Aladdin

Al Nostro Amico Howard...

Realizzato durante il periodo di massima fioritura degli studios, Aladdin è senza dubbio uno dei film più amati di tutto il Rinascimento Disney. Dietro tanto successo c'è però una storia produttiva tutt'altro che facile: la prima idea del film si deve all'indimenticato Howard Ashman, che in quegli anni ricopriva il ruolo di paroliere delle canzoni (assieme ad Alan Menken) e sceneggiatore. La proposta venne accolta favorevolmente e gli studios si misero quindi al lavoro. Alla storia lavorarono personalità del calibro di Daan Jippes, Kevin Lima e Burny Mattinson, mentre alla sceneggiatura collaborarono Linda Woolvertoon, Ted Elliot e Terry Rossio. Per dirigere il film vennero chiamati i bravissimi John Musker e Ron Clements, i quali avevano già dato prova della loro abilità con Basil L'Investigatopo e La Sirenetta. Jeffrey Katzenberg non fu affatto contento dei primi risultati, però, e spinse perché il film venisse fortemente rielaborato. Le versioni precedenti della storia erano infatti molto diverse da ciò che sarebbe poi arrivato sullo schermo: era presente in dosi massicce il personaggio della madre di Aladdin, e lo stesso protagonista era molto più giovane. Katzenberg desiderava che Aladdin venisse reso più maturo e spaccone, in modo da potergli cucire addosso una storia d'amore con la principessa Jasmine che potesse avere maggior presa sul pubblico. La produzione del film si ritrovò a dover far fronte anche ad un altro problema, piuttosto tragico. Durante la realizzazione, e ancor prima che il precedente La Bella e la Bestia arrivasse nelle sale, Howard Ashman morì di AIDS. Per Alan Menken fu un brutto colpo, e dovette proseguire da solo, ma fortunatamente salì presto a bordo il bravissimo Tim Rice, già autore di materiale del calibro di Jesus Christ Superstar, che seppe insieme a Menken condurre la barca in porto nel migliore dei modi.

Un Umorismo Geniale

La classicissima fiaba di Aladino tratta da Le Mille e Una Notte viene così rielaborata in salsa disneyana: una sceneggiatura compatta, l'uso intelligente delle canzoni e un gruppo di personaggi assolutamente convincenti creano così l'alchimia per un film davvero d'impatto. La tematica che il film affronta è la stessa de La Bella e la Bestia e diventerà una delle morali più in voga nel cinema d'animazione del periodo: non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché quello che conta è ciò che si ha dentro. Questa morale attraversa un po' tutto il film, pieno di elementi e personaggi che non sono ciò che sembrano, dalla lampada magica che a prima vista potrebbe sembrare un oggetto di poco valore, fino al protagonista stesso, definito più volte un “diamante allo stato grezzo”. Inganni, bugie e travestimenti infatti sono al centro della trama: Aladdin si innamora di Jasmine mentre è travestita da popolana e spera di conquistarla travestendosi a sua volta da principe, e lo stesso vale per i “fenomenali poteri cosmici” del Genio, che in realtà sono per lui il simbolo della schiavitù.

Epicità, sentimento e musica fanno parte del DNA del film, ma l'elemento caratteristico di Aladdin è senza dubbio la massiccia dose di umorismo che lo pervade. Non è la prima volta e non sarà l'ultima che nelle opere di Musker & Clements l'accento viene posto sulla comicità, basti pensare all'arguto Basil, allo sfrenato Hercules o al simpaticissimo La Principessa e il Ranocchio. Benché l'intero cast, antagonista incluso, si prodighi per offrire momenti assolutamente comici, Il personaggio umoristico per eccellenza è uno e uno solo: il Genio. Mai si era visto sullo schermo un personaggio tanto istrionico e travolgente: modellato da Eric Goldberg sullo stile del suo ispiratore, il caricaturista Al Hirschfeld, questo meraviglioso caratterista ha il volto e i modi del suo doppiatore Robin Willams. Le sue irresistibili trasformazioni lo rendono un personaggio completamente fuori dagli schemi e velocizzano incredibilmente i ritmi del film, rendendo fluidissima ogni sequenza in cui appare. Si potrebbe obiettare che alcune sue gag e citazioni piuttosto contemporanee renderanno sicuramente datato il film in un prossimo futuro, cosa sicuramente vera, tuttavia a compensare c'è la resa grafica e le meraviglie visive di cui Goldberg è stato capace, che ritroveremo anche nella sequenza Raphsody in Blue di Fantasia 2000, in cui Goldberg riproporrà al pubblico tutto il suo amore per la dinamica linea di Hirschfeld. A ben vedere, il colore blu del Genio assume quindi una connotazione involontariamente profetica.

Addio, Stato Grezzo

Lo stile sinuoso di Hirschfeld non si limita però al Genio di Eric Goldberg, ma viene adottato per dare all'intero lungometraggio uno stile omogeneo, caricaturale e ricco di curve. Questo si riflette tanto nei bellissimi sfondi dai colori accesi e dal sapore orientaleggiante, quanto nel resto del cast, che prima ancora dell'entrata in scena del Genio (in fase avanzata, va detto) riesce a reggere perfettamente il film. Dopo una certa esperienza nel campo con personaggi femminili e imponenti animali, Glen Keane si è qui invece occupato di realizzare il protagonista maschile, dando ad Aladdin quell'aria spavalda tanto voluta da Katzenberg. La principessa Jasmine è stata invece supervisionata da Mark Henn, un autorità in materia, visto che aveva già aiutato James Baxter ad animare Belle e che in futuro si occuperà di eroine femminili come Mulan, Tiana, Anna ed Elsa. Ad Andreas Deja è invece toccato il villain Jafar, il secondo della sua triade di cattivi insieme a Gaston e Scar. Il Jafar di Deja è un cattivo assolutamente impeccabile: apparentemente serioso e elegante, crea uno straordinario effetto comico quando si lascia trasportare dalle emozioni, scomponendosi fino a sfiorare il ridicolo.

Non si può fare a meno di citare il fitto sottobosco narrativo con le sue spalle più o meno animalesche che arricchiscono il panorama visivo del film: la scimmietta Abu, il pappagallo Jago, la tigre Raja o il Tappeto. Quest'ultimo rappresenta per l'epoca un traguardo tecnico notevole, visto che grazie ad un software speciale è stato possibile per la prima volta applicare sulla sua superficie un pattern di arabeschi capace di seguire alla perfezione i suoi movimenti, piegandosi e accartocciandosi all'occorrenza. E questo è incredibile se si pensa che ai tempi di Pinocchio fu necessario affidare ad un artista specifico il compito di realizzare le decorazioni sui pantaloncini del protagonista, per evitare che durante il film si muovessero in modo incoerente. La computer grafica viene inoltre utilizzata per realizzare le spettacolari sequenze riguardanti la caverna delle meraviglie, mentre la brillantezza delle colorazioni si deve al software di colorazione e composizione delle immagini CAPS, introdotto da poco. Insomma, si tratta di un comparto visivo assolutamente di prim'ordine: colori, effetti, animazioni carismatiche dimostrano che la seconda generazione di animatori Disney è cresciuta molto. Certe sbavature grafiche viste nella Sirenetta e ne La Bella e la Bestia sono qui notevolmente diminuite e il tutto contribuisce a rendere ancor più “magnetico” lo stile Disney anni 90.

Ashman, Menken & Rice

Come si è visto, la morte di Ashman aveva letteralmente sconvolto gli studios, e in particolar modo Alan Menken, con il quale lavorava a stretto contatto. La sua figura di sceneggiatore e paroliere era il simbolo stesso della narrativa disneyana che aveva sempre proceduto di pari passo con la musica, inoltre era stato lui uno dei fautori del rinascimento con La Sirenetta. Ashman morì a metà della produzione, e dopo un primo momento in cui Menken si trovò costretto a proseguire da solo, arrivò Tim Rice che portò avanti coerentemente il lavoro iniziato. Ashman, Menken e Rice vennero quindi parimenti accreditati nel film, rendendo Aladdin l'ideale punto di incontro dei loro tre immensi talenti. Alan Menken era un artista capace di giocare con i generi, sperimentando accostamenti arditi, come del resto si sarebbe visto anche nei suoi lavori seguenti. Questa volta ci troviamo davanti ad una colonna sonora con una forte personalità data dall'incontro tra temi arabeggianti e sonorità jazz.

  • Arabian Nights - Si tratta della canzone di apertura cantata dal mercante/narratore, che immerge alla perfezione nelle atmosfere da Mille e Una Notte. Breve ma molto valido, questo brano doveva inizialmente essere ripreso svariate volte nel corso del film accompagnando la narrazione, e il mercante sarebbe quindi stato un personaggio non troppo diverso dalle Muse di Hercules, rivelandosi alla fine, con un colpo di scena, una delle tante trasformazioni del Genio. Le cose andarono diversamente, ma Arabian Nights ebbe comunque un destino molto simile tornando poi anche nelle successive produzioni della Disney Television ispirate ad Aladdin. Nel 2004 il film è stato rieditato cambiando una strofa alla canzone, perché non sembrasse troppo offensiva nei confronti del popolo arabo.
  • One Jump Ahead - La frenetica canzone con cui Aladdin si presenta al pubblico rappresenta molto bene l'ibridismo stilistico di questa colonna sonora. Un po' rap, un po' jazz, questo divertente monologo accompagna una sequenza divertente e ricca di gag. Di One Jump Ahead è presente anche un brevissimo reprise melodico che costituisce il momento “I want” per Aladdin, nel quale esprime al pubblico le sue aspirazioni. Questa breve scena in origine non prevedeva un reprise bensì una canzone autonoma, che venne però cancellata durante la produzione.
  • Friend Like Me - Questo scatenato brano jazz è la presentazione che il Genio fa di sé e dei suoi poteri. È tradizione che in occasione di una sequenza musicale ci si prenda delle licenze per dare alla scena un tocco più surreale: qui non servono, è il personaggio del Genio a giustificare tutte le follie visive con cui Eric Goldberg si è divertito a riempire la sequenza. Sicuramente una delle scene in assoluto migliori del film, capace con un climax travolgente di portare l'animazione disney anni 90 verso vette incredibili.
  • Prince Alì - Ancora una volta una canzone cantata dal Genio, che chiaramente si prende tutte le licenze umoristiche del caso. È la sequenza che accompagna l'arrivo ad Agrabah di Aladdin trasformato in principe e quindi, dovendo rapportarsi ad uno scenario reale e concreto, ha un tocco leggermente meno surreale della precedente. Si tratta in ogni caso di un bellissimo momento, che avrà modo di proseguire successivamente grazie ad un lungo reprise cantato da Jafar.
  • A Whole New World - Scritta interamente da Menken subito dopo la morte di Ashman e successivamente riaggiustata da Rice, è il tema d'amore. È sicuramente il brano migliore della pellicola, quello più celebre, grazie al quale il film si è portato a casa uno dei suoi due Oscar (l'altro era per la colonna sonora in generale). Melodico ma allo stesso tempo potente, accompagna il volo di Aladdin e Jasmine sul tappeto volante, durante il quale i due viaggiano intorno al mondo, toccando alcune location come l'Egitto, la Grecia e la Cina, che sarebbero diventate teatro di altrettante opere animate negli anni successivi. Il brano viene poi eseguito anche durante i credits.
  • Prince Alì – Reprise - In Aladdin manca una vera e propria villain song, ma questo non vuol dire che a Jafar venga negato un numero musicale. A lui viene riservata una sorta di seconda parte più cupa e beffarda di Prince Alì, che è anche un brano a sé. Un Jafar più ironico che mai si impadronisce dei poteri della lampada, divertendosi a mettere Aladdin di fronte alle menzogne raccontate fino a quel momento, portando quindi ogni nodo della trama alla sua naturale evoluzione.

Nel 2004, In occasione dell'uscita in dvd del lungometraggio, è stata resa nota un'altra canzone molto significativa, Proud of Your Boy, composta da Menken e Ashman, e scartata dal film in una fase ancora preliminare della produzione. Il brano è veramente intenso ma purtroppo la sua bellezza non gli è valsa l'inserimento postumo all'interno del film, cosa che invece era avvenuta in quegli anni con le edizioni estese de La Bella e la Bestia, Il Re Leone e Pocahontas. Proud of Your Boy risaliva infatti ad una stesura del film ancora molto diversa da quella che conosciamo oggi, e insisteva molto sul rapporto tra un Aladdin molto più giovane e sua madre, personaggio di cui nel film non è rimasta traccia.

L'Inizio dei Cheapquel

Aladdin fu un grande successo che riuscì a iscriversi perfettamente in quel glorioso climax che segnò l'inizio degli anni 90. Il pubblico apprezzò moltissimo sia l'impronta romantica che il lato umoristico del film, dando quindi ragione a Jeffrey Katzenberg. Paradossalmente però Aladdin oggi è il film di quel periodo di cui la Disney Company tende a parlare meno, probabilmente a causa dei soliti imbarazzi diplomatici con il popolo arabo. Ciò non toglie che all'epoca Aladdin venne recepito magnificamente, tanto da dare a Michael Eisner il pretesto per dare vita allo sciagurato affare dei sequel a basso costo, prodotti dalla Disney Television. Questo mercato secondario nacque per gradi. Già con La Sirenetta i reparti televisivi avevano realizzato una serie televisiva che portasse avanti le vicende di Ariel, qui si trattava di fare semplicemente lo stesso per Aladdin.

Eisner decise però di riorganizzare l'inizio di questa nuova serie televisiva, in modo da ottenere un vero e proprio lungometraggio a basso costo che potesse fare da ponte tra il Classico e la serie, per venderlo al pubblico come “il seguito di Aladdin”. La decisione di sfruttare unicamente il canale home video anziché le sale cinematografiche fu presa per creare una netta separazione tra i prodotti Disney destinati al grande pubblico, e quelli di pronto consumo per un target inferiore. Nacque così Il Ritorno di Jafar che assieme al successivo Aladdin e il Re dei Ladri (lungometraggio che avrebbe invece avuto il compito di chiudere la serie) proiettò l'animazione disneyana verso un'età oscura. Il pubblico, confuso dalle sempre più frequenti uscite Disney di qualità discutibile, non operò certo la distinzione che Eisner aveva auspicato tra direct to video e canone disneyano, e questo andò del tutto a svantaggio degli studi. La macchina del fango si era attivata e avrebbe ben presto portato il marchio Disney verso l'abisso.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Aladdin
  • Anno: 1992
  • Durata:
  • Produzione: Ron Clements, Donald W. Ernst, John Musker, Amy Pell
  • Regia: Ron Clements, John Musker
  • Soggetto: , ,
  • Sceneggiatura: , , ,
  • Storia: , , , , , , , , , , , , , , , ,
  • Musica: Howard Ashman, Alan Menken, Tim Rice
  • Supervisione dell'Animazione: Bob Davies, Andreas Deja, Will Finn, Eric Goldberg, Mark Henn, Glen Keane, Duncan Marjoribanks, David Pruiksma
Nome Ruolo
Tim Allen Animazione (Abu)
Roger Allers Storia
Howard Ashman Canzoni (Lyrics); Soggetto
Rasoul Azadani Supervisione Layout
Hans Bacher Sviluppo Visivo
Tom Bancroft Animazione (Iago)
Tony Bancroft Animazione (Iago)
Allison Belliveau Fondali
Mitchell G. Bernal Layout
Aaron Blaise Animazione (Jasmine); Animazione (Raja)
Baker Bloodworth Direzione di Produzione (Florida)
Allen Blyth Effetti d'Animazione
David A. Bossert Effetti d'Animazione
Réjean Bourdages Animazione (Genie)
Justin L. Brandstater Fondali
Bob Bryan Animazione (Sultan)
David Burgess Animazione (Genie)
Thomas Cardone Fondali
Michael Cedeno Animazione (Aladdin)
Ron Clements Produttore; Regista; Sceneggiatura
Ed Coffey Effetti d'Animazione
Karen Comella Supervisione Ink & Paint
Barry Cook Supervisione Effetti Speciali (Florida)
Daniel Cooper Fondali
Fred Craig Layout
Bob Davies Animatore principale (Carpet)
Anthony De Rosa Animazione (Aladdin)
Andreas Deja Animatore principale (Jafar)
Lou Dellarosa Animazione (Jafar)
Alice Dewey Direzione di Produzione
Jeff Dickson Layout
Mark Dindal Effetti d'Animazione
Gregory Alexander Drolette Fondali
Debbie Du Bois Fondali
Ken Duncan Animazione (Jafar)
Jeff Dutton Supervisione Effetti Speciali (Florida)
Russ Edmonds Animazione (Aladdin)
Ted Elliot Sceneggiatura
John Emerson Fondali
Donald W. Ernst Produttore
Rick Farmiloe Animazione (Abu)
Brian Ferguson Animazione (Iago)
Will Finn Animatore principale (Iago)
Natalie Franscioni-Karp Fondali
Tony Fucile Animazione (Aladdin)
James Fujii Storia
Raul Garcia Animazione (Genie)
Jean Gillmore Progettazione Personaggi
Francis Glebas Storia; Sviluppo Visivo
Eric Goldberg Animatore principale (Genie); Progettazione Personaggi
Steve Goldberg Supervisione CG
Ed Gombert Supervisione Storia
Ian S. Gooding Fondali
Dean Gordon Fondali
Peter Gullerud Sviluppo Visivo
Joe Haidar Animazione (Genie)
Kirk Hanson Storia
Christine Harding Effetti d'Animazione
Kevin Harkey Storia
Mark Henn Animatore principale (Jasmine)
Ken Hetting Animazione (Aladdin)
T. Daniel Hofstedt Animazione (Gazeem/Achmed)
Daniel Hu Layout
Ron Husband Animazione (Jafar)
Chris Jenkins Effetti d'Animazione
Daan Jippes Progettazione Personaggi; Storia
Broose Johnson Animazione (Genie)
Glen Keane Animatore principale (Aladdin)
Karen Keller Layout
Ted C. Kierscey Effetti d'Animazione
Tia Kratter Fondali
Doug Krohn Animazione (Jasmine)
Brad Kuha Animazione (Aladdin)
Alex Kupershmidt Animazione (Aladdin)
Dorse Lanpher Effetti d'Animazione
Larry Leker Storia
Kevin Lima Storia
Christy Maltese Fondali
Duncan Marjoribanks Animatore principale (Abu)
Teresa Martin Animazione (Abu)
Burny Mattinson Storia
Kent Melton Maquette
Alan Menken Canzoni (Music); Musica
Mark Meyer Effetti d'Animazione
Serge Michaels Fondali
John Musker Produttore; Regista; Sceneggiatura
Sue Nichols Storia
Cynthia Overman Animazione (Sultan)
Vera Pacheco Supervisione Cleanup
Gilda Palinginis Animazione (Genie)
Don Paul Supervisione Effetti Speciali
Amy Pell Produttore
Bill Perkins Direzione Artistica
Brian Pimental Storia
Tina Price Animazione (Carpet)
Ruben Procopio Supervisione Cleanup (Florida)
David Pruiksma Animatore principale (Sultan)
Nik Ranieri Animazione (Jafar)
William Recinos Animazione (Carpet)
Rebecca Rees Storia
Tim Rice Canzoni (Lyrics)
Darrell Rooney Storia
Terry Rossio Sceneggiatura
Chris Sanders Storia
Scott Santoro Effetti d'Animazione
Tom Shannon Layout
Michael Show Animazione (Abu)
Tom Sito Animazione (Genie)
Richard Sluiter Supervisione Fondali (Florida)
David S. Smith Storia
Dan St. Pierre Layout
Robert Stanton Supervisione Fondali (Florida)
David P. Stephan Animazione (Aladdin)
Michael Surrey Animazione (Aladdin)
Allen C. Tam Layout
Barry Temple Animazione (Sultan)
Eusebio Torres Effetti d'Animazione
Donald A. Towns Fondali
Gary Trousdale Soggetto (Preproduction)
Ann Tucker Supervisione Pianificazione Scene
Kevin Turcotte Fondali
R.S. Vander Wende Production Design
Patrick A. Ventura Storia
Chris Wahl Animazione (Guards)
Robert Walker Supervisione Layout (Florida)
Dan Wawrzaszek Animazione (Abu)
Larry White Animazione (Sultan)
Ellen Woodbury Animazione (Abu)
Thomas Woodington Fondali
Linda Woolverton Soggetto
Kevin Yasuda Effetti d'Animazione
Phil Young Animazione (Guards)
Kathy Zielinski Animazione (Jafar as Beggar/Snake)