Pluto Papà

Una Serie per Pluto

Sin dagli esordi, il cane di Topolino aveva fatto breccia nel cuore del pubblico, ritagliandosi uno spazio sempre maggiore nei cortometraggi del suo padrone. Il fatto che si trattasse di un "vero" cane in un mondo di animali antropomorfi lo rendeva un personaggio senza dubbio particolare, e molto stimolante per gli stessi animatori che non potendolo far parlare erano costretti a trovare altri modi per comunicare le sue emozioni. Il maestro della pantomima, Norman Ferguson, era riuscito nel 1934, con la famosa sequenza della carta moschicida presente in Playful Pluto, ad arricchire la recitazione di Pluto oltre ogni limite, comunicando per la prima volta al pubblico la sensazione che un personaggio disegnato potesse pensare. Con questi presupposti era inevitabile che il cucciolone esigesse una serie tutta sua, in cui poter esprimere tutto il suo potenziale. Nel corso degli anni 30 erano state trovate alcune scappatoie per regalare a Pluto una carriera solista: in Just Dogs (1932) e Mother Pluto (1936) era infatti stato eccezionalmente ospite delle Silly Symphony, mentre in Donald and Pluto (1936) era stato messo a confronto con un'altra star emergente come Paperino. Anche nella serie madre il cagnolone era stato protagonista di pellicole meravigliose come Pluto's Judgement Day (1935). Da questo all'ottenere una serie tutta per sé il passo era brevissimo, e venne finalmente compiuto nel 1937.

In Assenza di Fifì

Col passaggio dei diritti di distribuzione da United Artists ad RKO, Walt Disney si ritrova finalmente libero di dedicare una serie personale di cortometraggi ai suoi più importanti comprimari, senza preoccuparsi di limitazioni contrattuali. Pluto's Quin-Puplets costituisce quindi una sorta di prova generale per la serie di Pluto, il cui secondo cortometraggio, Bone Trouble, vedrà la luce solamente nel 1940. Curiosamente i titoli di testa recano l'intestazione Pluto the Pup, probabilmente per uniformarsi alla carta stampata. Nello spazio dei quotidiani riservato alle Silly Symphony, infatti, era in corso una serie con il medesimo titolo, dedicata al cucciolone. Il cortometraggio rimette in scena Fifì, la cagnolina di Minni vista in Puppy Love (1933) e The Dognapper (1934). Sin dagli esordi era stata suggerita la sua love story con il cagnolone, ma qui la vediamo finalmente concretizzata nella forma di una cucciolata di cinque sosia di Pluto in miniatura. Pluto's Quin-Puplets è un'ironica e dissacrante parodia dei tradizionali ruoli familiari: il carattere ostico di Fifì fa sì che sia lei ad imporsi nella coppia, andando a procacciarsi il cibo e affidando a Pluto i cuccioli. Da questo momento vedremo Pluto impegnato a tenere a bada i piccoli, cercando di impedire che si caccino nei guai, missione che lo porterà a seguirli all'interno di uno scantinato, per difenderli da uno spruzzatore di vernice impazzito.

Una Famiglia Disfunzionale

Sebbene svariati corti in futuro presenteranno dinamiche simili, Pluto's Quin-Puplets si distingue per la sua netta superiorità. Le gag sono minimaliste ma ben ritmate, e la musica segue l'azione in modo frizzante, senza rallentamenti o momenti di noia. Inoltre la cornice che vede Pluto alle prese con la sua disfunzionale situazione familiare, porta l'umorismo su un piano nettamente più adulto. La sequenza finale in cui il cagnolone si ritroverà accidentalmente ubriaco a causa di una bottiglia di gin stappata per sbaglio, presentandosi barcollando al cospetto della consorte, è un capolavoro di umorismo intelligente. Inoltre la reazione di Fifì, pronta a ripudiare il marito sbronzo e i cuccioli riverniciati, chiude il cortometraggio in modo spietato, divertendo lo spettatore con una punta di sadismo. La cagnetta, tuttavia, non sarebbe stata utilizzata ancora molto a lungo. Si ricorda nel 1939 il suo ruolo in Society Dog Show e nel filmato pubblicitario Mickey's Surprise Party, dopodiché si preferirà assegnare a Pluto una compagna più mite con cui creare schermaglie amorose leggermente meno sanguigne: la bassottina Dinah. Dei cinque cuccioletti di Pluto, ne riapparirà solo uno in Pluto Junior (1942), nel quale lo vedremo cacciarsi nei guai in maniera simile a quanto visto nella Silly Symphony More Kittens (1936), dopodiché non rimarrà traccia della cucciolata che aveva inaugurato la carriera solista del cane di Topolino.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Pluto's Quin-Puplets
  • Anno: 1937
  • Durata:
  • Regia: Walt Disney, Ben Sharpsteen
  • Storia:
  • Cast: Pinto Colvig
  • Musica: Paul Smith
  • Animazione: James Culhane, Gilles "Frenchy" De Trémaudan, Norman Ferguson, Charles Nichols, William "Bill" O. Roberts, Fred Spencer, Robert Wickersham
Nome Ruolo
Pinto Colvig Cast
James Culhane Animazione
Gilles "Frenchy" De Trémaudan Animazione
Walt Disney Regista
Norman Ferguson Animazione
Earl Hurd Storia
Charles Nichols Animazione
William "Bill" O. Roberts Animazione
Ben Sharpsteen Regista
Paul Smith Musica
Fred Spencer Animazione
Robert Wickersham Animazione