Il Vecchio Mulino

Lo Stato dell'Arte

Nel 1937 arriva nei cinema Biancaneve e i Sette Nani, primo lungometraggio animato Disney. Soprannominato “la follia di Walt” dai più scettici fra gli addetti ai lavori, questa pellicola porta l'arte dell'animazione ad un livello superiore, consacrando definitivamente Walt Disney come una delle figure più importanti nella storia del cinema. Il trampolino per compiere questo grande salto sono ovviamente le Silly Symphony. È dai tempi di The Goddess of Spring (1934) che Disney si è reso conto che era arrivato il momento di utilizzare la serie come laboratorio per le sperimentazioni più ardite, nell'ottica di cimentarsi con il formato del lungometraggio.

Lo straordinario The Old Mill in questo scenario assume un ruolo fondamentale, diventando una sorta di prova generale per le meraviglie visive in arrivo. Si tratta della prima Silly Symphony prodotta dopo il passaggio al nuovo distributore RKO e non racconta una storia articolata, ma si limita a mostrare la turbolenta nottata di un antico mulino a vento e degli animali insediatisi al suo interno, che un violento temporale minaccia di sfrattare. Non è chiaramente la vicenda a contare, ma il modo in cui il tutto viene rappresentato: l'animazione ha un taglio più realistico, si ha un utilizzo più sofisticato di luce e colore e gli effetti speciali sono a dir poco sbalorditivi. Completa il tutto una regia delicata e una colonna sonora emotivamente potente.

Gli Abitanti del Mulino

L'immagine con cui si apre The Old Mill detta perfettamente il tono di questo gioiello. Una ragnatela trema in primo piano e in fondo, su un rossastro tramonto, si staglia il vecchio mulino. Mentre la telecamera si avvicina all'antica costruzione ecco il primo miracolo visivo: la ragnatela scompare una volta sorpassato il punto di vista dello spettatore. La rappresentazione della profondità irrompe così nell'animazione disneyana, grazie al primissimo utilizzo della macchina da presa a piani multipli (multiplane camera), progettata allo studio Disney per conferire all'animazione la tridimensionalità fino a quel momento impossibile da ricreare. La multiplane camera verrà impiegata immediatamente anche in Biancaneve e i Sette Nani e nei successivi lungometraggi, come Pinocchio, Fantasia (1940) o Bambi (1942), diventando così uno dei traguardi tecnici più importanti mai raggiunti da Walt e il suo team.

Sin dalla prima sequenza è evidente quanto il cortometraggio sia intriso di arte e poesia. I protagonisti sono gli animali che, dentro e fuori il mulino, rendono vivo questo quadretto campestre. Sullo sfondo si vedono le sagome delle mucche di ritorno dal pascolo, mentre lo stagno si svuota delle ultime anatre. Poi si entra all'interno della costruzione e salendo si svelano le numerose bestioline che hanno preso dimora tra le travi del mulino abbandonato: una coppia di passerotti, un gruppo di topi, due piccioni in amore, un gufo e, all'ultimo piano, uno stormo di pipistrelli in procinto di svegliarsi. Quando si giunge a quest'ultimo gruppo e il tema principale si tinge di mistero e malinconia, ci si accorge dell'immenso lavoro di arrangiamento compiuto dal grandissimo Leigh Harline, che ha composto la colonna sonora di The Old Mill riadattando il brano Wer Uns Getraut dall'operetta di Johann Strauss Der Zigeunerbaron, conferendogli un insospettabile sapore agreste.

I Rumori della Notte

Il contrasto tra musica e silenzio è invece il grande protagonista della sequenza in notturna. Dopo che i pipistrelli lasciano il nido per andare a sfamarsi, la scena si sposta nuovamente sul laghetto sottostante, la musica cessa di colpo, e come in un secondo atto entrano in scena le ranocchie, i grilli e le lucciole. Il loro gracidare e frinire in maniera ritmata rompe il silenzio e riaccende il commento musicale, dimostrando la capacità della partitura di passare senza soluzione di continuità dai suoni alle sinfonie, facendo rifluire gli uni nelle altre. Questo modo di giocare con la colonna sonora troverà il suo culmine tre anni dopo nel maestoso Fantasia (1940), in cui la musica classica sarà chiamata a rimpiazzare totalmente la gamma di suoni udibili in scena, mascherando la cosa con diverse licenze poetiche.

Una volta che lo spettatore inizia a sentirsi parte di questo pittoresco ecosistema, scoppia il temporale. Lo spettrale sussurrare del vento dà inizio alle danze e in breve il mulino viene letteralmente sconvolto dalle intemperie, finendo fortemente danneggiato ma rimanendo miracolosamente in piedi. Gli effetti speciali toccano qui nuove vette di realismo, spianando la strada alle meraviglie che vedremo applicate ai successivi lungometraggi. La connessione emotiva stabilita con il pubblico nella prima parte del cortometraggio si rivela fondamentale nell'aggiungere pathos quando la passerotta rischierà di essere schiacciata da una ruota dentata impazzita, e nel vedere l'intero rifugio ad un passo dalla totale distruzione.

Capolavoro a Piani Multipli

Quando, all'alba, la tempesta sparisce e torna finalmente il sereno, si vedrà come agli animali importi poco della condizione della struttura, e come all'interno del mulino sia già presente una nuova generazione di uccellini, sottolineando il necessario avvicendarsi del naturale ciclo di morte e rinascita che caratterizza la vita. Siamo chiaramente di fronte ad un capolavoro, e al punto artisticamente più alto a cui mai si spingerà la serie delle Silly Symphony, ormai a un passo dalla chiusura. The Old Mill è forse fra i più sensuali cortometraggi mai prodotti dagli studios, un gioiello in cui musica e immagine si combinano insieme per produrre nuove e stimolanti sensazioni nello spettatore.

Questo connubio di tecnica e poesia non passò inosservato, e fruttò a Walt Disney il suo sesto premio Oscar, vinto ancora una volta nell'ambito delle Silly Symphony. L'immagine del mulino sconvolto dal temporale sarebbe rimasta a lungo scolpita nelle menti degli storici del cinema e nel cuore degli appassionati disneyani, al punto che nel 1991 sarebbe spuntata persino tra le pagine del settimanale italiano Topolino. La storia in questione, I Tre Porcellini e la Fata nel Bosco, scritta da Fabio Michelini, avrebbe segnato l'esordio fumettistico di un giovanissimo Fabio Celoni, felice di rappresentare il pittoresco rudere all'interno di un affascinante scenario boscoso, ispirato alle immortali Silly Symphony.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: The Old Mill
  • Anno: 1937
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Graham Heid, Wilfred Jackson
  • Storia:
  • Cast: Louise Myers
  • Musica: Leigh Harline
  • Animazione: Jack Hannah, John McManus, Stan Quackenbush, Bob Stokes, Bob Wickersham
Nome Ruolo
Ugo D'Orsi Effetti d'Animazione
Walt Disney Produttore
Jack Hannah Animazione
Leigh Harline Musica
Graham Heid Regista
Wilfred Jackson Regista
John McManus Animazione
Josh Meador Effetti d'Animazione
Louise Myers Cast (Birds)
Mique Nelson Fondali
Art Palmer Effetti d'Animazione
Stan Quackenbush Animazione
Dick Rickard Storia
George Rowley Effetti d'Animazione
Ralph Somerville Effetti d'Animazione
Terrell Stapp Layout
Bob Stokes Animazione
Gustaff Tenggren Sviluppo Visivo
Bob Wickersham Animazione
Cornett Wood Effetti d'Animazione
Cy Young Effetti d'Animazione