Il Pulp dei WDAS

Davvero soddisfatto da Strange World.

Non era facile venire dopo Encanto, eppure questo 61° WDAS riesce a ricavarsi uno spazio tutto suo, dimostrando carattere e identità.

Il design dei personaggi inizialmente mi ha spiazzato, ma è di Jin Kim, il designer Disney per eccellenza e forse il migliore sempre, e capisco che per una volta abbia voluto provare qualcosa di più cartoon. Ci ho visto Tartakovsky, un ritorno alla CGI caricaturale dopo dieci anni di stile Glen Keane, ma è un ritorno col senno di poi, dopo aver fatto il percorso che sappiamo. E in movimento la nuova padronanza si sente: il personaggio di Jaeger (complice un irresistibile Pannofino) non te lo togli dalle orecchie, dagli occhi o dal cuore. E ovviamente il mondo di Avalonia è il trionfo del design e del colore. L’anti Lightyear, in pratica.

Non so quanto potrà essere un successo, dati anche i riferimenti culturali datati che propone, come il pulp delle riviste novecentesche, i fumettacci anni 50 e tutto quel filone portato avanti da Lovecraft, Derleth e Clark Ashton Smith. Sono cose che potrebbero fare centro come no, dato che il nostro ecosistema culturale un po’ queste cose finge di amarle, un po’ no. Certo è che per capire appieno il senso di ciò che si sta vedendo magari un’infarinatura di quel tipo di letteratura non guasta.

Quando Disney esce dal suo e si cimenta in cose altrui dà sempre risultati spiazzanti e divisivi. Non dubito che anche questa volta sarà così, ma per quel che riguarda me ho trovato una fluidità narrativa e una quadratura anche sul piano dell’umorismo che i precedenti action diretti da Don Hall, Big Hero 6 e Raya, semplicemente non avevano. Non del tutto almeno. Qui il ritmo è calibratissimo, non ci sono personaggi inutili, tutto fila liscio, intrattiene, diverte, interessa e funziona. La storia non riserva chissà quali sorprese, ma non risultano necessarie a comunicare il suo messaggio. C’è un colpo di scena, ed è bello. Per il resto il discorso sul conflitto generazionale funziona alla grande e la scena del gioco da tavolo penso dica da sola più di tanto altro cinema didascalico.

Proprio bello. E adesso tutti in attesa di Wish.