Disney e il Live Action Sensato

Non sarò io quello che verrà a dirvi che la nuova Haunted Mansion è un capolavoro imperdibile, che dovrete vederlo per forza etc. Intrattiene, è godibile ma ben lungi dalla perfezione. Anzi, se qualcuno pensa che sia stato fatto per “redimere” il film con Eddie Murphy è fuori strada: è un horror pagliaccesco tanto quanto il film del 2003 e non pretende di avere l’epos di un Pirati. E’ un pelo più strutturato, ma anche meno compatto.

Eppure lo guardi e senti che è una produzione intrinsecamente “giusta”. Esattamente il tipo di live action che ha pienamente senso chiedere oggi al marchio Disney. Perché in questo momento di polemiche, revisioni e fanghiglia divisiva, c’è un gran bisogno di ripulire il brand. E guardare ai gloriosi parchi, dando vita filmica alla narrativa delle attrazioni è di certo più sano che produrre film di Biancaneve odiando Biancaneve.

Perché Haunted Mansion ha qualcosa da raccontare, un cast piacevole (Mobius, Ahsoka e Danny DeVito!) e soprattutto è fatto da gente che davvero conosce e ha a cuore Disney. L’attrazione di Disneyland rappresenta uno degli ultimi contributi attivi di Marc Davis, ed è quindi materiale disneyano doc, che fa ben capire come all’epoca il lavoro degli imagineers e del reparto animazione si sfiorassero. E il film recupera tutto: personaggi, atmosfere, colonna sonora, lore assortita. Persino i dipinti trasformisti che introducono il dark ride vengono qui ripresi, e la canzoncina di Xavier Atencio e Buddy Baker, Grim Grinning Ghosts, è onnipresente.

Non mi stupisce che sia stato un flop in patria. Un film del genere poggia interamente su una cultura disneyana che al giorno d’oggi si è fatta rara. Prima andrebbe ricostruita questa cultura e solo poi andrebbero messi in produzioni film del genere. Altrimenti va a finire che ce lo godiamo in tre. A margine: forse Jungle Cruise mi aveva gasato di più, ma intanto mi faccio bastare quello che ho avuto. Ogni tanto è bello farsi comprare da qualcuno che conosce il tuo prezzo.