Bellissimo, Jungle Cruise.
Un risultato favoloso, e su due piani:
1. Quello prettamente cinematografico. E’ l’ultimo vero esponente del genere “film d’avventura fatto come si deve”. Quello lì, dai, avete presente: la pellicola evocativa, divertente e scanzonata, con un tocco di fantasy e con attori carismatici che si punzecchiano tra loro sfoggiando una chimica viscerale. Indiana Jones, Star Wars, Pirati dei Caraibi, eccolo il dna. Jungle Cruise segue una ricetta ben codificata, ma non è che scimmiotta in modo vuoto i suoi antenati: punta ad eguagliarli. E così ci dimostra che quel modo classico di fare cinema ha ancora senso, è una strada percorribile, funziona alla grande. Lo guardi e ti senti maledettamente a casa: Dwayne Johnson e Emily Blunt miglior coppia di protagonisti da molto tempo a questa parte, bella la storia, buono il ritmo, ottima la colonna sonora di James Newton Howard. Wow, davvero.
2. Quello più propriamente Disneyano. Jungle Cruise è il live-action Disney per eccellenza. L’ultimo di cui ho sentito di poter dire ciò era stato il Tomorrowland di Brad Bird, guarda caso un altro film del filone attrazioni. E in effetti ha senso: eccola la strada da battere per ottenere dei live action a cui è sensato apporre il marchio Disney. Perché altrimenti che alternative ci sono? Negli ultimi tempi sono stati Marvel e Star Wars a sobbarcarsi questo onere. E l’hanno fatto egregiamente, va detto, rivelandosi tasselli perfetti di una stessa visione complessiva. Ma purtroppo il marchio Disney “puro” è rimasto in ostaggio del filone dei remake fiabeschi, che a dispetto della loro apparenza rappresentano la cosa meno Disney che si possa immaginare. Quello infatti era il Disney finto, di superfice, poco nutriente, inutile e da un punto di vista puramente comunicativo… addirittura dannoso. I parchi invece (e lo si era capito dai tempi di Pirati dei Caraibi) offrono una traccia che riflette la mappa mentale di Walt, suggerendo i giusti vettori lungo cui espandere la sua idea di entertainment: tonnellate di materiale che ancora non è stato sfruttato, intriso delle idee di alcuni dei più grandi artisti di sempre. I film tratti dalle attrazioni fanno onore al passato, ammiccano al presente, permettono un futuro e, oltre alla propria trama, “narrano” il marchio nel miglior modo possibile.
Insomma volevo un live action Disney. E intendevo il vero Disney. Ho avuto Jungle Cruise. Perfection.