Il Ritorno di Ferretti

Boris 4.

Soffermiamoci un attimo sul miracolo. Il miracolo di ciò che la serie è stata e il miracolo che ha permesso di vederla tornare praticamente intatta dopo più di un decennio. Perché, al netto di un paio di decessi anche gravi, c’è tutto quello che doveva esserci. L’umorismo è stato riprodotto perfettamente, e qua e là addirittura aggiustato (Corrado Guzzanti sembra un po’ meno un corpo estraneo), lo stile recitativo mostruoso di ognuno di questi tragici caratteristi è stato riprodotto perfettamente. Tutti davvero inarrivabili, da Sermonti all’ovvio Pannofino, ovunque ti giri trovi magnetismo, una cosa quasi inquietante. E siamo rimasti sul pezzo anche sul fronte satirico, dato che hanno avuto l’intelligenza di spostare il focus dalla fiction dell’italietta al nuovo mondo streaming.

Sono tornate però anche quelle imperfezioni strutturali che in passato attanagliavano gli aspetti più orizzontali della narrazione, lasciando un po’ interdetti. In questi episodi c’è molto, forse anche troppo. E non tutta la carne al fuoco viene cotta a dovere, alcune sottotrame ti lasciano con un senso di boh. Continua a suonare poco credibile che un gruppo di persone che non nutre una fortissima stima reciproca si ritrovi sistematicamente a lavorare insieme a distanza di tanto tempo, accade solo perché ormai i ruoli identificabili sono quelli. Alcuni personaggi, tipo Karin, si vede che tornano un po’ perché sì, altri tornano e vorresti si fermassero di più a raccontare la propria storia, e invece rimangono appena accennati. Alcuni passaggi risultano un po’ confusi e verso la metà si percepisce un po’ di confusione.

Poi si arriva al finale, il bellissimo finale che suona risolutivo e risarcisce lo spettatore e il protagonista di un qualcosa che aspettavamo da troppo tempo. E le sbavature vengono perdonate. Perché difatto quello sono, sbavature in un prodotto che fa del genio e della sregolatezza un binomio perfetto. E così alla fine si rimane scissi, divisi in due tra il desiderio di un’altra stagione che metta i puntini sulle i ad alcune trame (tipo una certa love story) e il terrore che venga fatta veramente, col rischio di rovinare il lieto fine di uno dei più bei personaggi mai portati sul piccolo schermo.

Un applauso in ogni caso per aver rinvigorito il repertorio di meme e tormentoni con nuovo materiale che è già entrato a buon diritto nel nostro patrimonio culturale. Flashdance tuttavia rimane un po’ una paraculata. Ma va bene così.