatti non servono davvero due Disney. Non servivano nemmeno due Nintendo e il sottobosco portatile ha fatto la fine che ha fatto. Ora ovviamente bisognerà sperare che questo formato delle limited series funzioni, che sia ottimo materiale, che possa disaffollare le filmografia WDAS e Pixar dai sequel. E che magari presto o tardi possa portare ad una ripresa creativa centralizzata dei tanto amati standard character. Mickey in mano allo studio che l’ha creato. Io ci spero.


Una cosa alla volta però. Per oggi abbiamo ucciso Jafar, ora vediamo di non farlo tornare.

Disney+ Preps African Comic Book Series Iwájú – Deadline