Per Bob

Disney CEO Bob Iger Speaks Out On DeSantis Attacks – What's On Disney Plus

Caro Bob,

so che ci sono guai in paradiso. Mi dispiace molto, sono un fan Disney fra i più genuini e non ho una cattiva opinione delle produzioni recenti. Penso che stiano succedendo cose complesse in un mondo complesso e che l’internet dei social polarizzi, semplifichi e rovini un po’ tutto.

Però ecco, una cosa a proposito di Biancaneve te la voglio dire. Ho visto la recente polemica, cosa sta generando, come la si sta affrontando e sinceramente non ho nemmeno voglia di propagarla oltre. Trovo stupida la fazione di chi va nel panico e trovo stupida la fazione di chi giustifica, dando per buona la fallacia che vuole che tutto periodicamente debba tornare rielaborato. Cosa penso dell’operazione remake la sai, è un discorso lungo ma è sempre la stessa minestra e non ha senso reiterarla. O forse ha senso ma non è il punto, non stasera.

Qui il punto è che la Disney è in caduta libera perché fondamentalmente sta sulle balle. Alle destre, alle sinistre, non importa, in ogni caso sta sulle balle. Per tanti motivi, giusti o sbagliati che siano, ma che hanno radici lontane nel tempo. Ecco, questa cosa la fermi lavorando un po’ sull’immagine generale, e ci vuole tempo. Quello che non ci vuole è che il dibattito intorno a Disney si leghi a queste miserie. Se oggi al sentire il nome Disney la prima cosa che viene in mente è un’immagine pacchiana e carnevalesca con dei tizi in cosplay, e un ritrito batti e ribatti fra fazioni ottuse che discutono del nulla, abbiamo un problema.

Perché il problema qua è che le persone non dovrebbero pensare a queste carnevalate, ma avere un diverso rispetto per il marchio. Un marchio che, ricordiamolo, porta dietro di sé un valore artistico e culturale immenso, non quantificabile. Se la Company promuovesse una narrazione di sé da far tremare i polsi, ma per davvero, toccando i punti giusti, facendo ben capire le sue eccellenze a quella parte del popolo che non vede l’ora di arricciarsi il baffo su internet giocando a fare il sapiente, forseforse usciremmo dal pantano culturale a cui il marchio sembra condannato. Perché sì, c’è il breve termine e il lungo termine. E sul breve termine cavalcare la polemichetta paga, sul lungo invece no. Sul lungo, invece di rifare Biancaneve, paga di più spiegare al pubblico come mai il mondo è cambiato per sempre in quel 1937.

Quindi Bob, dai retta a uno stolto. D’ora in poi tu lascia stare le principesse multicolori, il progressismo di plastica, i franchise smunti e il circo del clickbaiting e inizia a promuovere l’unica cosa che nella vostra library di IP non ha ancora avuto un impiego adeguato, ovvero l’orso Humphrey. Parlane ad ogni summit con gli azionisti, fanne la mascotte della Company per svariati mesi, insisti e martella. Fai in modo che l’orso Humprey diventi il primo pensiero di ogni youtuber, fanne il trend topic, fanne merchandising, mungi quel cazzo di orso e sostituisci la narrazione vigente fatta di principesse e multiversi con quella delle sue buffe smorfie.

Usa l’orso e salva la Disney, Bob. E vedrai se non risolviamo tutto.

V.