Il Mio Amico Beniamino

Venti Minuti

L'uscita di Ben and Me rappresenta un punto di svolta per la storia dell'animazione Disney. Per lo studio questo è infatti il primo mediometraggio, tipologia di film cui ci si riferisce anche come two-reel short o featurette. Si tratta di un formato ibrido, una bizzarra via di mezzo fra i semplici short e i ben più imponenti lungometraggi, che tuttavia non avrà mai un minutaggio standardizzato, né costituirà una categoria precisa cui riferirsi nelle classificazioni. Semplicemente, da qui in poi, i normali cortometraggi cederanno lentamente il passo a queste nuove produzioni, più lunghe del consueto. A dire il vero, non è la prima volta che gli artisti Disney si misurano con narrazioni di tale respiro. Era successo più volte nel decennio precedente che venissero messi in lavorazione film lunghi una ventina di minuti, tuttavia queste storielle erano state assorbite all'interno dei package film, diventando parte integrante di essi. Finita la guerra e ripresa la produzione dei normali lungometraggi, non c'è più ragione per non distribuire singolarmente queste storie, e Ben and Me si guadagna così il diritto di aprire la fila.

Le Invenzioni di Amos

Ben and Me viene adattato da un libro per bambini scritto da Robert Lawson nel 1939, nel quale si ipotizza che dietro le gesta del grande Benjamin Franklin ci fosse in realtà il brillante topolino Amos. La regia del mediometraggio è di Hamilton Luske, mentre lo storyman principale è Bill Peet, che dimostrerà il suo valore come sceneggiatore anche in molti lungometraggi futuri. La vicenda è per certi versi simile a quella del corto Let's Stick Together (1952), in cui vedevamo Paperino sfruttare il talento dell'ape Spike, mettendosi in affari con lui e dando inizio ad una conflittuale amicizia. Lo spunto qui viene ovviamente assai più approfondito e il tono della narrazione è molto più vicino a quello dei classici lungometraggi Disney. La vicenda vede Amos sfuggire ad una vita di povertà, facendo amicizia con Ben e ispirandolo nella ideazione di alcune delle sue creazioni più famose: l'invenzione della stufa, degli occhiali bifocali, e persino i suoi successi in campo giornalistico si devono proprio ad Amos.

Ombre su Benjamin

Il topo Amos entra così nel pantheon dei migliori personaggi disneyani, legando la sua voce a quella del collaudatissimo Sterling Holloway. Il rischio di svilire la figura di Franklin non viene certo scongiurato, eppure il personaggio di Ben ne esce comunque in modo interessante. Si suggerisce implicitamente che alcuni meriti effettivamente li abbia avuti, ma che sia stato proprio il suo rapporto con Amos a farlo uscire dal guscio. Non mancano però delle ombre nella sua caratterizzazione, e infatti in alcune occasioni lo vediamo mettere deliberatamente Amos in pericolo, pur di portare avanti i suoi esperimenti, fra cui la celebre invenzione del parafulmine. La rottura con Amos che avviene in seguito a quella triste circostanza non fa che aumentare la tridimensionalità dei caratteri di entrambi, conferendo paradossalmente un gran calore a quella che è prima di tutto una storia di amicizia. Geniale e nel contempo epica la chiusura, in cui i due si riappacificano e Franklin, leggendo ad alta voce il contratto propostogli da Amos, finisce per ispirare a Thomas Jefferson addirittura l'incipit della Dichiarazione d'Indipendenza.

Lo Stile Ricco

Registicamente siamo di fronte ad un gioiello, capace di allinearsi allo stile dei migliori lungometraggi disneyani, malgrado la brevità. La colonna sonora di Oliver Wallace ha sicuramente un gran merito in tutto questo, suggestiva e in grado di calare perfettamente lo spettatore nelle atmosfere della Philadelphia di tanto tempo fa. Il trascinante tema principale poi è davvero orecchiabile e non fatica a rimanere nella memoria. L'illusione di trovarsi di fronte ad un grande classico Disney in miniatura è accentuata dal comparto grafico, che sceglie di non allinearsi al look spartano dei corti più recenti, fatto di stilizzazioni estreme e sperimentazioni ardite, ma di optare per quello stile ricco, ancora in voga nei lungometraggi. La direzione artistica è infatti affidata a Ken Anderson, che aveva già ricoperto questo ruolo in passato, producendo capolavori come Pinocchio (1940) e a Claude Coats, che invece avrebbe poi realizzato buona parte dei fondali per l'imminente Lilli e il Vagabondo (1955).

Un Miniclassico

Per quanto riguarda il reparto animazione, troviamo coinvolti ben quattro dei nine old men: Wolfgang Reitherman, John Lounsbery, Les Clark e persino Ollie Johnston, responsabile del personaggio di Ben. Un tale dispiego di artisti non fa che dimostrare quanto all'epoca Ben and Me fosse concepito come una produzione di prim'ordine. La vicenda di Amos, così ben strutturata da aver poco da invidiare ai grandi film Disney, sarebbe rimasta però un'eccezione anche all'interno di questo nuovo formato. I successivi mediometraggi infatti abbandoneranno ben presto la mimesi con i lungometraggi, preferendo invece percorrere lo stesso sentiero degli short dell'epoca, graficamente poveri e dall'anima didattica. Pur non essendo granché conosciuto presso il grande pubblico, data la sua natura un po' anomala, Ben and Me meriterebbe di essere riscoperto. Di certo la sua validità era ben nota agli artisti della Pixar, che ne hanno tratto ispirazione al momento di realizzare il capolavoro Ratatouille (2007), in cui vediamo ancora una volta un topo compiere grandi imprese, “muovendo i fili” dietro le quinte.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Ben and Me
  • Anno: 1953
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Hamilton Luske
  • Storia: , , ,
  • Basato su: e Robert Lawson
  • Cast: Sterling Holloway
  • Musica: Oliver Wallace
  • Animazione: Les Clark, Eric Cleworth, Hugh Fraser, Jerry Hathcock, Ollie Johnston, Hal King, John Lounsbery, Don Lusk, Cliff Nordberg, Wolfgang Reitherman, Harvey Toombs, Marvin Woodward
Nome Ruolo
Ken Anderson Direzione Artistica
Dick Anthony Fondali
Les Clark Animazione
Eric Cleworth Animazione
Claude Coats Direzione Artistica
Del Connell Storia
Al Dempster Fondali
Walt Disney Produttore
Hugh Fraser Animazione
Jerry Hathcock Animazione
Hugh Hennesy Layout
Winston Hibler Storia
Sterling Holloway Cast (Narrator)
Ollie Johnston Animazione
Hal King Animazione
Robert Lawson Storia Originale
John Lounsbery Animazione
Don Lusk Animazione
Hamilton Luske Regista
Cliff Nordberg Animazione
Bill Peet Storia
Thor Putnam Layout
Wolfgang Reitherman Animazione
George Rowley Effetti d'Animazione
Ted Sears Storia
Harvey Toombs Animazione
Oliver Wallace Musica
Thelma Witmer Fondali
Marvin Woodward Animazione
Al Zinnen Layout